Gillian Anderson e Rufus Sewell si sfidano a colpi di bravura in Scoop, film sullo scandalo Epstein con il Principe Andrea

Una storia vera in una grande ricostruzione

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Scoop, la recensione

Non so se abbiate mai visto l’intervista originale del novembre 2019 al Principe Andrea da parte della giornalista di punta del programma di approfondimento serale della BBC, Emily Maitlis, sul coinvolgimento del figlio prediletto della Regina Elisabetta nello scandalo Epstein.

Se l’avete fatto, resterete ipnotizzati da Gillian Anderson e Rufus Sewell che rimettono in scena quel momento storico della TV britannica in Scoop.

Se non l’avete vista, potete cercarla su YouTube e scoprire quanto sia stata accurata e al tempo stesso “personalizzata” da due grandi interpreti nel film disponibile su Netflix dal 5 aprile. Con la storia di come il Principe Andrew arrivò ad andare in onda - incatenando alla TV tutti gli inglesi - per parlare del caso più scabroso che avesse mai coinvolto un membro della famiglia reale.

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La trama di Scoop

L’intervista più seguita nella storia della TV britannica. Emily Maitlis (Gillian Anderson, X-Files), conduttrice del programma di approfondimento della BBC Newsnight, ha intervistato il Principe Andrea (Rufus Sewell, The Diplomat) a Buckingham Palace in merito al suo coinvolgimento con Jeffrey Epstein, morto suicida in carcere dopo essere stato condannato per reati sessuali.

Il film ricostruisce l’intervista e racconta come nacque: grazie a un’intuizione della produttrice del programma, Sam McAlister (Billie Piper, Doctor Who), entrata in contatto diretto con l’assistente di Andrea, Amanda Thirsk (Keeley Hawes, Line of Duty).

Gillian Anderson e Rufus Sewell si sfidano a colpi di bravura in Scoop, film sullo scandalo Epstein con il Principe Andrea
Il film Scoop.

La vera storia del coinvolgimento del Principe Andrea nello scandalo Epstein

Tutto ebbe inizio nel dicembre del 2010, a New York, con la foto scattata da un paparazzo che ritraeva Jeffrey Epstein e il Principe Andrea, Duca di York, insieme a Central Park.

Nel marzo 2011, BBC riferì che l’amicizia fra Epstein e Andrew stava una “costante corrente di critiche”, con richieste per il suo ritiro dal ruolo di ambasciatore del commercio. Il Duca era stato criticato anche dai media dopo che la sua ex moglie, Sarah Ferguson, aveva rivelato che lui aveva aiutato Epstein a pagare parte dei suoi debiti.

Nel luglio 2011, il ruolo del Duca come ambasciatore del commercio è terminato e il Duca afferma di aver tagliato tutti i legami con Epstein.

Il 30 dicembre 2014, un avvocato della Florida presentò una denuncia in cui si affermava che il principe Andrea fosse uno fra i personaggi di spicco coinvolti in attività sessuali con minorenni. Una ragazza, in particolare: Virginia Giuffre, che era stata sfruttata per atti sessuali da Epstein. Giuffre (allora conosciuta con il suo cognome da nubile Virginia Roberts), affermò di aver avuto rapporti con il Duce in tre diverse occasioni, dietro pagamento da parte di Epstein. I registri di volo dell’aereo privato di Epstein dimostravano che il Duca e Giuffre si trovavano nei luoghi in cui lei sosteneva che i rapporti sessuali fossero avvenuti nelle date indicate.

Andrew e Giuffre sono stati anche fotografati insieme con il braccio di lui attorno alla vita di lei, e un’associata di Epstein, Ghislaine Maxwell, sebbene i sostenitori del Duca abbiano ripetutamente affermato che la foto fosse falsa e modificata. La causa civile intentata da Giuffre contro il principe Andrea è stata risolto per un importo pari a 12 milioni di sterline nel febbraio del 2022. Senza alcun riconoscimento di colpa da parte del Duca, che non è stato mai formalmente accusato di nulla.

L'intervista di Emily Maitlis al Duca nel novembre del 2019 è diventata un punto di svolta nella vita del principe, portando alla sua decisione di ritirarsi dalla vita pubblica. Durante l’intervista, condotta per il programma Newsnight della BBC, Andrea ha negato categoricamente di aver conosciuto Virginia Giuffre, una delle “schiave sessuali” di Jeffrey Epstein, e di non ricordarsi di aver avuto rapporti sessuali con lei quando era minorenne. Questa dichiarazione ha suscitato grande sorpresa e ha contribuito a far precipitare la situazione del principe, già compromessa dallo scandalo.

Emily Maitlis ha rivelato che la risposta di Andrea alla domanda “Rimpiange l’amicizia con Epstein?” ha avuto un ruolo cruciale nell’intervista. Andrea ha risposto di no, sottolineando le opportunità molto utili che ha ottenuto da Epstein. Questa risposta è stata interpretata come una candida ammissione, un rifiuto di pentirsi o scusarsi, indicando che Andrea non era pentito, ma ansioso di raccontare la sua versione della storia. La mancanza di empatia mostrata nei confronti delle vittime di Epstein ha ulteriormente alimentato le critiche verso il principe.

L’intervista è stata organizzata di nascosto dal fratello Carlo e dalla madre e ha avuto un impatto significativo sulla reputazione di Andrea, portando alla sua rimozione dalla famiglia reale e alla cancellazione dall’albero genealogico dei Windsor.

Gillian Anderson e Rufus Sewell si sfidano a colpi di bravura in Scoop, film sullo scandalo Epstein con il Principe Andrea
Scoop, una scena del film.

Scoop: una gara di bravura con i retroscena del programma più visto di sempre in Gran Bretagna

Gillian Anderson, Rufus Sewell e Billie Piper si sfidano in una gara a chi è più bravo, continuando ad alzare l’asticella. Scena dopo scena.

La vita personale e professionale di Sam, la produttrice di Newsnight che rese possibile l’intervista televisiva più seguita nella storia del Regno Unito, s’intreccia con il lavoro dell’equipe di Emily - che gira costantemente accompagnata dal proprio cane Woody, anche al lavoro - e che rappresenta l’altro lato della medaglia. Davanti alla telecamera ci sono una grande giornalista, che ha condotto un’intervista difficile come poche altre, e dietro c’è una produttrice che non vuole che il suo lavoro sia facile, vuole semplicemente che ne valga la pena.

Scoop è un film avvincente, che l’argomento interessi o meno. La sua accurata ricostruzione degli eventi reali, abiti e pose incluse, si accompagna a una serie di scelte artistiche che aggiungono alla realtà quella drammatizzazione che fa la differenza quando si racconta una storia vera.

La Anderson e Sewell seguono perfettamente il copione per replicare l’intervista reale, ma aggiungono toni, atteggiamenti o semplici movenze che evidenziano le loro personalità e fanno di Scoop un racconto appassionante, non una fredda ricostruzione di un momento storico.

Tutto, fra loro, fila come previsto. L’alchimia, la tensione, la preoccupazione e il timore che la Regina Elisabetta decidesse di vietare la messa in onda si mescolano all’emozione di una giornalista al culmine delle proprie sfide professionali e di un uomo sull’orlo del precipizio.

La mancanza di empatia del Duca di York per le vittime di Epstein - e solo sue, stando ai fatti processuali - ha fatto sì che quel momento che avrebbe dovuto avvicinare gli inglesi a uno dei personaggi reali più amati finisse con il costringere il Duca a dimettersi dagli incarichi pubblici pochi giorni dopo la messa in onda dell’intervista. Per poi, addirittura, finire rimosso dalla famiglia reale.

Il figlio prediletto di Elisabetta, con la quale Andrea aveva uno strettissimo rapporto di dipendenza, ha fatto una fine peggiore rispetto a un esiliato: si è voluto addirittura cancellare la sua stessa esistenza fra le fila dei reali d’Inghilterra. E se guarderete Scoop su Netflix, con la regia di Philip Martin (The Crown) e la sceneggiatura di Geoff Bussetil con il grande Steven Moffat (Silk, Your Honor), capirete senza dubbio perché.

Scoop

Rating: TBA

Durata: 102'

Nazione: UK

8

Voto

Redazione

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Scoop

Scoop, su Netflix, ricostruisce l’intervista più seguita nella storia della TV britannica, quella della giornalista Emily Maitlis al Principe Andrea e al suo coinvolgimento nello scandalo Epstein, ma soprattutto il modo in cui quell’intervista divenne possibile.

Il lavoro della produttrice Sam McAlister di Newsnight, il programma BBC che nella realtà realizzò l’intervista, si alterna alla vita personale di Sam, madre single, e alla sua idea stessa di giornalismo.

In una ricostruzione fedelissima, ma al tempo stesso “personalizzata”, di quella intervista, Gillian Anderson e Rufus Sewell si sfidano in una gara di bravura da cui nessuno sarebbe mai potuto uscire vincitore: troppo bravi, troppo credibili, troppo professionali e impegnati a spostare l’asticella sempre più in alto. Domanda dopo domanda.