Si poteva fare a meno di L'esorcismo di Emma Schmidt: la recensione del film “horror verità”

Presentato come il più fedele adattamento dell’esorcismo statunitense più documentato della storia, L'esorcismo di Emma Schmidt delude sia come film sia per ricostruzione storica. La recensione.

Si poteva fare a meno di Lesorcismo di Emma Schmidt la recensione del film horror verità

Il punto di forza di L'esorcismo di Emma Schmidt dovrebbe essere la verità. Il film diretto da David Midell guarda persino oltre il territorio dei fan hardcore del horror, promettendo a quanti interessati a uno dei riti più misteriosi e controversi della tradizione cristiana romano-cattolica un ritratto quasi filologico di un dei più celebri esorcismi del Novecento. Il film infatti si basa sugli scritti di quello che viene presentato sin dai titoli di avvio come “il più documentato esorcismo della storia statunitense”.

Il personaggio interpretato nel film da Dan Stevens, padre Joseph Steiger, fu infatti incaricato dal frate esorcista Theophilus Riesinger di redigere un resoconto scritto di tutti i rituali che si tennero nel convento della parrocchia d Earling, in Iowa, tra l’agosto e il dicembre del 1928. Una giovane donna venne sottoposta a lunghe sessioni di esorcismo seguendo il rituale codificato dalla Chiesa, fino a sfiorare la morte.

Si poteva fare a meno di L'esorcismo di Emma Schmidt: la recensione del film “horror verità”

Non se ne può più di brutti esorcismi al cinema

Oltre a un caso simile risalente al 1949, pare che anche quanto avvenuto a Emma Schmidt abbia ispirato il capolavoro horror del 1973 diretto da William Friedkin, L’esorcista. Un film che, verrebbe da dire purtroppo, continua a ispirare epigoni come quello diretto da David Midell, l’ennesima pellicola a tema possessioni demoniache e rituali che vediamo in sala nell’ultimo biennio: non dimentichiamo che negli ultimi ventiquattro mesi Russell Crowe è riuscito addirittura a infilarsi in ben due distinti progetti che lo vedevano proprio nei panni di un esorcista.

Il problema è che L'esorcismo di Emma Schmidt ha molta più sicumera e personalità nel presentarsi al pubblico ammantato da quest’aura di autenticità che poi nel fare o dire qualcosa di anche solo vagamente interessante. Prendiamo per esempio l’aspetto più caratterizzante del film a livello tecnico, ovvero lo stile registico adottato da Midell. Il regista ha optato per una forte impronta stilistica, mantenuta per tutta la durata della pellicola, girata con camera a spalla che impersona una sorta di punto di vista estraneo, un altro personaggio dalla cui prospettiva seguiamo l’arrivo di Emma Schmidt in canonica e i rituali con cui i due prelati e un manipolo di suore volonterose cercano in tutti i modi di liberarla dai demoni che la perseguitano.

Sembra di vedere una versione meno rifinita dello stile registico lanciato dalla serie HBO Succession, tutto movimenti di camera repentini e zoom a cercare il primissimo piano sui volti tormentati delle suore o di padre Steiger quando la giovane anima perduta si esibisce nel solito prontuario di ossa che scricchiolano, liquidi nauseabondi che vengono vomitati, lividi e sangue ovunque sul corpo. Il problema è che - a differenza della serie già citata - non c’è un motivo preciso per cui questo horror dovrebbe adottare questa scelta stilistica abbastanza estrema e che, alla lunga, stanca. La concitazione che il montaggio svelto e i close-up vorrebbero montare dopo qualche decina di minuti induce solo stanchezza, staccandoci ancor di più da una storia già poco immersiva e ancor meno realistica.

Si poteva fare a meno di L'esorcismo di Emma Schmidt: la recensione del film “horror verità”

Non sembra mai di essere negli anni '20

Tralasciando la questione religiosa, è proprio difficile credere che L'esorcismo di Emma Schmidt sia una ricostruzione fedele agli scritti originali, perché la stressa resa storica del film è di un pressapochismo sconcertante. Dagli edifici in mattoni rossi ai tessuti moderni degli abiti, passando alle facce ancor più contemporanee e da modelle delle suore, non si respira mai l’aria dei roaring ‘20 e della successiva depressione negli Stati Uniti. Anzi, gli unici oggetti d’epoca (il telefono, l’automobile su cui viaggia Emma) sembrano essere loro fuori posto, per come il film manca completamente l’obiettivo (mai invero davvero perseguito) di farci capire i dubbi morali delle persone di quell’epoca.

Se visivamente L'esorcismo di Emma Schmidt può contare su una messa in scena trascurata e bruttina, la sceneggiatura rende lo spettatore ancor più scettico. I religiosi si scambiano tutta una serie di commenti sulla ragazza posseduta e sulla sua difficile situazione familiare utilizzando un lessico prettamente contemporaneo. I protagonisti Dan Stevens e Al Pacino, a cui viene chiesto più che altro di arginare il sensazionalismo della storia, esprimono un punto di vista francamente impensabile per l’epoca. Stevens da tempo si è dimostrato un ottimo volto di supporto nel cinema di genere, alla ricerca di un ruolo da protagonista che lo mettesse finalmente in luce. L'esorcismo di Emma Schmidt non è proprio quel film.

Mentre vedevo la pellicola non ho potuto fare a meno di pensare a Il dubbio, pellicola del 2008 di tutt’altra caratura. Ambientata nel contesto ecclesiastico statunitense 40 anni dopo L'esorcismo di Emma Schmidt, Il dubbio riusciva immediatamente a immergerci nel mondo chiuso dal punto di vista fisico e culturale che raccontava. A confronto della sensazione di modernità che trasmette L'esorcismo di Emma Schmidt, Il dubbio sembra essere ambientato un secolo e più prima. 

Il punto è che L'esorcismo di Emma Schmidt quella sua voglia di essere filologico e inappuntabile la esprime solo a parole, mentre nei fatti è un mero horror d’intrattenimento senza grandi idee e senza grande fattura, con un casting che funziona poco, alla disperata ricerca di un qualcosa per attirare il pubblico in sala in un periodo in cui anche genere horror comincia a soffrire una proposta sovrabbondante ma di scarsa caratura.

Si poteva fare a meno di L'esorcismo di Emma Schmidt: la recensione del film “horror verità”

L'esorcismo di Emma Schmidt

Durata: 98'

Nazione: Stati Uniti

4

Voto

Redazione

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L'esorcismo di Emma Schmidt

A infastidire in L'esorcismo di Emma Schmidt non è tanto e solo la bassa fattura dell’operazione in sé, ma come si presenti sin dall'introduzione come un racconto quasi documentaristico di fatti controversi di cui esiste molta documentazione scritta quando poi invece si fatica a prenderlo sul serio come horror in cassetta. Proprio perché si parla di fatti e sofferenze reali, questa banalizzazione degli eventi risulta abbastanza odiosa, specie se se ne ricava intrattenimento di basso livello.

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