Io Prima di Te

Nonostante i risultati deludenti al botteghino statunitense, non si può davvero chiedere alle estimatrici del genere romantico di mancare l'appuntamento con Io Prima Di Te, esempio unico di cinema dei sentimenti in questa estate in cui, ad essere obiettivi, anche i blockbuster dedicati all'altra metà del cielo hanno fatto flop.

Che Warner Bros. non abbia raccolto ciò che si aspettava dall'adattamento del best seller di Jojo Mayes é evidente e questa cattiva perfomance probabilmente metterà una pietra tombale al genere, in attesa che qualcuno con davvero qualcosa di nuovo da dire abbia voglia di tornare a cimentarsi con il melodrammatico, al di fuori del circuito festivaliero e autoriale dove gode di ottima salute.

La vera notizia é che Me Before You si dimostra debole soprattutto per colpe ereditate dalla trama originale del libro, a cui anzi mette una pezza in più di un'occasione. Jojo Mayes, erede spirituale di Nicholas Sparks, ha un solo obiettivo: puntare ai dotti lacrimali delle sue lettrici. Nel caso del suo più celebre best seller non si risparmia davvero nessun mezzo pur di ottenere il risultato.

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La storia é quella di Louisa Clark, ragazza della provincia inglese alla disperata ricerca di un impiego per sostentare la famiglia proletaria in difficoltà. Finirà per accettare il posto come assistente sanitaria di un giovane, aitante e ricco banchiere, Will Traynor.
L'estrazione sociale dei due non potrebbe essere più diversa e probabilmente non si sarebbero neppure mai incontrati se lui non fosse paralizzato dal collo in giù, deciso a porre fine a una vita che non é più tale per una persona dinamica come lui, ma persuaso a dare ai genitori quella finestra di tempo di 6 mesi che ha promesso loro per provare a fargli cambiare idea.

Riuscirà l'estrosa e frizzante Lou a persuadere Will a non percorrere la via dell'eutanasia o sarà invece lui a cambiare lei, tentando di svegliarla dal torpore e dalla mancanza di aspirazione in cui si lascia cadere? La lunga strada verso la risposta sarà ovviamente lastricata di lucciconi, per un film che non ha difficoltà a commuovere il pubblico.

Anche in fase di casting l'impegno messo é ben più di quanto ci siamo abituati ad assistere ultimamente, con la star di Game Of Thrones Emilia Clarke che si affida quasi interamente alle proprie sopracciglia per esprimere le proprie emozioni, finendo costantemente sopra le righe, mentre il bello di Hunger Games Sam Caflin se la cava ben più agilmente, anche se entrambi sono messi in ombra dal cast di contorno, in cui appaiono Charles Dance (altro arrivo da Game of Thrones) e Brendan Coyle (Downton Abbey).