Speciale Emmanuelle – Il box erotico Blu-ray che non ti aspetti

Erotismo e passione su grande schermo: i primi quattro film tra scandalo, successo e rivoluzione culturale

Speciale Emmanuelle - Il box erotico Blu-ray che non ti aspetti

Quando Emmanuelle uscì nei cinema francesi il 26 giugno 1974, nessuno poteva prevedere che sarebbe diventato uno dei più grandi successi commerciali del cinema erotico europeo. Diretto da Just Jaeckin e interpretato da una magnetica Sylvia Kristel, il film aprì una nuova strada per la rappresentazione del desiderio femminile sul grande schermo.

La saga non si fermò a quel primo film, con tre seguiti ufficiali tra il 1975 e il 1984, ognuno con toni, atmosfere e riscontri critici differenti. Analizzare i primi quattro capitoli, presenti nel prezioso box Home Video edito da Plaion Pictures, significa entrare in un periodo cinematografico in cui erotismo, estetica e provocazione si mescolavano con ambizioni artistiche e un forte impatto culturale.

Emmanuelle (1974): un terremoto culturale

Il film che diede origine a tutto era tratto dall’omonimo romanzo semi-autobiografico di Emmanuelle Arsan (pseudonimo di Marayat Rollet-Andriane), che già negli anni ’60 aveva fatto discutere per il contenuto esplicitamente erotico. Jaeckin era fotografo di moda al suo esordio alla regia e traspose la storia di Emmanuelle, giovane moglie di un diplomatico francese a Bangkok, in un’opera visivamente sofisticata e volutamente sensuale, mai volgare.

Il film ebbe un successo clamoroso: in Francia registrò oltre 9 milioni di spettatori al cinema, restando in programmazione per 13 anni consecutivi in una sala parigina, il ciné Elysées-Lincoln. Il riscontro internazionale fu altrettanto sorprendente, con incassi record in Europa, Asia e persino negli Stati Uniti, dove la Columbia Pictures ne acquistò i diritti — fatto inedito per un'opera erotica europea.

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La critica dell’epoca si divise. Molti recensori di testate generaliste lo bollarono come "soft porn per borghesi", accusandolo di ipocrisia moralistica. Altri — soprattutto nei circoli intellettuali di sinistra e riviste specializzate — sottolinearono la capacità di rompere un tabù: per la prima volta, un film erotico mainstream adottava il punto di vista femminile e non quello maschile.

La regia elegante di Jaeckin, il montaggio sensuale e la colonna sonora firmata da Pierre Bachelet contribuirono a creare un’estetica unica: Emmanuelle era certamente erotico, ma con uno stile soft, sognante attraverso una personale impronta fotografica. Elementi che lo resero più facilmente accettabile da parte di un più vasto pubblico.

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Emmanuelle 2 (L'antivergine) (1975): la sfida al limite

A meno di un anno dal primo successo, Francis Giacobetti diresse il sequel sempre con la Kristel, che nel frattempo era diventata una vera e propria icona sessuale mondiale. Emmanuelle 2 porta la protagonista a Hong Kong, dove la sua esplorazione sessuale si fa più spinta: bondage, voyeurismo, esperienze lesbiche e dinamiche poliamorose puntando a superare il primo in audacia.

I risultati furono contrastanti. Il film ottenne buoni incassi, sebbene inferiori al predecessore (circa 2 milioni di spettatori in Francia), distribuito ampiamente anche all’estero. La critica si fece più dura: se il primo Emmanuelle era stato visto come una rivoluzione soft, il secondo fu percepito come un tentativo di capitalizzare il successo commerciale, con meno eleganza e più gratuità.

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Eppure Emmanuelle 2 ha momenti notevoli: le scene girate nella baia di Hong Kong, i dialoghi più filosofici sulla libertà sessuale, la fotografia nuovamente maniacale. La Kristel dà l'impressione di essere più sicura di sé, capace di reggere il film con classe, pur con un copione meno strutturato.

Goodbye Emmanuelle (1977): la disillusione del piacere

Con Goodbye Emmanuelle, terzo capitolo della saga, si chiude idealmente la “trilogia Kristel” sotto la bandiera dell’erotismo esotico francese. Il film diretto da François Leterrier è ambientato alle Seychelles e mostra una Emmanuelle che inizia a dubitare della sua continua ricerca del piacere fine a sé stesso. L’incontro con un architetto straniero suscita in lei un bisogno di amore vero, lontano dagli esperimenti libertini a cui è abituata.

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Criticamente il film fu accolto con maggiore rispetto. Alcuni giornalisti ne sottolinearono la “melanconia estetica”, altri lo considerarono un canto del cigno alla filosofia della liberazione sessuale anni ’70. Gli incassi furono buoni ma in calo: circa 1,5 milioni di spettatori in Francia.

Cinematograficamente il film tentava di portare la saga verso una maggiore introspezione. Ma per molti spettatori risultava lento e meno coinvolgente rispetto ai precedenti. Eppure proprio per la svolta narrativa questo Goodbye Emmanuelle seppe distinguersi.

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Emmanuelle 4 (1984): il cambio di volto e la crisi d’identità

Dopo una pausa di 7 anni la saga riprese nel 1984 con Emmanuelle 4, produzione più ambiziosa girata in vari paesi tra cui Francia, Brasile e Stati Uniti. A interpretare Emmanuelle è la svedese Mia Nygren, ma Sylvia Kristel compare ancora in alcune sequenze, fungendo da “memoria” della vera Emmanuelle. Bizzarro l'escamotage narrativo: la protagonista si sottopone a un intervento di chirurgia plastica per cambiare identità e ricominciare da zero.

Diretto da Francis Leroi e Iris Letans, Emmanuelle 4 cerca di rilanciare la saga adattandola al gusto degli anni ’80, più patinato e meno esistenzialista. Il film mescola voyeurismo, giochi di potere, scene saffiche e una struttura a flashback.

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La critica fu fredda: molti recensori parlarono di opera senz’anima, incapace di rinnovare davvero la formula. Al contrario il pubblico rispose ancora una volta: il film incassò bene in Francia e soprattutto nei mercati internazionali (Giappone e Sud America in particolare), segnando al contempo l’inizio di una lunga fase discendente della saga.

La parabola di Emmanuelle tra arte e industria

I primi quattro film della saga Emmanuelle raccontano una storia molto più complessa del semplice successo di un franchise erotico. Riflessioni della trasformazione di un'epoca — gli anni '70 post-sessantottini — in cui il corpo femminile cominciava a essere rappresentato in modi nuovi, non più subordinati solo al desiderio maschile. Allo stesso tempo mostrano come il successo commerciale possa spingere un’idea originale verso forme sempre più sfruttate e prive di un concreto baricentro narrativo.

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Se il primo Emmanuelle fu rivoluzionario, i seguiti cercarono di replicarne la formula con alterni risultati. Il cambio di registi, attrici e approccio stilistico mostra le difficoltà di mantenere vivo un franchise erotico in equilibrio tra provocazione e sogno. La figura di Emmanuelle, nella sua continua trasformazione, resta una delle icone più longeve del cinema europeo del Novecento.

Emmanuelle al cinema

  • Emmanuelle (1974) – regia di Just Jaeckin. Film culto con Sylvia Kristel, ambientato in Thailandia
  • Emmanuelle 2 (1975, Emmanuelle: l'antivergine) – Francis Giacobetti con Sylvia Kristel
  • Goodbye Emmanuelle (1977) – François Leterrier, ancora con la Kristel.
  • Emmanuelle 4 (1984) – di Francis Leroi & Iris Letans, con Mia Nygren, la Kristel appare brevemente.
  • Emmanuelle 5 (1987) – di Walerian Borowczyk, protagonista Monique Gabrielle; Kristel assente.
  • Emmanuelle 6 (1988) – di Bruno Zincone & Jean Rollin, con Natalie Uher nel ruolo principale.
  • Emmanuelle 7 (Emmanuelle au 7ème ciel, 1993) – ultima delle uscite cinematografiche “theatrical”, diretta da FrancisLeroi e interpretata da Sylvia Kristel. Deriva dagli episodi TV del 1993.

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Box Emmanuelle - Come si vede

Tecnicamente siamo in presenza della migliore resa possibile a oggi per opere prodotte nel decennio '74 – '84, girato 35 mm a imprecisata sensibilità ASA. Risultato d'eccellenza con il podio per il primo film, l'unico UHD, con restauro presso Video Digital Multimedia e ringraziamenti da parte dello stesso regista, morto nel 2022. Tornano a splendere colori e luci in misura più fedele all'originale, anche grazie alla sostegno dell'HDR-10. Recupero che finisce per porre risalto ad alcuni limiti dei materiali/realizzazione (Parigi nei titoli di testa) e transizioni notturne con neri che alternano momenti di inferiore profondità e sciami di granulosità del negativo. Formato originale 1.66:1 (3840 x 2160/23.97p), codifica HEVC su BD-66 doppio strato. Al netto della compressione dinamica SDR se la cava bene anche il Blu-ray con la versione 2K, complessivamente un gradino sotto la controparte 4K.

Le rimanenti opere hanno una qualità tra l'ottimo e l'eccellente, seppur con alcune limitazioni. Il materiale meno incisivo rispetto a luce, contrasto, definizione e risalto dei particolari è quello dell'84. Non bisogna farsi ingannare dai titoli di testa del terzo, che presentano manciate di secondi di criticità, ma che nell'insieme risulta strepitosamente efficace proprio nella cinematografia. Tirando le somme tutti offrono uno spettacolo sopra la media, avvicinando al girato nativo.

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Box Emmanuelle - Come si sente

Ascolto più che dignitoso per l'audio con tracce DTS-HD Master Audio 2.0 monofoniche italiano e francese (16 bit), sono entrambe da ascoltare per gustarsi il diverso mood dei dialoghi in presa diretta e un diverso coinvolgimento dei protagonisti. Codifica AVC/MPEG-4 (1920 x 1080/23.97p) su BD-50, aspect ratio 2.35:1 per il secondo e terzo, 1.66:1 (originale) per il quarto.

Box Emmanuelle - Gli extra

Documentario del 2020 di Naomi Holwill (95') con analisi del franchise e la pornografia come arte nel cinema; intervista al produttore Yves Rousset-Rouard e al regista Just Jaeckin sulla genesi e produzione del film (30'); scena eliminata (2'); documentario retrospettivo di Jérôme Wybon (54'); trailer francese e inglese.

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Emmanuelle 2

Documentario di David Gregory del 2001 (parte 1 + 2, 26'); Speciale dell'epoca sulla produzione del film con ampio dietro le quinte (30'); trailer francese, inglese e spot radio.

Emmanuelle 3

Documentario di David Gregory del 2001 (parte 3, 9'); trailer francese; doppio trailer inglese, spot radio.

Emmanuelle 4

Documentario del 2021 con il ricordo dell'attrice Brinke Stevens (10'); trailer francese; versione 3D anaglifica a risoluzione video SD (necessario indossare occhiali con lenti colorate rosso e verde, non inclusi), solo francese.

Incluso libretto di approfondimenti testuali a cura di Nocturno editore e 4 cartoline commemorative con le locandine dei film.

Emmanuelle (1974)

Rating: V.M. 18

Nazione: Francia

8

Voto

Redazione

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Emmanuelle (1974)

Pietra miliare del cinema erotico su scala mondiale, il box Emmanuelle dedicato ai primi quattro film del franchise è un bellissimo omaggio a Sylvia Kristel, nel ricordo della rivoluzione nel rappresentare il desiderio femminile su grande schermo. Prima opera anche 4K, le altre 2K di notevole resa video, dignitoso audio monofonico dell'epoca italiano e francese e diverse ore di extra alla scoperta delle produzioni.

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