Bumblebee

La guerra, che da secoli infuria tra Autobot e Decepticon su Cybertron, sta per cambiare scenario. Nel 1987, 20 anni prima negli eventi di Transformers, la California diventa protagonista delle avventure dei cybertroniani. Bumblebee, mandato sulla terra direttamente da Optimus Prime, cercherà di nascondersi dal nemico in attesa del rinvigorimento delle forze alleate. Una volta atterrato, viene però intercettato da uno dei Decepticon. Il robot giallo uscita dallo scontro gravemente ferito e troverà rifugio sotto le mentite spoglie di un maggiolino Volkswagen fino a quanto le sue ferite non saranno lenite dall’incontro con Charlie Watson.

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L’apparizione di John Cena, nelle vesti del classico soldato che se non capisce spara, facevano presagire il peggio per la pellicola. Nei primi dieci minuti, infatti, si è quasi subito pronti ad urlare per l’allarme “americanata”, ma fortunatamente il corso degli eventi si riprende. In realtà la storia portata in scena da Travis Knight prende la distanza dagli stereotipi rintracciabili nella regia di Michael Bay, calcando un po’ la mano nel rifarsi a “Il gigante di ferro” di Brad Bird. Del resto lo stesso regista ha ammesso, durante un’intervista, che l’ispirazione di questo film fosse venuta da Spielberg (produttore esecutivo dello spin-off), che già con “Ready Player one” aveva fatto un grande omaggio a Bird.

L’amicizia tra uomo e macchina diventa la base di costruzione per il racconto dei retroscena che caratterizzano i personaggi protagonisti. Bubblebee e Charlie trovano lentamente il loro posto su questo pianeta aiutandosi reciprocamente nel costruire la loro memoria e il loro cammino.

Bumblebee

La giovane Charlie è la tipica ragazzina che cerca il suo posto, che però non si lascia spaventare dall’ignoto. La perdita del padre le fa mancare le certezze che fino a quell’istante aveva avuto, disorientandola tanto da non farle comprendere se vi sia spazio per lei nella nuova famiglia della madre. Interpretata da una convincente Hailee Steinfeld, diventa protagonista della storia tra ribellione e coraggio, uscendo dal classico stereotipo della bella tutte curve che siamo soliti vedere quando si entra in sala per un Transformers.

L’importanza dei legami sentimentali e familiari non viene banalizzata o ridicolizzata riuscendo a imprimere le giuste tempistiche persino ai vari step. Knight si prende il tempo per narrare la storia dei e tra i personaggi e non per dilungarsi sulle scene di lotta. Il rallenty è usato per scandire il passaggio temporale non per dare impatto scenico al mero scontro. In sostanza è un buon action, con un ritmo ben calibrato tra i vari passaggi narrativi, scandito nei tratti da battute ironiche o da momenti quasi commuoventi.

È importante sottolineare quando la musica sia fondamentale nel corso dei fatti, del resto diviene il mezzo di comunicazione primaria. I vari legami affettivi sono scanditi al ritmo di alcuni dei grandi classici degli anni ‘80. Saranno proprio alcuni specifici brani che faranno da collante tra la Charlie del passato e quella del futuro, in un’apertura sentimentale che è paragonabile solo alla capacità comunicativa che Bumblebee acquisirà grazie ad essa.