Deep Impact – Epico catastrofismo anni '90 in 4K
Master nativo e Dolby Vision, ma per l'ascolto multicanale c'è il Dolby TrueHD inglese

In Deep Impact un'enorme cometa minaccia di impattare sulla Terra, aprendo a un possibile scenario di estinzione della vita sul pianeta. In una spasmodica corsa contro il tempo, Stati Uniti e Russia uniscono le forze affinché un vettore spaziale trasporti ordigni nucleari che modifichino la traiettoria, ma non tutto andrà come previsto.
Con echi del dignitoso Meteor del 1979 con Sean Connery, il film di Mimi Leder (The Peacemaker) uscì nel 1998 quasi in concomitanza con il più ridanciano Armageddon di Michael Bay. Grazie al contributo degli sceneggiatori Bruce Joel Rubin (Ghost) e Michael Tolkin (The Player) Deep Impact riusciva a conciliare catastrofe e catarsi, seguendo la formula classica del genere e vari personaggi alle prese con problemi personali mentre si avvicina l'ora zero. La regia alterna momenti spettacolari a riflessioni più intime, dove comunque non manca un po' di ironia.
Thriller SF con più cervello e meno risate
Morgan Freeman convince nei panni del Presidente USA, mentre Robert Duvall è il veterano richiamato a guidare la missione spaziale destinata a distruggere la cometa. Di fatto la vicenda gravita perlopiù attorno al personaggio di Téa Leoni e il difficile legame con il padre, interpretato da un sempre grande Maximilian Schell. Pur restando prevedibile, Deep Impact dimostrò di saper bilanciare lo spettacolo con un tono più umano e malinconico, distinguendosi nel panorama dei disaster movie di quegli anni.
Girato analogico 35mm (200 e 500 ASA), creazione master nativo 4K del 2023, formato immagine 2.35:1 prossimo all'originale 2.39:1 (70mm era 2.20:1), codifica HEVC su BD-66 doppio strato (3840 x 2160/23.97p). Tecnicamente la migliore edizione disponibile per l'Home Video, ampiamente sopra il precedente Blu-ray 2K in virtù del Dolby Vision e maggiore fedeltà per luci e colori. Neri profondi e la sensazione di aver rispettato l'originale grana della pellicola, con il 4K che in alcuni passaggi tende a enfatizzare il CGI.
Ritroviamo il solito Dolby Digital 5.1 italiano (640 kbps) di modesta fattura, inadatto a sostenere un ascolto coinvolgente tramite impianto HT, limitato per dinamica e presenza dei canali posteriori, buoni i dialoghi dal centrale. Unica via per il giusto spettacolo passare all'originale Dolby TrueHD 5.1 canali (24 bit), sotto il livello di riferimento ma con transizioni entusiasmanti, specie nella seconda parte.
Nessun extra sul disco UHD, l'inclusa versione 2K su BD-50 offre gli stessi supplementi del passato per approfondire la lavorazione, su tutti il commento al film (sottotitolato) di Mimi Leder e del supervisore agli effetti speciali Scott Farrar. Sovracoperta cartonato non embossed.