C'è un visore VR che uccide, letteralmente

Il creatore di Oculus Rift lancia una provocazione

Cè un visore VR che uccide letteralmente

Palmer Luckey è un giovane imprenditore statunitense, diventato famoso per aver ideato il visore per la realtà virtuale Oculus Rift e per aver fondato Oculus, compagnia che successivamente è stata acquistata da Facebook. Dopo aver lasciato Oculus, egli ha fondato Anduril Industries, che si occupa di tecnologie militari. Dalle pagine del suo blog, Luckey ha lanciato una provocazione che in un certo senso coniuga l'attività delle due imprese, sebbene in un modo molto, molto sinistro.

Luckey si è ispirato al NerveGear, un headset tratto dalla light novel giapponese Sword Art Online. Questo strumento è in grado di simulare perfettamente la realtà, ma ha un, come dire, singolare effetto secondario: può emettere una microonda che uccide colui che lo indossa. Luckey sostiene di aver realizzato un visore con le medesime caratteristiche, sebbene... a metà: il suo visore non può riprodurre la realtà con assoluta fedeltà, in compenso può togliere la vita del giocatore in caso di game over.

Un sistema a microonde sarebbe stato troppo complicato da implementare, quindi il visore di Luckey monta tre cariche esplosive, posizionate sulla fronte. Queste cariche sono programmate per detonare quando sullo schermo appare una schermata con una determinata frequenza di rosso (che sarebbe appunto quella del game over). Il dispositivo sarebbe ancora imperfetto: c'è il rischio di una esplosione accidentale e inoltre... può essere liberamente tolto, mentre il NerveGear originale non consente certo di salvarsi la pelle con una disconnessione volontaria. 

Una precisazione: per la sua provocazione, Luckey non ha creato un visore ex-novo, ma ha collocato le cariche esplosive su un Meta Quest Pro; siamo molto curiosi riguardo all'eventuale reazione di Meta alla cosa. Luckey conclude il suo discorso sul tema con un ammonimento: a quanto ne sa, il suo è il primo visore non-fittizio capace di togliere la vita al giocatore, ma non sarà l'ultimo.