L'istituto: un adattamento poco ispirato da Stephen King

Disponibili su MGM+ i primi due episodi della serie tratta dall'omonimo romanzo del re del brivido letterario.

L'istituto: un adattamento poco ispirato da Stephen King

Il quattordicenne Luke Ellis è un ragazzo prodigio, le cui abilità spiccano nel liceo che ha cominciato a frequentare in Minnesota: a inizio della prima puntata lo vediamo completare in un tempo brevissimo un esame che ai suoi compagni ha richiesto un impegno di ore. Un probabile futuro al MIT lo aspetterebbe, se non fosse che qualcosa è destinata a rovinare il suo ipotetico american dream.

Una notte infatti una squadra paramilitare fa irruzione in casa sua e senza svegliare i genitori lo rapisce mentre sta dormendo. L'istituto del titolo è il luogo dove il mattino successivo il ragazzo si risveglia, scoprendo la situazione attuale: segregazione forzata e una lunga serie di test rappresenteranno la sua nuova "normalità", mentre i suoi coetanei compagni di prigionia, lì già da qualche settimana, gli spiegano il modus operandi di questo centro misterioso, specializzato nell'allenare le capacità telecinetiche e telepatiche delle quali gli obbligati studenti sono dotati.

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Nel frattempo nel mondo esterno Tim Jamieson, un ex poliziotto tormentato da una tragedia nel suo recente passato, si rifugia in una cittadina sperduta del Maine, dove trova lavoro come guardia notturna e incontra una serie di personaggi bizzarri che lo spingono a sospettare di una misteriosa cospirazione in atto e nascosta dalla comunità.

L'istituto dalla carta allo schermo

Ogni adattamento dalle opere di Stephen King è capace di generare un notevole hype sulle aspettative del grande pubblico, anche se le trasposizioni riuscite tratte dai romanzi del re del brivido letterario si contano sulle dita di una mano. Difficile dire se L'istituto, che porta sul piccolo schermo il libro scritto nel 2019 e accolto con recensioni contrastanti dalla critica, potrà aggiungersi a quella risicata nicchia. I primi due episodi ad ora disponibili su MGM+, e dei quali vi parliamo in questo articolo, mettono diversi spunti in ballo ma il rischio che molti di questi si rivelino frutto di un approccio altamente derivativo appare già evidente.

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L'impressione al momento è quella di una sorta di versione low-budget dei toni e delle atmosfere di Stranger Things, con ragazzini dotati di superpoteri mentali che si ritrovano in balia di quest'organizzazione segreta, determinata a srfuttare le loro capacità per una non meglio precisata salvezza del mondo. Non manca nemmeno l'agente di polizia che subodora qualcosa di losco, in due ore introduttive che non mancano di forzature, sia nella caratterizzazione dei vari personaggi che per alcune inverosimiglianze che fanno storcere un po' il naso, soprattutto in un luogo che dovrebbe essere sotto stretta sorveglianza. 

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I test ai quali vengono sottoposti i giovanissimi protagonisti, anche qui richiamanti a esperimenti ben più crudi e crudeli - da Fenomeni paranormali incontrollabili (1984) al videogioco cult Beyond: Due anime (2013) la lista è lunga - vorrebbero aggiungere curiosità e mistero su quanto aspetta questi malcapitati adolescenti, il cui destino sembra apparentemente già scritto una volta terminato il periodo di "studio".

L'occhio vuole la sua parte

Se come detto le imperfezioni narrative sono parzialmente riconducibili ad un'opera originaria già oggetto di critiche, la messa in scena poteva essere invece più accattivante. Ma il ritmo blando, la scelta - seppur obbligata - di ambientare molto in interni, e uno stile televisivo che guarda più ai primi anni Duemila che alla serialità contemporanea, finiscono per smorzare tensione ed emozioni, con lo stesso cast che non sembra impegnarsi poi più di tanto.

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L'unico che sembra crederci veramente è il quasi esordiente Joe Freeman, che pur interpretando un quattordicenne ha in realtà qualche anno in più. Ma almeno riesce a rendere la figura di Luke credibile nella sua spiccata intelligenza, cosa che non si può dire per i suoi compagni di set che, complici anche dei personaggi caratterizzati su cliché che offrono poco spazio di manovra. Agli adulti non va molto meglio, con il Ben Barnes alias principe Caspian de Le cronache di Narnia nelle vesti di agente prossimo a svelare la cospirazione e una sprecatissima Mary-Louise Parker che invece quella cospirazione la supporta in prima persona.

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Certo i restanti sei episodi hanno la possibilità di migliorare una situazione che al momento, per quanto non totalmente fallimentare, è ben al di sotto delle aspettative. E se il buongiorno si vede dal mattino, la notte per L'istituto si prospetta ricca di incognite. 

 

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L'istituto

Rating: TBA

Nazione: USA

5.5

Voto

Redazione

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L'istituto

Un thriller/mystery psichico che non graffia abbastanza, almeno in questo inizio di stagione fin troppo timido. Adattamento dell'omonimo romanzo di Stephen King, va detto non tra i suoi migliori, L'istituto è ingabbiato, come i suoi giovani protagonisti, da una messa in scena poco incisiva, incapace di restituire la corretta tensione e l’angoscia che un soggetto simile richiederebbe. I personaggi si muovono all'interno di una sceneggiatura spesso derivativa, con il ritmo narrativo che fatica a decollare in puntate troppo lunghe che dicono poco e allungano molto. Nella speranza di essere smentiti, al momento ci troviamo davanti a una copia sbiadita di modelli di successo, riproposti senza particolare originalità e ambizione. 

 

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