Il terzo episodio della serie tennistica PAM mostra la volontà degli sviluppatori di abbandonare qualsiasi tipo di impurità arcade della produzione, per concentrarsi maggiormente sugli aspetti simulativi del gioco del tennis. Basta dare un'occhiata al prodotto finito (quella osservata da Gamesurf era una build piuttosto avanzata), per rendersi conto di questo deciso cambio di rotta e, soprattutto, per apprezzare quanto di buono fatto fin'ora. Se Top Spin 2 aveva fatto un po' storcere il naso per un'eccessiva somiglianza con il primo episodio e, soprattutto, per non aver sfruttato a dovere le potenzialità delle console next-gen (TS2 uscì su xbox360), la nuova produzione PAM fin da questi primi vagiti dimostra di aver imparato dai propri errori, proponendo qualcosa di completamente nuovo.
Sul versante estetico si può notare una maggiore cura di tutti gli elementi più importanti del gioco a partire proprio dalla realizzazione dei giocatori in campo, che appaiono ora più definiti e più armonici nei movimenti di base. Anche il contorno, però é stato curato in maniera maniacale, a cominciare dalle texture delle superfici, ora molto più attinenti alla realtà e a tutti gli effetti fisici ad essi correlati, come i segni e le impronte lasciate da giocatori e palline e la polvere sollevata al passaggio degli stessi.
Non mancano ovviamente stadi e strutture prese direttamente dagli eventi del circus tennistico, volti a donare al tutto una credibilità di prim'ordine. In breve, é il realismo il concetto che muove l'intera produzione. Un realismo che passa non solo dal rinnovato approccio grafico ma anche e soprattutto da un sistema di gioco che mette da parte l'approccio “easy” delle precedenti versioni e richiede al giocatore un impegno maggiore, sebbene non certo impossibile.
Basta guardare uno scorcio di partita di Top Spin 3 per avvertire il cambio di rotta. Via gli indicatori di potenza, scie della pallina e barre di salute del proprio giocatore. Come capire allora quando il nostro giocatore sarà stanco? Basterà guardarlo. Tutte le indicazioni principali sullo stato del nostro alter ego potranno essere recuperate semplicemente osservando da vicino il personaggio digitale che risponderà verosimilmente alle sollecitazioni del match.
Eccessiva sudorazione e volto paonazzo saranno gli indicatori che ci metteranno in guardia dal sollecitare inutilmente il nostro gioco, consigliandoci indirettamente un approccio più tranquillo all'incontro, facendo magari correre maggiormente l'avversario di turno e impostando di conseguenza un cambio nello stile di gioco adottato. Il sistema fisico per la sudorazione del giocatore, ci assicurano quelli di 2K, é assolutamente realistico e indica con precisione il grado di sforzo operato in campo.
Un approccio innovativo e d'effetto a cui va unito anche un rinnovato sistema di controllo che non si affida più alla semplice pressione di un tasto, lasciando poi la corretta esecuzione del colpo al computer, ma che richiederà al giocatore uno sforzo ulteriore e, soprattutto, assoluta precisione nella procedura. Ammettiamo che vogliate effettuare un colpo “piatto” ma potente. Dovrete innanzitutto posizionare correttamente il vostro giocatore rispetto alla pallina, dal momento che questa volta il sistema sarà meno incline ad approssimare la vostra errata posizione, impostare il colpo tramite la pressione del tasto “A” (quella testata da Gamesurf é la versione Xbox360), aspettare che la pallina arrivi a tiro e poi chiudere il colpo mediante la pressione dello stesso tasto. Ovviamente in tutto questo processo avrete anche la possibilità di indirizzare anche il tiro verso l'angolo prescelto, agendo sullo stick sinistro.
Un sistema di gioco che, descritto così, potrebbe spaventare i più, ma che joypad alla mano appare estremamente semplice e intuitivo. Forse non dalle primissime battute, ma sicuramente dopo un ragionevole periodo di apprendimento saprà restituire al giocatore maggiori soddisfazioni dal momento che qualsiasi progresso nel proprio stile di gioco sarà imputabile più al proprio operato che non alla benevolenza del computer. Sotto quest'ottica sono spariti anche i “Risk shots” che erano stati gli elementi principe delle precedenti versioni. Esisterà ovviamente la possibilità di andare ad eseguire colpi particolarmente potenti o carichi d'effetto ma cambierà drasticamente il modo si cui andrà ad agire sul pad.
Rimangono inalterate nella sostanza, ma arricchite nella forma, le possibilità di personalizzazione del proprio alter ego prima di gettarlo nel pieno del vortice dei tornei e manifestazioni varie che compongono l'ossatura dell'intera carriera. Saranno ovviamente presenti anche i più importanti giocatori realmente esistenti che potranno essere utilizzati per le partite “singole” o per esibirvi nel multiplayer online che, come da tradizione, sarà uno degli elementi fondamentali del gioco nonché uno degli aspetti più curati dell'intera produzione. Accanto a giocatori di primissimo piano come Federer, Nadal e la Sharapova, abbiamo anche visto recentemente un Boris Becker perfettamente digitalizzato che può lasciar pensare ad una sezione “vecchie glorie” o alla possibilità di sbloccare giocatori aggiuntivi al raggiungimento di determinati obbiettivi.
In chiusura citiamo anche un rinnovato sistema di telecamere che, al contrario delle due presenti in precedenza, riescono a dare al titolo un aspetto di stampo televisivo e alla possibilità, richiesta a gran voce dalla maggior parte dei giocatori di giocare sempre nella parte bassa dello schermo, con il giocatore di schiena, in modo che l'esecuzione dei colpi avvenga nel modo più naturale possibile. Appuntamento rimandato al prossimo 30 Maggio, quando potremo finalmente indossare per la terza volta il completino da tennis targato 2K Sports.
La prima impressione di Top Spin 3 é assolutamente positiva. Il cambio di rotta operato PAM ha tutte le carte in regola per centrare il bersaglio grosso e imporre il titolo patrocinato da 2K Sports nell'olimpo dei titoli tennistici.
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