La Quimera: un FPS che promette ma non mantiene

L'anteprima del nuovo sparatutto di Reburn, tra ambientazioni suggestive e gameplay poco coinvolgente.

La Quimera un FPS che promette ma non mantiene

La Quimera è un first-person shooter, che una forte componente narrativa, sviluppato da Reburn, studio nato da una costola di 4A Games, celebre per la serie Metro. Per quanto si possa dire a riguardo, va da sé che se guardate una qualsiasi immagine o video di questo videogame, è difficile rimanere indifferenti dall'aspetto estetico, ma la controparte del gameplay, sarà altrettanto affascinante?

Nella giungla del futuro

Il titolo, pubblicato in accesso anticipato il 7 maggio 2025, è ambientato in un futuro distopico, precisamente nell’anno 2064, in una regione non specificata dell’America Latina. Il contesto geopolitico è segnato dalla dissoluzione degli stati nazionali tradizionali, sostituiti da microstati e corporazioni private che si contendono il controllo di territori devastati da decenni di disastri naturali e conflitti globali... sì, abbiamo già sentito questa storia varie volte, ma alla fine noi vogliamo solo imbracciare un fucile e sparare, no?

La Quimera: un FPS che promette ma non mantiene
Ricorda una scena di Killzone... ma la realtà è molto diversa... molto!

La narrazione si sviluppa attraverso la prospettiva di un operatore di una compagnia militare privata, un personaggio volutamente anonimo e privo di background definito, che si muove in un mondo dominato da eserciti privati, esoscheletri da combattimento e intelligenze artificiali. La storia si articola in tre missioni principali: un’operazione di addestramento, una missione di salvataggio ostaggi e un assalto finale a una struttura fortificata. La sceneggiatura, co-scritta dal regista Nicolas Winding Refn, punta a un tono crudo e disilluso, ma risulta frammentaria e priva di un vero arco narrativo, con un epilogo che riporta il giocatore al menu principale senza spiegazioni o risoluzioni. Ma non basta, la cosa che meno funziona è che se posso accettare uno script sopra le righe o molto epidermico, dal punto di vista della profondità, almeno che quel poco che ci sia funzioni bene, mentre in realtà la parte recitata è lenta, poco coinvolgente e sembra quasi che voglia farvi perdere tempo invece di darvi qualche spunto sulla lore.

FPS old school

Il gameplay si fonda su meccaniche di shooting classiche, con un sistema di combattimento che alterna armi elettromagnetiche, efficaci contro droni e robot, e armi cinetiche, più adatte contro nemici umani, non è da confondere però con il sistema di The Witcher, nel senso che non siete obbligati ad una o all'altra, ma avete delle ottimizzazioni in base alla tipologia di nemico. Le munizioni sono limitate e costringono il giocatore a esplorare costantemente l’ambiente per rifornirsi. A partire dalla seconda missione, il protagonista ottiene un esoscheletro che consente attacchi corpo a corpo potenziati e una maggiore resistenza ai danni, sebbene l’efficacia di quest’ultima caratteristica sia discutibile.

Nella fase finale viene introdotta una meccanica di scansione ambientale tramite quick-time event, utile per evidenziare i nemici ma difficile da gestire durante gli scontri a fuoco. Il punto è che il nemico sa sempre dove siete, sbaglia poco e spesso voi nemmeno sapete dov'è lui (o loro), anche se il feeling che si prova quando si scarica un caricatore su un nemico è anche piacevole. Le aree però sono estremamente limitate, ma soprattutto il motore di gioco è talmente pesante e mal ottimizzato che vi servirà una configurazione molto carrozzata per poter gestire il tutto. Il comparto tecnico si basa su una versione modificata dell’Unreal Engine 4. La resa visiva alterna scorci suggestivi a texture poco rifinite e animazioni rigide.

La Quimera: un FPS che promette ma non mantiene
Ci si sente sempre un po' spaesati in ogni contesto.

Gli ambienti, seppur ispirati a scenari urbani latinoamericani post-apocalittici, risultano spesso spogli e ripetitivi. Il design dei nemici è variegato, con fazioni che spaziano da predoni armati a unità corazzate d’élite, ma l’intelligenza artificiale appare limitata e prevedibile. Il gioco include anche un assistente IA personale che fornisce supporto tattico e suggerimenti durante l’esplorazione e il combattimento. La durata complessiva dell’esperienza si attesta intorno alle cinque ore, con una struttura lineare e priva di contenuti secondari o modalità alternative. È prevista una modalità cooperativa opzionale, non ancora attiva nella versione early access, che dovrebbe introdurre elementi di strategia e condivisione delle risorse tra giocatori.

Per quanto si sia solo agli inizi, non sono certamente dei migliori. Accedere a questo gioco non è economicissimo, l'offerta proposta sfiora il compitino affrettato e spesso fatto anche non benissimo, attendiamo che la software house corregga il tiro e ci offra una versione finale con un titolo indimenticabile... al momento è solo dimenticabile.

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