L’analisi dell’episodio 3 di True Detective: Night Country fra citazioni illustri e rivelazioni inaspettate

Alla scoperta del terzo episodio di True Detective: Night Country. Simboli, svolte narrative, colori.

Lanalisi dellepisodio 3 di True Detective Night Country fra citazioni illustri e rivelazioni inaspettate

Uomini adulti, grandi e grossi, morti di paura. E poi Il cerchio della vita: le grida di una bimba appena nata aprono l’episodio, le grida terrorizzate di Annie K lo chiudono. Il cerchio della vita, a Ennis, non è naturale.

Il terzo episodio di True Detective: Night Country (ogni lunedi su Sky Atlantic e NOW) ci ricorda che Ennis non è un posto come gli altri. Tornano gli elementi soprannaturali, e sono tanti.

Soprattutto, incontriamo Annie K (Nivi Pedersen) per la prima volta. Perché dobbiamo capire chi fosse la vittima. Dobbiamo sapere perché Navarro (Kali Reis) tenesse tanto a lei. Dobbiamo entrare nel mondo di una donna che aiutava le altre e combatteva per salvare la propria terra.

Naturale e soprannaturale

L’analisi dell’episodio 3 di True Detective: Night Country fra citazioni illustri e rivelazioni inaspettate

Come nell’episodio 2, che abbiamo analizzato qui, il contrasto interno/esterno, caldo/freddo, luce/oscurità viene mantenuto durante la narrazione. Per ricordarci sempre dove siamo, ma stavolta anche per mostrarci come il soprannaturale sia sempre, in qualche modo, legato alla natura.

Navarro vede tornare indietro un’arancia lanciata in mezzo al nulla. Cade mentre insegue qualcuno sul ghiaccio (Travis?) e ha una visione: un bambino in pigiama che stringe l’orso polare di peluche senza un occhio e le sussurra:

Di’ alla mia mamma…”.

Sappiamo già chi sia quel bambino, ma non è questo che conta, ora.

Conta come Navarro segua la propria pista fatta di antiche origini e cultura nativa mentre Danvers (Jodie Foster) ostenta ossessivamente la razionalità.

Ma c’è di più. Quando l’unico scienziato sopravvissuto, senza entrambe le gambe e un braccio, con il viso e la mano anneriti dalla cancrena del ghiaccio, si risveglia e parla a Navarro di sua madre, che la saluta e la sta aspettando, il soprannaturale domina incontrastato.

Navarro ci racconta, tramite il dialogo con Kaviq - che cita Il silenzio degli innocenti: l’uomo vuole un do ut des, io ti dico qualcosa tu mi di ci qualcosa, come fece il dottor Lecter con Clarice Starling, Jodie Foster, e il quid pro quo - la storia di sua madre.

La famiglia di Navarro è sempre stata circondata dal soprannaturale. Dalla malattia mentale che spinge a pregare e imprecare, a sognare di sparire. Come la stessa Navarro racconta a Danvers, mostrando che anche lei ha pensieri come quelli della madre e la sorella Julia (Aka Niviâna), ma ha qualcosa in più rispetto a loro: un motivo per vivere. Risolvere il mistero della morte di Annie. Fare giustizia. Trovare il colpevole.

Annie sognava il simbolo che si è tatuata sulla schiena, la spirale. Sappiamo cosa rappresenta dall’analisi dell’episodio 1, ma il ritorno ossessivo del soprannaturale - il sogno che dà un messaggio - è il segno distintivo di questo episodio e si lega sempre a Navarro. Conduce sempre a lei.

Liz Danvers

L’analisi dell’episodio 3 di True Detective: Night Country fra citazioni illustri e rivelazioni inaspettate

Protagonista assoluta di questo episodio, nonostante gli eventi soprannaturali che coinvolgono Navarro, è Liz Danvers. Scopriamo tanto di lei, finalmente.

Sappiamo che mente a Pete Prior (Finn Bennett) quando gli racconta dell’omicidio-suicidio che ha causato la frattura fra lei e Navarro (William Wheeler era ancora vivo, quando sono arrivate).

Quando gli racconta questa storia, si trova al centro di una stanza seduta su una scatola di cartone. La camera le gira intorno, in panoramica circolare, per poi fermarsi sul volto sconvolto di Pete, che ascolta.

Quando torna a inquadrare Danvers, l’inquadratura è sul suo viso e si stringe sempre di più.

Mentre parla, la camera gira intorno a lei: sta dicendo la verità. Quando si ferma e stringe sul suo viso, arriva la parte in cui mente.

Danvers si trova al centro delle situazioni, che girano intorno a lei: i casi. Ma poi ha un suo punto di vista sulle cose, che ci avvicinano a lei. E ci mostrano che mente.

Ancora: la tenerezza infinita che Liz mostra verso i bambini (Darwin, la figlioletta di Susan, il neonato che non c’è più, tanto che è l’unica donna bianca a rendere omaggio alla madre che ha perso il figlio…) ci racconta la sua storia. Liz si trasforma, quando c’è un bambino. Spariscono le parolacce e i modi duri.

Liz Danvers passa da “Io odio tutti” - come dice a Pete - a “Ti racconto una storia” senza passare da una fase intermedia.

Liz Danvers è stata una grande madre. Una mamma fantastica, indurita dalla vita.

E durissima con Leah (Isabella LaBlanc), con la quale ha una discussione molto forte e che costringe a lavarsi via il simbolo dipinto sul mento. Se prima non sapevamo perché, ora sì: è lo stesso tatuaggio che aveva Annie K. E Danvers ha visto migliaia di volte la foto di quel simbolo sul viso di una ragazza brutalmente assassinata. Non vuole dover associare il viso di Leah a quello di Annie neanche per sbaglio.

True Detective

L’analisi dell’episodio 3 di True Detective: Night Country fra citazioni illustri e rivelazioni inaspettate

C’è una sequenza, più o meno a metà di questo episodio, in cui Danvers e Navarro tornano ufficialmente a lavorare insieme. Aprono tutte le scatole con le cose di Clark raccolte dalla roulotte e iniziano a esaminarle, in silenzio. Poi iniziano a ragionare a voce alta, e Liz guida la collega nell’indagine, con la sua frase rituale:

Fai la domanda.

Veder lavorare la mente di Danvers è affascinante tanto quanto lo era veder ragionare Cohle (Matthew McConaughey) nella prima stagione.

Qui siamo a Ennis, immersi nel ghiaccio e nella notte perenne, nelle visioni e nei sussurri, ma questo è True Detective e il terzo episodio ce lo ricorda più degli altri.

Un grande momento in puro stile detective drama segna il ritorno della confidenza fra Danvers e Navarro, immediatamente. Come se non fosse successo nulla.

Due donne diverse, con approcci diametralmente opposti, si mostrano complementari.

E Danvers, come fa sempre con Pete, guida la collega. Danvers insegna.

Danvers arricchisce le persone. Anche fra una parolaccia e l’altra e fra una tazza versata in faccia a Hank (John Hawkes) e l’altra. Almeno, Pete non coglie il riferimento al “giocare a fare la signora Robinson”, sicuramente non ha visto Il laureato - il film con Dustin Hoffman in cui Anne Bancroft seduce il giovane laureato, che si innamora poi della figlia di lei.

La miniera

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Nella sezione “naturale” di questo episodio svetta la miniera. L’acqua nera che esce dai rubinetti, le proteste che stanno organizzando - con la partecipazione di Leah - il ricordo delle azioni di Annie K contro la miniera che inquinava la sua terra.

La miniera, però, come ricorda la razionale Danvers, dà lavoro a metà della popolazione di Ennis, città che senza la miniera non esisterebbe.

Il tema dell’inquinamento a scapito della salute - la mortalità natale è in vertiginoso aumento a Ennis - richiama ciò che, in misura esponenziale, succede nel mondo di oggi: sappiamo benissimo che stiamo avvelenando il pianeta, e di conseguenza noi stessi, ma ce ne freghiamo per fini economici. Proprio come succede a metà della popolazione di Ennis.

Tanto che l’ex scienziato Oliver Tagaq (Lance Karmer) si è rifugiato a vivere lontano, in un isolato campo nomadi, e se inizialmente sembra disposto a collaborare sentendo il nome di Annie, quando partono le domande sui suoi ex colleghi, ora morti, cosa che Oliver non sapeva, è pronto a sparare al capo della polizia.

La miniera, insieme a Annie -  il suo primo incontro con Navarro avviene quando la poliziotta si reca da lei per arrestarla per i danneggiamenti alla miniera - è la ragione stessa per cui Oliver si è allontanato prima dalla stazione di ricerca e poi dalla città.

Ennis viene mostrata al centro dell’oscurità, illuminata dalle decorazioni natalizie nel buio.

Ma le uniche luci che la rappresentano davvero sono il rosso e il blu della sirena dell’auto della polizia che si allontana nella notte.

L’analisi dei colori

L’analisi dell’episodio 3 di True Detective: Night Country fra citazioni illustri e rivelazioni inaspettate

Rosso e blu, non a caso, sono uno dei simboli di questo episodio. Ma per il rosso in presenza dominante è ancora presto: lo vediamo molto in ospedale, ma ancora non è il suo momento.

Per contrastare il freddo e il buio viene usato soprattutto il giallo, stavolta.

I flashback sono filtrati con luce azzurra, freddi, distanti nel tempo ma non nella memoria.

Il calore del luogo in cui Annie fa nascere i bambini fa riferimento ai colori caldi, il giallo e il rosso, così come la camera di Leah e una parte della casa in lutto per il neonato.

Il nero della notte vira al blu mentre Navarro partecipa da sola alle ricerche di Clark, per effetto del ghiaccio che lo stempera.

L’alternanza del freddo e del caldo - con gli interni della stazione di polizia caldi e il freddo là fuori - mette in contrasto i colori caldi e quelli freddi.

C’è anche tanto giallo, dicevo, per indicare calore e rappresentare la luce, contestando il buio.

Il giallo, lo sappiamo tutti, è il colore dei raggi del sole, della luce d’oro, rappresenta la luce così come il suo opposto, il nero - in questo episodio declinato nel blu scuro della notte - è anche un suo colore complementare. Il giallo è il colore della natura, qui contrapposto al soprannaturale. Ma il giallo, secondo diverse culture è un colore ambivalente. In India un coltello dorato venire usato per i sacrifici, perché l’oro è luce e accompagna subito il sacrificio (ndr: cavalli, principalmente) nel regno degli dei. Ma il giallo caldo, dorato, si differenzia molto dal giallo pallido, e in questo episodio troviamo entrambi. Secondo l’antica cultura mediorientale, il giallo dorato simboleggia saggezza e buon consiglio, mentre il giallo si associa a tradimento e inganno. Il necessario, insomma, per scovare la verità dietro le menzogne e risolvere un caso.

Il blu è il colore della notte, scandisce i ritmi della vita umana. Così come il giallo rappresenta la natura, il blu è simbolo del soprannaturale, del divino, di ciò che va oltre la terrena comprensione.

Il blu si associa spesso alle divinità, agli dei avvolti in mantelli blu o azzurro scuro, che declinano il colore del cielo in cui l’uomo immagina che vivano e regnino.

Se ci fate caso, il blu in questo episodio in particolare, ma nella stagione in generale, è spesso associato a Navarro. Lei si lega all’aspetto soprannaturale, ma anche alla fede divina. Quando dice di pregare, Danvers la deride chiedendole se parla con Dio, ma lei risponde:

No. Ascolto.

Danvers è circondata dal giallo, in tutte le sue declinazioni, e dai colori caldi, mentre Navarro è immersa nella notte, nel cielo, nella spiritualità. A conferma di ciò che la primissima presentazione dei personaggi ci aveva già raccontato.