L'era di PlayStation 5 è appena iniziata e questo è un problema per Sony
Ultimamente si parla tanto di PlayStation 6, eppure sembra che solo ora stia iniziando veramente l'era di PlayStation 5

Qualche settimana fa in una sua intervista sulle pagine del Nikkei, il principale quotidiano finanziario del giappone e anche quello con la maggior copertura mondiale, Il Presidente di Capcom Haruhiro Tsujimoto ha indicato il prezzo elevato di PlayStation 5 e dei suoi servizi come una delle cause principali delle difficoltà che Monster Hunter Wilds sta attraversando.
Secondo il Presidente di Capcom, il prezzo di PlayStation 5 - che negli ultimi mesi è andato gradualmente alzandosi segnando un record assoluto nella storia dell'industria - rappresenta oggi un enorme ostacolo per i potenziali acquirenti, soprattutto quelli più giovani, che non possono permettersi di spendere tali cifre per giocare.
Dietro le parole di Tsujimoto si nasconde la chiara volontà di scaricare alcune colpe di Capcom - quale la scarsità di contenuti endgame e delle prestazioni su PC non proprio ottimali - su PlayStation, cavalcando anche il sentimento comune che il prezzo della console di Sony sia ad oggi troppo alto per un prodotto arrivato sul mercato 5 anni fa.

Ma tali parole ci dicono anche altro; tra cui il fatto che il Presidente di una azienda terza possa criticare le strategie di Sony sulle pagine di una rivista finanziaria di primo livello.
E sono proprio le strategie attuate da Sony negli ultimi anni che hanno fatto sì che la sua forza - economica e politica - andasse man mano calando permettendo alle terze parti di muovere accuse tanto importanti verso la casa giapponese.
Non sorprende quindi che negli uffici di Tokyo (Sony) e San Mateo (PlayStation) ci si stia
organizzando per riconquistare quella forza che ha reso PlayStation la regina indiscussa del settore gaming.
Se non ti piace ciò di cui si sta parlando, cambia l’argomento!

È il consiglio che, in Mad Men, Donald Draper rivolge a un cliente alle prese con le critiche dell’opinione pubblica verso il suo prodotto: quando non puoi controllare la conversazione, spostala su un terreno a te favorevole.
E a guardare bene, sembra che i dirigenti di Sony abbiano preso alla lettera tale consiglio.
In un momento in cui le critiche mosse verso PlayStation 5 si fanno sempre più incalzanti, Sony ha cominciato a parlare sempre più di PlayStation 6, con il Presidente Hideaki Nishino che, nel giugno 2025, durante un incontro con gli investitori ha spiegato di come la prossima console aiuterà l’azienda a superare le difficoltà odierne.
Guardando alle critiche mosse da parte dei giocatori e della critica verso la current gen, non è poi così sbagliato pensare che Sony non veda l’ora di mettersi alle spalle l’esperienza PlayStation 5 per dare il via a una nuova generazione che potrebbe rappresentare un nuovo anno zero.
Eppure le cose, come al solito, sono ben più complicate e il lancio di una nuova generazione, che secondo alcuni leak dovrebbe avvenire tra il 2027 e il 2028, potrebbe rappresentare un harakiri per Sony.
Pochi giochi su PlayStation 5, ma è vero?

Guardando ai dati nudi e crudi, che per loro natura sono da sempre sinonimo di sentenza, negli ultimi 4 anni anni, il numero di titoli esclusivi approdati su PlayStation 5 non è stato poi tanto minore da quello delle esclusive che nel quadriennio 2016-2019 sono arrivate su PlayStation 4 - periodo tra l’altro in cui la console di Sony era nel picco produttivo.
Tra il 2016 e il 2020, sono state 13 le grosse esclusive Sony: Uncharted 4, Ratchet & Clank, The Last Guardian, Horizon Zero dawn, Uncharted L’eredità Perduta, God Of War, Detroit Become Human, Spider-Man, Days Gone, Dreams, TLOU II, Ghost Of Tsushima e Spider-Man Miles Morales.
Al contempo, se si guarda al quadriennio 2021-2025 viene fuori che casa Sony ha offerto ai giocatori lo stesso numero di esclusive: Demon’s Souls - sì, lo so è 2020, ma è stata la prima esclusiva PS5 -, Returnal, Ratchet & Clank: Rift Apart, Deathloop, Gran Turismo 7, Horizon Forbidden West, God Of War Ragnarok, Spider-Man 2, Helldivers 2, Stellar Blade, Astro Bot, Death Stranding 2 e l’imminente Ghost Of Yotei.
Guardando a questa lista, qualcuno potrebbe sollevare 2 obiezioni: tanti dei giochi elencati per PS5 sono stati pubblicati anche su PS4 e alcuni di questi non sono titoli first party Sony; e queste obiezioni sarebbero totalmente legittime se vivessimo nel 2018, ma purtroppo nel bene e nel male siamo nel 2025, momento storico in cui il mercato dei videogiochi sta affrontando una vera e propria rivoluzione.
Comprendere l’attuale situazione di Sony richiede una visione ben più ampia della critica al titolo first party, anzi va a toccare tutta una serie di fattori, programmati e non, che tra inciampi e successi hanno fatto sì che oggi, nella seconda metà del 2025, sia possibile affermare che l’era di PlayStation 5 sia appena iniziata.
La Pax Romana dei videogiochi

Dal regno di Augusto nel 27 A.C alla morte di Aurelio nel 180 D.C, Roma visse il suo momento di massima prosperità, con i vari stati interni dell’impero che accettarono una dominazione Romana fatta di Do Ut Des - dare e avere - che ha portato prosperità generale in ogni angolo dell’Impero.
Cosa che molti non ricordano è che per arrivare alla Pax Romana, Roma è stata soggetta a scontri interni e tradimenti, tanto da portare alla caduta della Repubblica.
Ora non sto qui a fare una lezione di storia antica - che sarebbe sicuramente divertente -
tuttavia il percorso che ha portato alla Pax Romana mi aiuta a costruire un parallelo
romanticissimo con la console war che il mondo dei videogiochi ha vissuto sin dagli anni ‘80.
Una console war che ha visto gradualmente ridursi il numero di console sul mercato, fino al 2025; anno in cui PlayStation si è imposta come console domestica per antonomasia e Microsoft ha deciso di diventare un producer a tutto tondo.
Una situazione che promette prosperità videoludica, facendo sì che i giocatori PC possono mettere mano alle esclusive PlayStation e i possessori della console Sony possano godere di franchise come Gears Of War.
La fine della console war non è stato un risultato indolore, bensì un mix di decisioni sbagliate e colpi di fortuna che hanno interessato entrambe le parti in causa e hanno fatto sì che in realtà non ci fosse nessun reale vincitore, bensì una, momentanea, divisione del mercato.
Sony ha imposto PlayStation con console domestica mentre Microsoft si è assicurata il mercato PC - il quale è più grande di quello console - e una predominanza nel mercato del cloud gaming.
Tutto grazie alla pandemia da Covid-19

C’è una ragione esatta per cui durante questa generazione si è riusciti a sorpassare il concetto di Console War.
La pandemia di Covid-19 che ha seguito il lancio della current-gen ha reso il gaming una delle principali forme di intrattenimento durante il lockdown facendo crescere la base di utenti in tutto il globo.
Questo aumento dei giocatori si è incrociato con la crescita dei servizi in abbonamento come Xbox Game Pass e PlayStation Plus, che visti i numeri in crescita sono diventati una parte cruciale della strategia di Sony e Microsoft, portando quindi la competizione, che fino a quel momento si era limitata all’hardware, a un nuovo livello; ovvero quello dei servizi.
La pandemia ha però portato con sé anche la crisi dei semiconduttori e la conseguente difficoltà di reperire le console della current gen, così in tanti sono rimasti o hanno virato sulle console della scorsa generazione - soprattutto PlayStation 4 - per passare solo oggi alla current gen.
Ciò ha fatto sì che negli anni abbiamo visto arrivare sul mercato dei titoli che per questioni puramente economiche dovevano essere sviluppati sia per PlayStation 4 che per PlayStation 5, con conseguenti problemi di ottimizzazione e nell’uso della potenza offerta da PS5.
Cosa che ha portato ad anni di titoli cross-gen che hanno causato un generale malumore tra i giocatori.
Un cane che si morde la coda

Tale catena si è rotta solo nel 2025, quando a inizio anno Sony ha annunciato che a partire da Gennaio 2026 il servizio PlayStation Plus si concentrerà su PlayStation 5.
Nel corso dei mesi, è stato poi il tempo dei publisher di titoli live service, come Genshin Impact o PUBG, che hanno annunciato di avere in programma di interrompere il supporto alle versioni PS4 dei loro titoli per via delle limitazioni tecniche della console.
E stranamente, è nel 2025 che tante software house hanno cominciato a produrre i propri giochi unicamente su current gen.
Al netto della minor potenza di calcolo di PS4, è facile immaginare che tali decisioni siano anche figlie dell’aumento di unità vendute da PlayStation 5, che a giugno 2025 ha raggiunto quota 80.3 milioni.
Un ammontare di basi installate capace di reggere, finalmente, il mercato senza dover affidarsi ai possessori di PS4 - molti dei quali hanno comunque tra le mani una PS5.
Tutto ciò va poi analizzato nell’ottica che a Marzo 2026 GTA VI arriverà sul mercato e spingerà quelli che secondo Everett Rogers si chiamano “Laggards” - ritardatari - a passare alla current gen; portando quindi a un boost nelle vendite di PS5.
E se ciò da una parte rappresenta un’enorme vittoria per Sony, dall’altra rischia di diventare anche una zappa sui piedi per l’azienda.
Se è vero che PlayStation 6 uscirà tra il 2027 e il 2028, chi ha comprato oggi una PlayStation 5 difficilmente acquisterà una nuova console, creando quindi una situazione dove gli sviluppatori saranno costretti a sviluppare i loro titoli sia per PS5 che per PS6 con l’impossibilità di sfruttare appieno il potenziale della nuova console.
Un dejavù.
Metti la PS5, togli la PS5

Ovvio che c’è una fetta di pubblico, veneratrice dei 60 FPS a 4K nativi, che invoca una nuova generazione di console, la quale però sembra relativamente piccola se si guarda al mercato globale.
Il successo di Clair Obscure 33, Balatro, Astro Bot, Warhammer 40000 e tanti altri giochi
“piccoli” ha mostrato come i giocatori non hanno necessariamente bisogno di portenti tecnici, bensì di storie accattivanti ed esperienze ludiche divertenti; senza dimenticare che ormai anche un doppia A può offrire un risultato tecnico di altissimo livello.
Economicamente parlando poi, lo sviluppo dei tripla A non è più sinonimo di vendite stratosferiche - citofonare Bioware e Ubisoft per altre informazioni.
Secondo il report annuale di Newzoo - di cui vi ho parlato in una puntata di Just play - i giochi più giocati durante il 2024 sono tutti vecchi di almeno 6 anni, a dimostrazione che tale evoluzione tecnologica non è ancora necessaria.
E anche volendo guardare ai portenti tecnici, Death Stranding 2 ci ha mostrato come la current gen può offrire prestazioni straordinarie con un accurato lavoro di ottimizzazione.
Chiudo la mia filippica guardando Nintendo, la cui Switch 2 sicuramente non è un’esplosione di tecnologia, eppure eccoci qui a parlare di successo.
Come un moderno Tantalo, Sony si trova in una situazione ideale: la sua console è nella casa della maggioranza dei giocatori ed è pronta ad accogliere la valanga di opportunità portata da GTA VI. Eppure, non sembra abbastanza.
Affibbiare a PlayStation 5 le conseguenze di strategie sbagliate aiuta a creare un nemico nella mente del consumatore e proporre una nuova console equivale a sconfiggere tale nemico.
Il problema di fondo è che questa rappresenterebbe solo un’altra di queste strategie sbagliate.
PlayStation 6 vivrebbe le stesse problematiche vissute da PlayStation 5, se non maggiori.
Questo perché l'era PlayStation 5 è appena iniziata ed è più splendente che mai, e sembra che l’unica a non averlo capito sia Sony.


