Fable: The Journey

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In arrivo il prossimo 12 ottobre, Fable The Journey, rappresenta il primo titolo di Lionhead Studios destinato a Kinect. Dopo l'addio di Peter Molyneux, rimasto comunque nel team fino al completamento dello sviluppo, all'atipico episodio della celebre serie spetta l'arduo compito di dare un senso (sarebbe anche ora!) al binomio Kinect-hardcore. Abbandonati gli elementi tipici della serie, il gioco si presenta come un'avventura su binari (nella fase da noi testata almeno) caratterizzata dalla possibilità di muoversi da un punto ad un altro quando alcune fasi di combattimento lo prevedono, lasciando invece all'avanzamento automatico la progressione tra uno scontro e l'altro. Proprio nel combattimento risiede l'altre novità: in Fable The Journey non si utilizzeranno armi ma unicamente magie di vario tipo.



La demo rilasciata ieri su Xbox Live, al contrario di quanto fosse lecito aspettarsi, non ci ha permesso di testare la fase a bordo del calesse. Un'assenza (ingiustificata) che non ci consente di dare un giudizio, seppur approssimativo, sull'esperienza globale offerta dal gioco. La demo, dopo un lungo tutorial utile a farci prendere dimestichezza con i vari attacchi magici e con la parata, permette di testare una fase a piedi all'interno di un dungeon. La ricompensa per aver dimostrato il nostro valore, affrontando una serie di nemici, sono dei guanti speciali utili ad affrontare un gigantesco troll e, guardando al futuro, a compiere la nostra missione: salvare Albion da una nube che minaccia di avvolgerla per sempre. Nonostante l'incipit non particolarmente originale, già dalle prime fasi di gioco, si notano alcune interessanti novità.

Il personaggio, solo abbozzato nei precedenti episodi, appare ben caratterizzato e dotato di una propria personalità; impressione che viene ben presto confermata dal fortuito incontro con Theresa, la maga-veggente che ci accompagnerà durante l'avventura e sul cui passato Lionhead promette, finalmente, di voler fare luce. Elementi che, uniti alle dichiarazioni degli sviluppatori e ad un miglior taglio registico, sembrano puntare verso un'esperienza molto ricca da un punto di vista narrativo; ambito su cui i precedenti Fable non hanno mai brillato particolarmente. Un look più "dark" e adulto caratterizza l'ambientazione e il design dei nemici, restituendo un'esperienza dal feeling meno "scanzonato" rispetto al passato. Un risultato probabilmente, almeno in parte, favorito dall'Unreal Engine, celebre engine che ha rimpiazzato il datato motore proprietario di Lionhead, quasi sicuramente in "sala trucco" in vista di un Fable IV in arrivo su Xbox 720.




Il motore di Epic Games, unito all'abbandono della classica struttura open-world, ha reso possibile un apprezzabile passo in avanti dal punto di vista tecnico. Le ambientazioni, gli effetti luce e particellari esaltano ulteriormente il fascino di Albion, mentre i nemici appaiono ricchi di dettagli e ben animati. L'impressione é quella di trovarsi di fronte al miglior gioco per Kinect, almeno dal punto di vista visivo. Buona, anche se con qualche sbavatura (specialmente durante i movimenti più articolati) la risposta ai comandi. Alcuni attacchi magici richiederanno una certa precisione per andare a buon fine, portando ad un minor danno o ad un colpo a vuoto nel caso di movimenti imprecisi.

Presenti e ben implementati anche i comandi vocali per evocare le magie che, se selezionati, lasciano ai movimenti delle mani il solo compito di scagliarle. Questo nuovo incontro con il gioco, nonostante la grave assenza delle fasi a cavallo, ci ha dato la sensazione di trovarci di fronte ad un prodotto ben realizzato e, cosa più importante, sviluppato tenendo in considerazione le potenzialità della periferica. Le premesse sono buone, per scoprire le reali qualità del titolo (e la sua ipotetica natura “hardcore”) vi rimandiamo alla nostra recensione. Come la storia insegna: con Kinect meglio andarci con i piedi di piombo...



Fable: The Journey

Fable: The Journey

Questo nuovo incontro con il gioco, nonostante la grave assenza delle fasi a cavallo, ci ha dato la sensazione di trovarci di fronte ad un prodotto ben realizzato e, cosa più importante, sviluppato tenendo in considerazione le potenzialità della periferica. Le premesse sono buone, ma per scoprire le reali qualità del titolo (e la sua ipotetica natura “hardcore”) vi rimandiamo alla nostra recensione.
Come la storia insegna: con Kinect meglio andarci con i piedi di piombo...