5 campagne di guerrilla marketing ideate per i videogiochi

Le 5 migliori campagne di guerrilla marketing ideate per sponsorizzare il lancio di un videogioco

5 campagne di guerrilla marketing ideate per i videogiochi

L’immagine di Super Mario che esce fuori dalla “Colonne Morris” di Parigi, storica colonna pubblicitaria che dalla prima metà del 1800 viene usata per pubblicizzare spettacoli teatrali e film nella capitale francese, ha fatto il giro del web per via della sua genialità.

C’è, però, un altro fattore per cui quell’immagine è potentissima. 

Come detto, la “Colonne Morris” è un vero e proprio simbolo di Parigi e della cinematografia in generale, su di essa sono passate le locandine di alcuni dei film più importanti della storia. 

5 campagne di guerrilla marketing ideate per i videogiochi

Il modo in cui Super Mario si è appropriato di questo monumento pop simboleggia il duplice rapporto tra videogiochi e cinema, in crescita esponenziale, e quello tra videogiochi e marketing, ormai affermato da decenni.

Ed è di quest’ultimo che andiamo ad analizzare oggi con le 5 migliori campagne di Guerrilla Marketing ideate per i videogiochi.

Lost Planet 2 - Capcom

Per il lancio del sequel di Lost Planet, Capcom ha ideato una campagna di guerrilla marketing che sposava in pieno la natura del gioco stesso. 

In linea con la natura di EDN III, il pianeta ghiacciato che fa da teatro alle vicende del gioco, Capcom piazzò 1000 blocchi di ghiaccio contenenti una copia del gioco in giro per le più grandi città degli Stati uniti.

La campagna, ampiamente sponsorizzata sui social media, invitava i fan a cercare i blocchi di ghiaccio e a romperli per ricevere una copia del gioco.

La campagna si è rivelata un enorme successo per Capcom poiché è riuscita nell’obiettivo di portare una enorme visibilità al gioco nonostante un budget molto basso. I social della casa di sviluppo e del franchise sono stati letteralmente invasi da contenuti creati dagli utenti che hanno registrato sia la ricerca dei blocchi sia l’opera di distruzione di questi.

Ai numeri, ottimi, si aggiunge la bravura di Capcom nell’essere stata in grado di regalare un’esperienza sensoriale in linea con il tema del gioco.

 

5 campagne di guerrilla marketing ideate per i videogiochi

 

Red Faction Guerrilla - THQ

Nel Giugno del 2009, per il lancio del gioco Red Faction Guerrilla, THQ decise di ideare una campagna di guerrilla marketing che raccontasse l’enorme possibilità distruttiva concessa dal motore di sviluppo del gioco, tra i migliori sotto questo punto di vista all’epoca.

Un venerdì sera, Simon Watts, PR manager di THQ, decise di parcheggiare un’auto piena zeppa di copie del gioco da qualche parte e vedere quale fosse la reazione dei passanti.

L’idea gli rimase in testa per un po’ di giorni e quando ricevette abbastanza pareri positivi, decise di darle vita.

Così, THQ decise di acquistare un’auto di seconda mano, riempirla di copie del gioco e parcheggiarla in una strada di Londra.

Lo stesso team di sviluppo era però abbastanza incredulo riguardo il fatto che i cittadini di Londra potessero decidere di punto e in bianco di distruggere un'automobile per rubare dei videogiochi; così, per invogliarli, fù deciso di porre un martello nelle vicinanze dell’auto.

La campagna fu un successo e l’auto divenne oggetto di vandalismo e furti vari, con persone che decisero di utilizzare il martello anche quando i videogiochi all’interno erano già facilmente “rubabili”.

Nota simpatica della campagna è che il team di THQ decise di legare il martello al muro con una catena; non sia mai qualcuno lo rubasse.

 

5 campagne di guerrilla marketing ideate per i videogiochi

 

Mass Effect 3 - Electronic Arts

Dopo il successo dei primi due titoli della saga di Mass Effect, l’hype creatosi attorno al terzo capitolo del franchise era enorme ed EA comprese che il solito trailer cinematico e una campagna di marketing tradizionale non sarebbero bastati a saziare i fan.

Così, dopo una serie di analisi e proposte, si giunse all’idea di creare una campagna di guerrilla marketing che sposasse la vocazione spaziale della saga; mandando delle copie di Mass Effect 3 nello spazio con dei palloni meteorologici.

Queste copie, lanciate nell’atmosfera in alcune delle più importanti città al mondo, Londra, New York e Las Vegas incluse, erano dotate di un segnalatore GPS e sarebbero ritornate sulla terra.

I fan avrebbero potuto seguire, ed inseguire, il percorso delle copie e accaparrarsi qualcuna di quelle che sarebbero tornate.

Agli inizi, la campagna non andò alla perfezione poiché alcune copie andarono a finire in proprietà private o in luoghi difficilmente raggiungibili. Tuttavia, EA riuscì a girare la cosa in proprio favore con una serie di commenti ironici su Twitter.

Quando le prime copie vennero raccolte dai fan, questi trovarono una copia del gioco e diversi pezzi di merchandise.

La campagna strizzava l’occhio al tema principale della saga: l’esplorazione, e ciò riuscì a coinvolgere i fan che crearono a loro volta materiale da condividere sui social che diedero enorme risonanza alla campagna.

 

5 campagne di guerrilla marketing ideate per i videogiochi

 

Resident Evil 5 - Capcom

Dopo il successo di Resident Evil 4, Capcom aveva creato un leggero hype riguardo l’uscita del quinto capitolo della sua saga survival horror. Decise così di fare le cose in grande.

L’idea che venne fuori, fù quella di una caccia al tesoro in giro per Londra un po’ particolare: i tesori da trovare erano parti di un corpo umano.

I fan interessati a partecipare avrebbero dovuto scrivere ad uno specifico indirizzo e-mail che avrebbe poi risposto con una serie di indizi riguardanti i posti in cui le varie parti dei corpi erano state nascoste. Chi riusciva a trovare una o più parti, sarebbe dovuto poi andare al ponte di Westminster e urlare “Kijuju” in modo da ricevere un certo ammontare di punti. La persona che avrebbe raccolto l’ammontare maggiore di punti, avrebbe vinto un viaggio in Africa - il gioco era ambientato nella città di fantasia di Kijuju in Africa.

La campagna fu un successone e attirò centinaia di fan della saga. Tuttavia, le tante altre persone in giro per Londra e ignare di cosa stesse succedendo chiamarono la polizia comunicando la loro preoccupazione per le persone che andavano in giro con arti sanguinanti o teste mozzate.

Gli organizzatori, ammisero che alla fine della caccia al tesoro non erano più stati rinvenuti due torsi, una testa e 6 arti.

Di conseguenza la stessa Capcom si trovò costretta a pubblicare un comunicate dove chiedeva ai suoi fan di restituire i pezzi mancanti o di smaltirli in maniera adeguata.

Alla fine, la caccia al tesoro fu vinta da Steve Long, che all’epoca aveva 26 anni e si accaparrò il viaggio per 2 persone in Africa.
Chissà se oggi Steve conserva ancora qualche pezzo di corpo che Capcom non ha mai più ritrovato.

 

5 campagne di guerrilla marketing ideate per i videogiochi

 

Watch Dogs - Ubisoft

Chiudiamo la nostra lista con Ubisoft e la sua idea, pazzesca, con la quale ha pubblicizzato Watch Dogs.

Il gioco con protagonista Aiden Pearce pubblicato nel 2014 fu presentato da Ubisoft come un titolo capace di rivoluzionare la vecchia generazione di console e, per l’occorrenza, la casa di sviluppo mise in atto una campagna di marketing monumentale, fatta di annunci in TV, campagne Out of Home, trailer cinematici e una campagna di guerrilla marketing ancora oggi difficilmente eguagliabile.

Ubisoft allestì in una via di New York, piena zeppa di telecamere, un piccolo negozio di elettronica che proponeva un’offerta straordinaria: riparare qualsiasi smartphone in 15 minuti. 

L'offerta attirò tantissimi clienti che avevano problemi con il proprio smartphone. Il titolare del negozio, una volta ricevuto il telefono del cliente, andava nel retro e lo sostituiva con un altro telefono.

Tornato dal cliente, il commerciante gli comunicava di aver risolto il problema e di aver installato un’app che gli permetteva di controllare tutti i dispositivi elettrici nelle vicinanze

All’incredulità del cliente, il negoziante risponde mostrando come riuscisse ad accendere e spegnere le luci del negozio con lo smartphone, per poi alzare la posta e mostrandogli come potesse accendere e spegnere i lampioni della strada, aprire delle auto parcheggiate e far uscire dei soldi da un ATM li vicino, con decine di attori che accorrevano per raccogliere il denaro.

Il commerciante propone poi al cliente di turno di accendere un semaforo all’angolo della strada. Una volta convinto il cliente, allo scattare del verde, ecco che una moto e un’auto si scontrano.

Una volta arrivata la polizia sul posto, questa sequestra il telefono e mostra ai poveri malcapitati il messaggio

“Hai appena provato cosa puoi fare con Watch Dogs”

Che dire; Geniale!

 

 

Menzione d’onore

Live from PS5

La campagna di guerrilla marketing lanciata da Sony a livello globale è una chiara dichiarazione di intenti di portare il marketing legato ai videogiochi ad un livello successivo. 

Live from PS5 punta all’omnicanalità  coinvolgendo influencer, videogiocatori, attori, doppiatori e  cosplayer in una campagna che non punta a pubblicizzare un singolo titolo al lancio, bensì l’intero ecosistema PlayStation, fatto soprattutto di titoli già pubblicati; alcuni anche da un paio di anni.

Insomma, una campagna geniale che punta tutto sul senso di appartenenza ad una community e alla partecipazione diretta.

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