Venezia 82, chi vincerà? La vittoria di The Voice of Hind Rajb viene data per certa, ma...
Il Leone d’Oro 2025 sembra già una pratica chiusa: le previsioni della vigilia danno per stra-favorito il film The Voice of Hind Rajb. Cosa aspettarsi dalla premiazione.

Sembra tutto facile alla vigilia di Venezia 82: il film tunisino The Voice of Hind Rajb non pare avere rivali nella sua corsa al Leone d’Oro. Il lungometraggio di Kaouther Ben Hania ha monopolizzato l’attenzione in Laguna per giorni, tramutandosi già nel film simbolo dell’edizione. La pellicola ricostruisce le drammatiche ultime ore di vita di una bambina gazawi bloccata in una macchina crivellata di corpi dai carri armati israeliani a Nord della Striscia di Gaza, in una parte di territorio in cui anche i mezzi di soccorso hanno accesso con grande difficoltà.
La vicenda risale all’inizio del 2024 e fece molto scalpore perché la Mezzaluna Rossa, nel tentativo di ottenere i permessi necessari per salvare la bambina di soli 5 anni, pubblicò alcuni stralci della telefonata che la bambina stava avendo da ore con i soccorritori di Ramallah. Quegli audio sono al centro del film, che è un’opera di finzione, con attori che interpretano i soccorritori al telefono con la bambina, che interagiscono però con i veri audio di Hind Rajb: la voce che ha commosso il Lido è proprio quella della bambina protagonista della storia, non di un’attrice che la interpreta. Il film, esplosivo per tempismo e tematiche, è stato molto lodato proprio per come gestisce questo materiale controverso in una commistione tra documentario e fiction che ai più è parsa efficace a livello cinematografico e rispettosa a livello umano.

Se non vincerà The Voice of Hind Rajb, chi andrà a Leone?
Quest’anno quindi più che un grande favorito c’è un vincitore atteso, ma chi scrive intravede anche un’altra possibilità, meno probabile ma da non sottovalutare: che la giuria, conscia del clima politico e magari desiderosa di apparire imparziale e non influenzata da fattori esterni, gli attribuisca uno dei premi più importanti, come per esempio il Gran Premio, ma non il Leone d’Oro. Secondo rumor trapelati nelle ultime ore, il film sarebbe addirittura fuori dal Palmares: uno scenario che darebbe adito a polemiche a non finire, molto improbabile ma non impossibile. Negli anni abbiamo imparato che la bolla della giuria è impenetrabile o quasi e lì dentro il clima può essere molto, molto differente da quello generale.
Se il Leone d’Oro non andasse in Tunisia dunque, quali sarebbero i favoriti? Difficile dirlo in questa annata di qualità del concorso molto alta. Personalmente, dovessi seguire il mio istinto “di pancia”, sono due i film che mi hanno fatto pensare a un possibile Leone all’uscita dalla sala. Il più convincente, la pellicola “dolce” che mette d’accordo un po’ tutti con i suoi messaggi speranzosi e la sua fattura pregiata, è Silent Friend della regista ungherese Ildikó Enyedi. Con un cast cosmopolita capitanato da Tony Leung Chiu-wai, Léa Seydoux e Martin Wuttke, la pellicola intesse una serie di storie di epoche differenti in un unico racconto su cui veglia e in qualche caso quasi interviene un grande albero di ginkgo biloba, annoverato tra i protagonisti ed elencato nel cast ufficiale.

Difficile a parere di chi scrive vedere fuori dal palmares una delle sorprese dell’edizione: À pied d'œuvre di Valérie Donzelli. Complice la presenza di Stéphane Brizé, regista e sceneggiatore francese che tirerà la volata alla connazionale, in caso di Leone a sorpresa punterei su questo dramma quieto che tiene insieme una critica feroce della gig economy e della percezione della povertà con una visione radicale di come un’artista voti la sua vita all’arte, fino a estreme conseguenze.
Un altro titolo che potrebbe trovare spazio nel Palmares e magari anche un Leone inaspettato potrebbe essere Father Mother Sister Brother, l’amatissimo nuovo film di Jim Jarmusch. Sembra bizzarro che i titoli hollywoodiani e il pattuglione Netflix (Jay Kelly, Frankestein, A House of Dynamite) rimangano a mani vuote, ma tra poche ore avremo tutte le conferme e le smentite del caso.
L’Italia troverà spazio nel Palmares?
La risposta sembrerebbe essere di sì, in un’annata in cui la compagine italiana è andata molto meglio del solito, raccogliendo spesso responsi molto positivi. Dopo l’accoglienza trionfale dell’interpretazione del presidente della repubblica di Toni Servillo in La Grazia da parte della stampa americana non si sono mai spente le voci di una possibile Coppa Volpi per l’interprete, amatissimo a livello internazionale. Dovrà però vedersela con il protagonista maschile di The Smashing Machine The Rock e con quello di À pied d'œuvre.

Apertissima invece la sfida sul fronte femminile, dato che nessuna interpretazione ha messo in ombra le altre. Potrebbe essere l’occasione per qualche film più piccolo “dalle periferie cinematografiche del mondo” di portare a casa un riconoscimento. Parlerà una lingua asiatica la vincitrice, dicono le ultime voci. Per il premio Mastroianni invece ci piacerebbe che a venire premiato fosse il ragazzino protagonista di Orphan di László Nemes.
Per riassumere, ecco il possibile palmares di stasera:
- Leone d’Oro - "Silent Friend”
- Gran premio della giuria - "The Voice of Hind Rajb "
- Premio speciale della giuria - " Father Mother Sister Brother"
- Miglior regista - Gianfranco Rosi per "Sotto le Nuvole” / "The Smashing Machine" di Benny Safdie
- Miglior sceneggiatura - Jim Jarmush per "Father Mother Sister Brother"
- Miglior Attore - Toni Servillo per “La Grazia"
- Miglior attrice - non pronosticata
- Premio Mastroianni (miglior giovane interprete): i giovani interpreti di “The Girl” o di “Orphan”


