Speciale Dumbo

A tu per tu con il regista di Dumbo

Tim Burton, inventore di sogni cinematografici oscuri e suggestivi, ha presentato a Roma in conferenza stampa la sua ultima, attesissima fatica: Dumbo.

La versione live action riscrive chiassosamente il celebre classico Disney del 1941, trasformandolo in una fiaba toccante e ironica, destinata a sorprendere ed emozionare grandi e piccini. Il papà di Jack Skeleton, dunque, rende omaggio al cartoon originale attraverso un carismatico citazionismo, ma lo inserisce all'interno di una storia molto diversa e popolata da personaggi in carne e ossa.

 

"Si trattava di esplorare il tema della famiglia nelle sue forme meno tradizionali" ha raccontato il cineasta californiano, destreggiandosi con sorniona agilità tra le domande dei giornalisti ed eludendo con eleganza qualche curiosità di troppo. Gli chiedono, inevitabilmente, chi, tra Nolan e Snyder, abbia raccolto meglio la sua eredità su Batman: "Sono entrambi grandi e io sono stato fortunato a girare Batman in un'epoca in cui era avanti per i suoi tempi e a poter lavorare su qualcosa di nuovo”.

A proposito dell'uomo pipistrello, tra i protagonisti di Dumbo c'è anche Michael Keaton, che per Burton interpretò Batman nei cult del 1989 e del 1992: "Come dicevo, Dumbo è un film sulla famiglia. Per me era davvero importante lavorare con persone che conosco da molto tempo: Micheal Keaton, Danny De Vito, Eva Green, Alan Arkin. Se ci pensiamo bene, la famiglia del circo è come la famiglia del film: un gruppo di gente stramba che cerca di realizzare qualcosa. Quando lavori con persone che ami è come se l’arte imitasse la vita".


Cosa ha più apprezzato della sceneggiatura?

“Tra i classici Disney, Dumbo è quello che sentivo più vicino ma appartiene molto al suo tempo. Era necessario estrapolarne i temi e fare qualcosa di diverso, sperimentando nuove linee narrative. Mi ha colpito il fatto che ci fosse una storia di esseri umani a rispecchiare quella di Dumbo, fatta di perdita e spaesamento. La cosa strana, ne parlavo con Danny De Vito, è che io e lui insieme abbiamo fatto 3 film con il circo e nemmeno ci piace! Io non lo ho mai amato. I clown mi terrorizzavano e non mi piaceva neanche vedere gli animali esibirsi. Un animale selvaggio non dovrebbe mai essere costretto a fare cose diverse dalla sua natura".

Ha lavorato molto sugli occhi di Dumbo?

“Questo è un film che parla di emozioni autentiche. Dumbo non parla, così ho dovuto lavorare molto sui suoi occhi: lo sguardo è una risposta emotiva semplice e pura in un mondo così caotico".

La sequenza degli elefanti rosa è completamente rimodellata...

“Quella è un momento che tutti ricordiamo, anche io, ed è assurda anche per gli standard di oggi. Dumbo è un cucciolo, e io non volevo nel mio film un Dumbo ubriaco fradicio con le allucinazioni, come non volevo i corvi. Però sono immagini potentissime e le volevo inserire. Mi è sembrato che non farne più un incubo bensì una visione nella testa di Dumbo fosse la soluzione migliore. Grazie alle bolle di sapone ho mantenuto lo spirito della scena originale ma con un’altra forma”.

Nella sua biografia ha scritto di non essersi mai trovato davvero bene con la Disney. Com’è cambiato questo rapporto negli anni?

“Dove sono finito, in una seduta di psicanalisi? Credo che nessuno abbia tutta la libertà che desidera. La Disney è la mia famiglia, e come tale ha aspetti più o meno positivi. Niente di controverso, è la vita e va bene così. Voi amate la vostra famiglia sempre, tutto il tempo? Io sono un prodotto della Disney dell’epoca di Red e Toby e Taron e la Pentola Magica. Se non ci fosse stata io non esisterei e, se fosse stata più strutturata, non sarei riuscito a fare molte delle cose che ho fatto là dentro”.

Nel corso dell'imminente cerimonia di premiazione, Tim Burton riceverà il David alla Carriera insieme a Dario Argento. 

"Non mi premia quasi mai nessuno... A maggior ragione sono felicissimo e poi in Italia mi sento a casa. Ci tengo in modo particolare, ci sono figure del cinema italiano che mi hanno ispirato: Mario Bava, Federico Fellini e qualche film di Ercole. Dario Argento è uno straordinario regista e ha un negozio pazzesco. È ancora aperto Profondo Rosso?"


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