Oscar 2023, promossi e bocciati: il commento alle nomination

Promossi e bocciati dagli Oscar 2023: un bilancio e un commento alle nomination agli Academy Awards.

di Elisa Giudici

Sono state appena annunciate le nomination agli Oscar 2023 e Hollywood può finalmente fare i conti e stabilire chi sia stato promosso e chi bocciato. L’organismo che presiede alla votazione, l'Academy of Motion Picture Arts and Sciences, è composta da oltre 10mila votanti, compresa buona parte della Mecca del cinema (senza però dimenticare un consistente blocco di votanti europei). Ottenere una nomination significa aver convinto un pubblico di addetti ai lavori e viceversa.

Alla luce delle nomination appena annunciate, possiamo finalmente fare il punto su quali siano stati i film più amati dagli addetti ai lavori - soprattutto negli Stati Uniti - e quali invece non abbiano incontrato il loro favore. Un verdetto che, tra sorprese in positivo, snobbati e importanti conferme, è sempre divertente e illuminante esaminare. Capire chi l’Academy abbia snobbato e chi abbia voluto premiare è un buon indicatore per chi farsi un’idea della direzione che prenderà il mondo del cinema.

Continua a leggere per scoprire tutte le nomination agli Oscar 2023:

  • I film più nominati
  • I promossi
  • I bocciati dagli Oscar 2023
  • Le sorprese degli Oscar 2023

Prima di cominciare la lettura puoi dare un’occhiata all’intera lista delle nomination agli Oscar 2023.

I film più nomination agli Oscar 2023

Quest’anno le nomination agli Oscar hanno riservato meno sorprese del solito, almeno per quanto riguarda i film più nominati nelle categorie di peso, quelli che si contenderanno le statuette di pregio.

Già dai Golden Globes 2023 si era intuito che erano tre i titoli su cui convergeva il consenso, che sono anche tra i più nominati dell’annata: The Fabelmans di Steven Spielberg, Gli spiriti dell’isola di Martin McDonagh ed Everything Everywhere All At Once dei Daniels. Quest’ultimo è anche il film con più nomination, avendo raccolto ben 11 menzioni. Tutti e tre questi film compaiono nelle categorie importanti - film, regia, sceneggiatura - e riescono a portare alcuni dei loro interpreti nelle categorie attoriali.

Impressionante il risultato ottenuto da Niente di nuovo sul fronte occidentale, una pellicola poco nota al pubblico, realizzata in Germania e disponibile su Netflix. Il film incassa ben 10 nomination, senza avere nomi di rilievo alla regia o nel cast: la maggior parte delle menzioni è di carattere tecnico, ma la spunta anche in nella categoria regina, miglior film. Occhio anche a Triangle of Sadness, il film vincitore della Palma d’Oro a Cannes che incamera tre nomination pesantissime: miglior film, miglior regia e migliore sceneggiatura. Anche Tár appare nelle medesime categorie, ottenendo anche una menzione per la protagonista Cate Blanchett, che potrebbe mettere le mani sul suo terzo Oscar.

All’uscita aveva ottenuto recensioni contrastanti, ma anche Elvis di Baz Luhrmann conquista parecchie nomination di peso (vedi quella al protagonista Austin Butler), così come Top Gun: Maverick.

Ecco qui l’elenco dei film più candidati agli Oscar 2023:

I promossi agli Oscar 2023

I vincitori di questa tornata di nomination sono indubbiamente i Daniels e A24, la casa di produzione di piccole pellicole indie che in pochi anni ha saputo imporsi come un baluardo autorevole tra i cinefili e a Hollywood.

Everything Everywhere All At Once è una piccola produzione che ha saputo conquistare l’Academy. Il duo di talentuosi registi che ha scritto e diretto un film che si è preso molti rischi (provando scene “ardite”, almeno per gli standard hollywoodiani) è riuscito a convincere l’Academy e a dare alla propria protagonista - Michelle Yeoh - l’occasione che attendeva da una vita. Diva osannatissima in Oriente, Yeoh è un volto familiare da decenni a Hollywood, ma sempre con ruoli di contorno. Finalmente è riuscita a conquistarne uno da protagonsita, che la facesse “scoprire” anche negli Stati Uniti. Non solo: Everything Everywhere All At Once ha fatto lo stesso anche per il collega Ke Huy Quan, ricordato per lo più per la sua interpretazione da ragazzino ne I Goonies. Anche la scream queen Jamie Lee Curtise la giovane promessa Stephanie Hsu conquistano una nomination con lo stesso film, segno che Hollywood ha davvero amato questa pellicola.

Per Spielberg è stato più facile farsi largo, essendo un nome rinomato e amatissimo. Il suo The Fabelmans ha tutte le nomination che contano (compresa miglior regia, dove è super favorito), confermando il talento di un maestro che riesce ancora a sfornare meraviglie dopo decenni di carriera. Riesce inoltre a piazzare due nomination attoriali, tra cui quella sorprendente di Judd Hirsch, che appare per pochi minuti nel film.

Puoi leggere la recensione di The Fabelmans.

Gli spiriti dell’isola è un’altra conferma importante per il regista Martin McDonagh, che era già stato protagonista agli Oscar con Tre manifesti a Ebbing, Missouri. Meno noto al pubblico e non nuovo a opinioni anche caustiche, si conferma un grande scrittore di sceneggiature e scopritore di talenti. Grazie a lui ottiene una prima importante nomination Barry Keoghan, con una menzione che sa di consacrazione per un attore spesso relegato a ruoli da cattivo fuori di testa. McDonagh ha anche il grandissimo merito di aver donato a una star affermata come Colin Farrell la prima nomination, con un ruolo complesso e in grado forse di portarlo alla vittoria della statuetta. Non che non conoscessimo la bravura di Farrell, ma Gli spiriti dell’isola ha fatto realizzare a molti quanto Farrell sia un attore dotato. Il traino del film ha portato altre due nomination attoriali, grazie a un cast assolutamente strepitoso.

Puoi leggere la recensione di Gli spiriti dell’isola.

Al di fuori di Hollywood invece sono due i registi di più spiccata autorialità a uscire vincitori dagli Oscar, entrambi con una nomination come miglior film, miglior sceneggiatura e miglior regia. Ruben Östlund con Triangle of Sadness ha vinto una Palma d’oro ed è riuscito a far piacere a Hollywood un film politicamente scorretto e ricco di eccessi. Todd Field ha raccolto recensioni stellari a Venezia con Tár e, anche grazie all’eccelsa interpretazione di Cate Blanchett, si è imposto con un film molto più autoriale e sfrontato di quelli solitamente candidati dall’Academy.

Qui potete vedere la nostra intervista a Daniel Kwan, Daniel Scheinert, registi di Everything Everywhere All At Once.

Difficile non annoverare tra i promossi anche Tom Cruise, che con un film come Top Gun: Maverick (non esattamente il tipo di pellicola che finisce agli Oscar) ha ottenuto ben 6 candidature, tra cui quella di miglior film. Il merito è di una star che quest’anno ha saputo convincere con una buona operazione nostalgia e fare incassi stellari al botteghino, fatto che attira sempre l’attenzione tra i votanti.

I bocciati agli Oscar 2023

Tante promozioni e sorprese hanno inevitabilmente portato a qualche esclusione, alcune delle quali fanno molto discutere. Black Panther: Wakanda Forever è riuscito a ottenere molto nomination ma non quella di miglior film, così come The Whale, il controverso film di Darren Aronofsky che è riuscito a piazzare “solo” i suoi due protagonisti Brendan Fraser e Hong Chau nelle categorie attoriali.

Nelle categorie recitative sta facendo molto discutere l’esclusione di due attrici afroamericane da miglior attrice protagonista: Danielle Deadwyler per Till e Viola Davis per The Woman King. Due interpretazioni lodate dalla critica ma non supportate dal successo al botteghino. L’esclusione che fa più male però è quella dell’interprete filippina Dolly De Leon, vera sorpresa in Triangle of Sadness: il film è riuscito ad ottenere tutte le nomination di peso, ma non la sua. Le sorprese Paul Mescal e Bill Nighy sono probabilmente costate la nomination a Paul Dano per The Fablemans.

Il 2022 è un’annata delicata anche per la questione della rappresentazione femminile nelle categorie di peso: nessuna regista nominata (in un’annata in cui, va detto, non c’è stato consenso su un film diretto da una donna su cui far convergere i voti), un solo titolo diretto da una donna in miglior film (Women Talking di Sarah Polley). La regista raccoglie anche l’unica nomination come sceneggiatrice.

Tra le esclusioni più sorprendenti e dolorose (viene la tentazione di dire ingiuste) c’è quella del film coreano Decision To Leave. Vincitore del premio miglior regia a Cannes, sommerso di critiche stellari, il film non ha ricevuto nemmeno una candidatura quando invece ci si aspettava di poterlo vedere anche altrove.

Le sorprese agli Oscar 2023

La sorpresa più spiazzante di questa tornata è senza dubbio la nomination di Andrea Riseborough per To Leslie. L’attrice inglese, con una solida carriera nel cinema indipendente e un consenso critico decennale, è una favorita degli addetti ai lavori ma quasi sconosciuta al pubblico. Un’astuta campagna in suo favore da parte di molti grandi nomi di Hollywood (Cate Blanchett, Kate Winslet e Martin Scorsese tra gli altri) ha portato oltre un centinaio di nomi a spendersi pubblicamente per lei, a soli 11 giorni dalle nomination. Una tempistica perfetta per dirottare all’ultimo il voto degli Oscar, che si sarebbe concluso poco dopo. In pochi però si aspettavano che questa mossa avrebbe portato il risultato sperato. Una campagna mirata di un film piccolissimo contro le manovre strategiche di major che spendono migliaia di dollari per ottenere lo stesso risultato: c’è da aspettarsi che questa mossa venga ripetuta molto presto.

Un’altra assoluta sorpresa in campo attoriale è stata la nomination di Brian Tyree Henry per Causeway. Il film, disponibile su AppleTV+ e con protagonista Jennifer Lawrence, ha guadagnato quest’unica nomination, ipotizzata da pochi. Segno che Tyree Henry è già stato notato a Hollywood dai colleghi, che si sono spesi molto per fare in modo che ottenesse una nomination. Un discorso simile si può fare anche per il veterano Bill Nighy, nominato per il suo ruolo in Living, dopo anni di silenzio. C’è un terzo attore che condivide questo destino solitamente molto raro (ottenere la nomination alla recitazione per un film che non ha altre menzioni): Paul Mescal, nominato per Aftersun. Questo piccolo, amatissimo film inglese però secondo molti avrebbe potuto ottenere di più, dato l’altissimo consenso ottenuto fin dal suo esordio a Cannes.

Vale la pena di citare anche l’infinita saga di Diane Warren per la corsa all’Oscar. La compositrice è alla sua quattordicesima nomination come miglior canzone originale per "Applause" dal film Tell It like a Woman. Le sue continue nomination, talvolta ottenute con canzoni poco esaltanti o poco chiacchierate, avevano portato a una mossa disperata dell’Academy l’anno scorso: tributarle un Oscar onorario, così da riparare agli anni passati senza ricevere un Oscar, in alcuni casi davvero ben meritato. Mossa che non è servita: Diane è ancora lì, con la sua quattordicesima nomination, segno che ormai è quasi una tradizione votarla…salvo poi far vincere il premio a qualcun altro.