Lo stunt più folle di Mission: Impossible -The Final Reckoning è stato ispirato da un Tiktok
Al Festival di Cannes Tom Cruise e McQuarrie hanno raccontato - senza spoiler - il dietro le quinte di tre stunt pazzeschi di Final Reckoning

Da regista ospite a cineasta fisso del franchise di Mission Impossible: Christopher McQuarrie negli ultimi quindici anni ha creato un sodalizio incredibile con Tom Cruise, attore che siamo abituati a conoscere come straordinario coadiuvatore di talenti.
Tanto da interrompere la tradizione del cambiare regista per ogni nuovo Mission Impossible dopo il successo di Fallout. Al terzo film della saga girato insieme, all'undicesimo progetto a cui lavorano gomito a gomito in varie vesti (dalla regia alla scrittura passando per la produzione) alla luce di un'ormai decennale amicizia, McQuarrie e Cruise sono legati da un'intesa e una lealtà che traspare anche mentre parlano al pubblico del Festival di Cannes di quello che viene presentato come "l'ultima volta" di Tom Cruise nei panni di Ethan Hunt.
Difficile credergli, specie sentendo l'entusiasmo con cui parlano degli stunt incredibili che hanno pianificato e realizzato in oltre due anni di riprese di Mission: Impossible -The Final Reckoning, che inizialmente doveva essere "solo" la seconda parte del precedente Dead Reckoning. Difficile credere loro, specie considerando che ripetono più volte che "devono ancora fare meglio".
Difficile però immaginare qualcosa di ancora più ambizioso dopo averli sentiti raccontare il dietro le quinte di tre dei più incredibili stunt che vedremo nel film.
Gli stunt più complessi di Final Reckoning secondo Tom Cruise e Christopher McQuarrie
Dopo I soliti sospetti e La via della violenza, non te la passavi troppo bene, perciò sei tornato a scrivere sceneggiature. Poi, nel 2008, incontri Tom Cruise. Seguono undici collaborazioni insieme. Qual è l’ingrediente segreto del vostro sodalizio artistico e umano?
Christopher McQuarrie - La risposta breve è l'amore per il cinema. Un amore comune per il cinema, che non mi aspettavo quando parlai con Tom la prima volta, in un momento in cui meditavo davvero di mollare questo lavoro. Lo incontrai puramente per curiosità, convinto di lasciare questo mondo poco dopo. Pensai che sarebbe stato interessante incontrarlo. Fui molto sorpreso quando mi sedetti e incontrai Tom Cruise, che conoscevo dai suoi film. Avevo un'immagine molto diversa di chi fosse Tom Cruise rispetto alla realtà.
Amiamo gli stessi film, siamo cresciuti con gli stessi amori cinematografici, in circostanze molto simili. Ciò che ci ha resi così compatibili credo fosse il nostro amore per il cinema e il fatto che Tom è sempre uno studente. Per quanto tempo sia stato nel mondo del cinema, è sempre molto desideroso di imparare dalle persone intorno a lui. È molto generoso in questo senso. Quando fai un film di Tom Cruise, non è Tom Cruise che dice: "No, ecco come si fa". È Tom Cruise che ti dà potere e dice: "Cosa vuoi fare?". Quel riflettore, la prima volta che ti viene puntato addosso, è incredibilmente intenso, rivelatore.
Tom. cosa ti piace tanto del lavorare con Christopher?
Tom Cruise - Quando scrive un Mission Impossible, lui non scrive solo per me. È capace di entrare e scrivere per l'attore. Il modo in cui i film venivano fatti una volta era: avevi gli attori, e poi costruivi gli intrecci intorno all'artista e alla storia. Non scrivi semplicemente qualcosa e poi scegli la persona; stai scrivendo per quella persona. E il modo in cui ho imparato a fare cinema: stai sviluppando un personaggio all'interno della storia, inizi ad adattare e cambiare il personaggio man mano che l'attore entra in gioco e la storia inizia a evolversi. McQuarrie trova istantaneamente la voce dell’interprete nel copione. È vero cinema. Se guardi indietro fino a Buster Keaton, molti registi diversi sviluppavano le storie per la loro voce e per la voce degli altri attori.
Christopher McQuarrie - Ogni nostro film assieme è elaborato molto meticolosamente. Le risorse materiali del film sono definite con largo anticipo. Ciò che non è scolpito nella pietra è il cuore della storia, che è il personaggio. Finché non scegliamo l'attore, quel ruolo è semplicemente un veicolo. Nell'ultimo Mission: Impossible, ogni singolo ruolo nel film è intriso dello spirito di quell'attore. È anche il modo in cui venivano fatti i film di Thalberg e i vecchi film della vecchia Hollywood: quando qualcosa non funzionava, lo cambiavi.
Adoro essere su un set, e sono lì con gli attori fuori campo, faccio i miei inserti. Tom tra l’altro fa tutto il suo lavoro in camera. Ogni volta che vedi una mano o un piede su un pedale, non è che chiunque potrebbe indossare la scarpa, nessuno lo saprebbe, ma c'è performance, c'è intenzione. E avendo provato a farlo senza Tom, posso dirti che si fa molto più velocemente con lui in scena.
Come regista ti sei fatto notare per come gestisci la dimensione della scena d'azione, comparabile a quella dei classici di Spielberg per ambizione e chiarezza di lettura. Non ci si perde mai, sappiamo esattamente cosa sta succedendo, quale personaggio è dove.
Christopher McQuarrie - Per me, chiarezza e geografia sono l'essenza dell'azione, prima della suspense, prima di qualsiasi altra cosa. C'è una sparatoria in Mission: Impossible - Fallout, una sequenza d'azione a metà film, e avevamo pochissimo tempo per girarla. Eravamo davvero sotto pressione e la location era disponibile solo per un certo periodo. Decisi di concedermi un lusso: avrei usato la camera a mano mossa e girato una sequenza d'azione incomprensibile. Ci ho provato…non ci sono riuscito. Tanto di cappello a chi riesce a farla funzionare una dimensione così volutamente confusa. Io appena ho provato a farlo, mi sono perso. Mi sono reso conto che quello che stavo facendo non comunicava nulla se non una sorta di energia, il che va bene per certe sequenze, ma va a scapito del personaggio. E chiarezza e geografia sono lì specificamente per tenerti connesso al personaggio.
Tom Cruise - Per girare un Mission Impossible prendiamo gli attori e li educhiamo a questo tipo di narrazione dettagliata, perché sono momenti e momenti e momenti in sequenza da ripetere al millimetro. Quindi devi essere in grado di mantenerlo vivo ogni volta, mantenerlo fresco, provato, in modo da ottenere quel comportamento e quei primi piani o quel movimento. È qualcosa che risale ai film muti.
Si parla molto di una scena a bordo di un sottomarino in questo nuovo film, qualcosa la cui magnitudo è quasi ineguagliata. Ci potete anticipare qualcosa in merito?
Christopher McQuarrie - Quello che facciamo io e Tom è prendere tutto ciò che abbiamo imparato dall'ultimo film e applicarlo a successivo. E alla fine di ogni film, tra l'ultima nota musicale e i titoli di coda, Tom si china verso di me alla prima e dice: "Possiamo fare di meglio". E solo in un caso, nel caso di Dead Reckoning, si è avvinato per dirmelo all’orecchio e gli ho risposto: "L'abbiamo già fatto”, perché avevamo già girato la scena di cui parli.
Il sottomarino è il suo ecosistema. Ricordatevelo quando guarderete Tom dentro questa stanza rotante semisommersa all'interno del sottomarino, che è ospitata all'interno di un gimbal d'acciaio completamente sommergibile, rotante a 360 gradi, di 60 piedi di diametro, 1000 tonnellate, in una vasca da 8,5 milioni di litri... e lui è dentro. E quello che state guardando siamo noi che lo testiamo, perché non c’era modo di provare quella cosa in anticipo dato che non c’erano precedenti. Abbiamo costruito un modello e ci abbiamo messo una piccola figura di plastica e un mucchio di siluri, l'abbiamo fatto ruotare una volta e hanno fracassato la piccola figura di plastica…e siamo comunque andati avanti. (ride)
Mi fa pensare a 8½ di Fellini – non per paragonarmi a lui in alcun modo – ma quando guardi il personaggio che arriva sul set ogni giorno e guarda costruire il razzo... quel gimbal è stato costruito dietro la mia roulotte per due anni e mezzo mentre facevamo Dead Reckoning, mentre cercavamo di capire come girare la sequenza del treno, sapendo benissimo che ignoravamo cosa sarebbe successo quando avessimo acceso quella cosa. Quando il gimbal è stato pronto, siamo entrati senza niente dentro tranne un set, l'abbiamo fatto ruotare una volta, siamo rimasti scioccati nello scoprire che nulla di ciò che avevamo pensato sarebbe successo è accaduto. Ci siamo detti: "Cosa facciamo con questo ambiente?". Questa è la sequenza che vedrete al cinema, con Tom Cruise al centro.
Tom Cruise - È pazzesco, pazzesco. E devi recitarci dentro. Tutto è nato da domande come: ecco la fisica, cosa possiamo fare? Che storia possiamo raccontare? Come possiamo coinvolgere il pubblico in tutto questo? E dove mettiamo la cinepresa? E cosa sarà più divertente? Faccio sequenze subacquee dai tempi di Legend. Continuiamo ad andare avanti, spingendo e cercando di migliorare in ogni area al meglio delle nostre capacità. I prossimi film che faremo, impareremo da questo e lo applicheremo al prossimo, e al successivo e a quello dopo ancora.
Christopher McQuarrie - C’è un'altra sfida particolare nel girare queste sequenze. Se girassi una sequenza come questa con chiunque altro tranne Tom Cruise... beh, prima di tutto, probabilmente non avrei le risorse necessarie per farlo. Secondo, il mio lavoro sarebbe nascondere il fatto che non è l'attore a fare quelle cose. Farei tutto il possibile per girare intorno a uno stuntman, potrei mettere l'attore vero in una o due inquadrature per collegarlo a quel personaggio. La sfida di girare una sequenza con Tom è ricordare costantemente al pubblico che è lui a fare tutto. Questo determina ogni posizione della cinepresa, ogni rig della cinepresa. Tenete presente che quando impostate una cinepresa, poi accendete il set e il set ruota, la cinepresa non sarà dove l'avete messa quando Tom arriva lì. C'era un gruppo di persone di grande talento che doveva anticipare dove mettere la cinepresa in modo che riprendesse sempre Tom. Questo, di per sé, è un livello di ingegneria che si fatica a spiegare a chi non era sul set.
Ora mettete tutta questa problematica sull'ala di un biplano. Ora mettete Tom sull'ala del biplano con quella cinepresa tra le ali del biplano. Quando abbiamo iniziato a progettare la sequenza, siamo andati da wing walker professionisti e hanno detto: "Cosa volete fare?". E Tom ha detto: "Voglio essere a zero G tra le ali dell'aereo". E queste persone, che lo fanno per vivere e fanno parte di una tradizione decennale, hanno detto: "Non “si può fare”. E Tom ha detto: "Grazie per il vostro tempo”… e siamo andati da altre persone. Su schermo vedrete cose che quei wing walker dicevano che non si potevamo fare. La parte complessa e poco raccontata è quanto sia difficile anche trovare le posizioni della cinepresa e tutta l'ingegneria che rappresenta il lavoro di migliaia di ore di molte persone: artigiani, piloti, ingegneri, e decenni di lavoro per poter sviluppare quelle sequenze.
Ti è mai capitato che Tom venisse da te dicendo "Voglio fare questo stunt" e tu gli dicessi "Sei fuori di testa?" È mai successo?
Christopher McQuarrie - Lo stunt più folle in questo film – ce ne sono molti, ma quando lo vedrete stasera saprete esattamente di quale sto parlando – è di Tom, verso la fine del film. È stato il risultato del mio aver stupidamente mostrato a Tom un video di TikTok, pensando che si sarebbe semplicemente divertito, e lui ha detto: "Potrei farlo". E io ho detto: "No, non puoi". E lui: "Sì". E poi abbiamo iniziato a sviluppare quella scena.
Mi chiedono spesso se Tom suggerisce qualcosa a cui dico di no. Rimpiango di aver suggerito molte cose a Tom? Sì, nel bel mezzo di quelle sequenze. Quando è sull'ala dell'aereo e io mi sporgo dal portellone dell'elicottero per dagli indicazioni a gesti... il bello del nostro botta e risposta è che iniziamo tutti questi film chiedendoci a vicenda: "Cosa vuoi fare stavolta?". E io sapevo di volere una sequenza del sottomarino per come era finito l'ultimo film, e anche una sequenza di wing walking. Ed è nel bel mezzo di quelle sequenze, quando sei completamente schiacciato dalle tue ambizioni, che quello che ha detto sì all’idea proposta dall’altro si gira e dice: "L'hai voluto tu, questa era la tua idea!". Tutte le volte nostre idee tornano per insegnarci una lezione o due, diciamo così. (ride)
Qual è il futuro del franchise? Ci sarà un futuro per il franchise? Tutti vogliono saperlo, dato quel “final” nel titolo.
Tom Cruise - Andate a vederlo in sala e capirete. Questo film è la combinazione di 30 anni di lavoro. E penso che sia... preferirei solo che la gente lo veda e si diverta. Ci siamo divertiti moltissimo a farlo ed è stato molto divertente e... voglio solo che vi divertiate tutti. Godetevelo e sappiate che tutto è la culminazione, è arrivato a questo momento. È stato molto divertente.