Dal videogioco al grande schermo

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Il brand più famoso di Ubisoft si fa film. A poche settimane dall'uscita del film di Assassin's Creed, nelle sale italiane dal 4 gennaio, sono in tanti ad aspettare la pellicola. Fan di vecchia data e curiosi dell'ultima ora rispondono alla chiamata del fascino di questo prodotto di epica moderna, mentre la software house francese accetta la sfida di aprire l'universo degli Assassini a un nuovo pubblico senza tradire la fiducia dei giocatori che hanno reso grande la saga.

Con queste premesse era necessario puntare più in alto e con un cast d'eccezione la pellicola promette di distinguersi dalle varie trasposizioni filmiche della categoria.

Perché andare a vedere AC Il film dunque? Scopriamolo.

Dal videogioco al grande schermo


Callum Lynch, un nuovo inizio


Permettere ai nuovi arrivati di inserirsi nella comprensione di una storia lunga 10 anni. Ecco la vera sfida per la produzione. Assassin's Creed é nato nel 2007 con un'esplosione radiale che negli anni successivi si é diffusa nelle più svariate forme, ognuna delle quali ha aggiunto un tassello al grande mosaico che compone l'imponente scontro tra Assassini e Templari. Condensarlo in un film può rivelarsi un'impresa ardua. Ed é grazie all'ottimo Michael Fassbender, che Ubisoft propone un nuovo protagonista. Callum Lynch sarà il nuovo fulcro della vicenda: nel suo DNA si celano dei segreti che il moderno ordine dei Templari, nascosto sotto il logo della multinazionale Abstergo, vuole portare alla luce. Per farlo obbligheranno Callum a rivivere le memorie genetiche del suo antenato Assassino tramite l'Animus, una sofisticata macchina capace di ricreare un mondo virtuale attingendo dai ricordi di chi si offre come sorgente.

Gli ingredienti sono familiari: Desmond Miles, che ha fatto da filo conduttore per tutto il primo ciclo delle avventure fino al 2013, esordì sulle console della scorsa generazione con gli stessi presupposti. Questa volta però la produzione garantisce una particolare attenzione per le vicende legate al protagonista moderno, con più azione e nuovi conflitti tutti da scoprire. I trailer danno ragione a questa nuova scelta mostrando un energico Fassbender alla guida di quella che sembra una ribellione interna agli stabilimenti di ricerca dell'Abstergo. Una nuova spinta action da molti attesa per Desmond e soddisfatta solo in parte che questa volta sembra trovare maggiore spazio, favorita forse dalla sua traduzione in pellicola.

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Aguilar, la continuità


Assassin's Creed non esiste senza un salto nel passato. La saga é diventata famosa grazie al turismo storico, una reinterpretazione del viaggio temporale che, forte di una ricostruzione minuziosa per ogni epoca esplorata, ci ha portato dalla Gerusalemme delle Crociate fino alla Venezia rinascimentale, dalla Guerra d'Indipendenza Americana fino al mare dei Caraibi sotto il giogo dei corsari, dalla Parigi della Rivoluzione Francese fino alla Londra vittoriana. Per questo film una realtà storica inedita ci attende: gli anni bui dell'inquisizione spagnola. Un altro spaccato che andrà ad aggiungersi e ad arricchire questa Storia dell'uomo revisionata, plasmata dall'onnipresente conflitto tra chi vuole tutelare il libero arbitrio, gli Assassini, e chi vorrebbe costituire un grande ordine mondiale, i Templari. Il motivo dell'esplorazione di questa epoca é presto detto: un frutto dell'Eden, un antico artefatto dai poteri misteriosi, sopravvissuto all'estinzione di una civiltà atlantidea, é l'oggetto della contesa.

Callum entra in gioco qui: il suo prezioso corredo genetico é necessario per tornare a ritroso sulle tracce del manufatto, fino al suo antenato, Aguilar. Come da tradizione, da Altair passando per Ezio fino ad Arno Dorian in AC Unity, la simbologia dell'Aquila ha conferito ai protagonisti un'aurea sovrannaturale, richiamando alla mente la libertà del volo e la letalità della regina dei rapaci. Il nuovo Assassino non sarà da meno e muovendosi lesto tra i tetti della Siviglia del 1500 dispenserà morte con le sue lame celate. Nell'epoca di Aguilar la confraternita degli Assassini é numerosa, assisteremo così a spettacolari mischie, riportando in auge quel senso di appartenenza al Credo venutosi a perdere con i protagonisti solitari della saga successivi al 2007.

Un ritorno alle origini, fatto di rimandi visivi e scelte stilistiche ben misurate che riportano alla mente l'esordio dirompente del brand: ad Aguilar manca l'anulare (questa volta destro) come fu per Altair, che fedele sacrificò una parte di sé per ottenere la letale lama celata. Tuttavia saranno due i mortali marchingegni a sua disposizione, come fu per Ezio, che a partire da ACII detterà lo standard iconografico di ogni Assassino: un mix di tratti che, sotto un cappuccio scuro da nomade guerriero, si condensano in un outfit autentico e che promette una resa sul grande schermo coerente con le atmosfere.

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Il cerchio si sta chiudendo


Come tutte le nuove declinazioni di Assassin's Creed anche la pellicola porterà contenuti inediti. Primo su tutti, un volto per l'arcinemico Alan Rikkin. Figura finora solamente accennata, Alan Rikkin, insieme ad un manipolo di suoi vicinissimi, costituisce il nucleo dell'Ordine Templare; una testa che gli Assassini hanno tentato più volte di far capitolare, con l'intento di mandare allo sfascio i cavalieri e la Abstergo loro copertura. Questo gruppo oligarchico, che é il solo a conoscere i veri obbiettivi dietro l'operato dei Templari, con le varie edizioni di Assassin's Creed é andato lentamente assottigliandosi mentre i superstiti nominavano nuove cariche per coprire le mancanze. Ciononostante la situazione é rimasta critica e la figura sfuggente di Alan Rikkin é venuta finalmente allo scoperto.

CEO della multinazionale e Gran Maestro Templare, ad impersonarlo il grande Jeremy Irons, che con la sua flemma britannica conferirà al personaggio la giusta importanza da antagonista. La sua comparsa, il completamento della sua caratterizzazione, é forse il segnale che la saga sta raggiungendo il suo epilogo: fino ad oggi infatti Ubisoft ha ben veduto di non rivelare la nemesi prima, consapevoli che portarla sotto i riflettori avrebbe disegnato su di lei un bersaglio narrativo che gli eroi non possono ignorare. Una resa dei conti finale inevitabile, che con quasi 10 anni di racconto, é sempre più difficile rimandare. Siamo giunti al culmine? Che ne sarà dunque del secolare conflitto? Lo scopriremo come da tradizione tra le righe dei titoli di coda.

> Trailer di lancio