Un inganno di troppo: trama e recensione della miniserie Netflix di Harlan Coben
Un inganno di troppo si prende un po' gioco anche di noi, non solo spiazzandoci ma anche cambiando radicalmente ritmo narrativo.

Di solito le storie di Harlan Coben mi piacciono, quando vengono trasposte in TV. È sicuramente il caso di Safe (con Michael C. Hall, su Netflix), Shelter (giallo per ragazzi, su Disney+) e The Stranger (sempre su Netflix).
Dalla prolifica produzione letteraria di Harlan Coben sono stati tratti anche diversi film, ma le produzioni televisive sono di solito - per ovvi motivi di diffusione - molto più apprezzate.
Nel caso di Un inganno di troppo, la novità di Netflix disponibile dal 1° gennaio 2024, le cose sono un po’ diverse.
La miniserie in 8 episodi, di ambientazione e produzione britannica, ha una storia piuttosto intrigante.
La trama di Un inganno di troppo
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Il motivo principale che ci spinge a superare un episodio pilota piuttosto caotico e disorganizzato sono i personaggi. Maya, la vedova ex militare che ha appena subito il suo secondo tragico lutto in un breve lasso di tempo. Judith, la matrona che manovra la famiglia e il suo infinito denaro, e che vive esclusivamente secondo le stesse vecchie abitudini. Sami, il poliziotto un po’ goffo ma simpatico che prende in giro il novellino che gli viene affibbiato - Marty, un altro personaggio interessante - e che ha un problema di salute misterioso.
Ce n’è abbastanza per stimolare la nostra curiosità. Per non parlare delle continue allusioni al passato da militare di Maya - che però ci verrà svelato solamente nel settimo episodio, a un passo dalla fine. Sarebbe stato molto più utile assistere al flashback in questione al secondo o terzo episodio, perché avremmo conosciuto a fondo la nostra protagonista e l’avremmo seguita con occhi diversi. E il finale sarebbe stato ancora più efficace.
Su tutti i personaggi vengono svelati dei segreti. Alcune di queste rivelazioni sono più facili da intuire, altre veramente spiazzanti. E ancora una volta, tutta la riuscita della serie si affida ai personaggi.
I personaggi sono l'unico mezzo per ribaltare la visione di una storia. Se ci affidiamo alle nostre impressioni, e alla vicinanza emotiva con i protagonisti, finiamo per credere a ciò che raccontano. Se tutte le loro parole devono essere in qualche modo riscritte, abbiamo bisogno di comprendere le loro ragioni. Questa regola vale sia per i buoni che per i cattivi, per intenderci.
Personaggi negativi possono compiere azioni estremamente positive, e viceversa. Confondendo i confini fra i due schieramenti classici. Così si spiazza lo spettatore.
In sceneggiatura è fondamentale la conclusione della storia. Se arriva insieme a una serie di colpi di scena che ci costringono a rivalutare le nostre posizioni sui personaggi, allora è destinata a lasciare il segno.
Un inganno di troppo, a patto di non incappare in spoiler (e qui non ce ne sono), vi resterà impressa per il modo in cui ci indirizza verso una certa narrazione, per poi trascinarci nella direzione opposta.
Rating: TBA
Nazione: UK
Voto
Redazione

Un inganno di troppo
Un inganno di troppo, adattato dallo stesso Harlan Coben a partire da uno dei suoi romanzi, è la prima miniserie di Netflix del 2024.
Dopo una partenza un po' caotica e confusionaria, con un episodio pilota che si poteva realizzare molto meglio, la narrazione piano piano cambia ritmo e si dedica a costruire una grande tensione mentre le indagini su due omicidi, una ufficiale e una parallela, procedono.
Grazie a personaggi accattivanti che nascondono tutti dei segreti, le nostre prime impressioni vengono riscritte episodio dopo episodio. Fino a un finale inatteso, spiazzante e anche piuttosto coraggioso.
Il senso di questa storia è chiarissimo: in un modo o nell'altro, la giustizia arriva. Non sempre al momento giusto, non sempre da chi dovrebbe esercitarla. Ma in qualche modo le vittime vengono vendicate.
In un mondo spesso ingiusto, almeno nelle storie di Harlan Coben la giustizia alla fine trionfa. Spesso a caro prezzo.