The Royals: quando anche l’amore regale su Netflix fa acqua da tutte le parti
Un prodotto che annoierebbe anche il pubblico a cui si rivolge esplicitamente

The Royals è la serie romantica indiana di Netflix, disponibile in inglese con i sottotitoli italiani, che racconta in 8 episodi la storia di passione e contrasti fra un’ambiziosa imprenditrice e l’erede del maragià.
La trama di the Royals
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Lui, Aviraaj, detto Fizzy (Ishaan Khatter, The Perfect Couple), ricco, bello e giovane, incontra lei, Sophia (Bhumi Pednekar, Thank You for Coming), imprenditrice in ascesa… Che ovviamente al primo impatto lo odia. Dopodiché si rincontrano, si mettono quattro secondi a finire a letto e poi al grido di è stato un errore, non sei il mio tipo, sei arrogante (ovviamente fa tutto lei) si lasciano.
Malissimo. Sorpresa: lui è un principe, erede del maragià di Morpur (India).
Fratello e sorella viziati da protocollo, con madre e nonna ricoperte di gioielli di dubbio gusto, assistono tutti insieme alla lettura del testamento del maragià. Naturalmente, il titolo è il palazzo vengono lasciati a fissi, non al figlio maggiore che se lo aspettava. Tutto il denaro invece viene lasciata un certo Maurice. Che nessuno, però, sa chi sia…
Fra cliché e noia
Dialoghi da soap. Situazioni da soap. Recitazione da soap. eppure, ce la spacciano per una serie TV. The Royals è davvero difficile, ma davvero difficile da terminare.
La scelta di inserire tracce grafiche (scritte e disegni) da social non fa che peggiorare la situazione: si tenta di rendere moderno, anzi contemporaneo, qualcosa che è vecchio, superato, improponibile al giorno d’oggi.
Aggiungiamo il fatto che la serie è in inglese con i sottotitoli in italiano, ma con protagonisti indiani, che sembrano parlare come Howard Wolowitz quando imita il povero Rajesh prendendolo in giro in The Big Bang Theory. Vi siete fatti un’idea? Perché, se non ne aveste ancora abbastanza, vi aggiungo anche i flashback virati in seppia e con le immagini sfuocate come negli anni '70 e avrete meglio il quadro della situazione.
Il trionfo del kitsch
L’intera trama ruota attorno a dei pretesti infantili e banali. Far incontrare di nuovo lui e lei diventa facilissimo quando gli autori pensano che l’impresa di lei, nel ramo dei Bed & Breakfast, abbia la brillante idea di avvicinarsi al palazzo reale per far vivere agli ospiti un’esperienza da principi. Proprio quando la residenza reale è in difficoltà per i debiti lasciati dal defunto maragià. Detto, fatto: i due ex amanti attualmente odianti si ritrovano e, superando i pregiudizi, faranno scoccare la scintilla. E mentre la dinastia reale cade in disgrazia, le auto dell’erede vengono portate via i dipendenti vengono licenziati e dopo una vita, Sophia per qualche ragione si impegna a salvare l’eredità dell’uomo che dice di non sopportare.
Non c’è niente, ma neanche un elemento che non sia o uno stereotipo o una situazione già vista o una situazione estremamente prevedibile. Le scenette “divertenti“ non funzionano, sono banali (vedi gli sfoghi culinari del fratello diseredato).
Una sceneggiatura imbarazzante
A colpirmi più di tutto il resto, però, è stata la sceneggiatura: sembra costruita su tutti quegli elementi che alla scuola di cinema ti insegnano a evitare come la peste. Tutti i dialoghi sono didascalici. Ogni singola frase pronunciata al telefono dei due protagonisti ci spiega qualcosa in modo puerile, come se gli autori non avessero fatto neanche il minimo sforzo di inserire non dico originalità ma almeno un pochino di qualità. Certo: le location sono suggestive, i paesaggi interessanti visivamente accattivanti, ma non basta. Così come non basta aggiungere una serie infinita di sottotrame relative ai vari personaggi. E neanche dichiarare esplicitamente che si tratta di una serie di genere “romantico” è sufficiente: la qualità, almeno in parte, ci vorrebbe sempre. A prescindere dal target di riferimento.
Voto
Redazione

The Royals: quando anche l’amore regale su Netflix fa acqua da tutte le parti
Amori lampo, dialoghi imbarazzanti, principesse e piatti da lavare: il melodramma indiano secondo Netflix, fra color seppia, social e stereotipi. The Royals è la classica operazione che scambia la superficie per sostanza: vestiti sgargianti, palazzi da sogno, amori tormentati... Ma tutto resta in superficie. Sembra voler inseguire Bridgerton, ma inciampa su una sceneggiatura piena di spiegoni didascalici, personaggi piatti e soluzioni narrative da fiction anni ’90. Perché una cosa è dichiararsi romantici, un’altra è rinunciare del tutto alla qualità. E alla dignità, aggiungerei. Cosa che un finale aperto a un seguito con una seconda stagione non lascia intravvedere...