The Recruit 2: su Netflix stagione promossa ma inferiore alla prima
In viaggio per il mondo, con un finale un po' deludente

Un avvocato della CIA. E no, non è il burocrate che potremmo aspettarci: finisce per cacciarsi sempre nei guai, e finisce fin troppo spesso sul campo.
Su Netflix è disponibile la seconda stagione di The Recruit, la spy-story creata e prodotta dal sempre bravo Alexi Hawley (The Rookie, State of Affairs), che ci ricorda fin dal primo istante (dopo un riassunto degli eventi visti in precedenza,) con chi abbiamo a che fare. Siamo nella Repubblica Ceca e Owen Hendricks (Noah Centineo) stato rapito. Come sapevamo già.
La trama di The Recruit 2
Dalla Repubblica Ceca alla Corea, con un riluttante Janus Ferber (Kristian Bruun), Owen si trova in una nuova missione che si auto-accolla definendosi “radioattivo” per quello che ha combinato finora. Ma possiamo scommetterci: sapendo cosa lo aspettava anche stavolta, probabilmente sarebbe stato zitto anziché offrirsi volontario con il suo superiore Walter Nyland (Vondie Curtis-Hall).
Squadra che vince…
Premessa: ovunque ci sia il notoriamente whedoniano (Buffy, Firefly, Dr. Horrible…) Nathan Fillion, celebre anche per le serie Castle e The Rookie (creata sempre da Hawley, squadra che vince non si cambia), io arrivo. Perché tutte le serie e i film in cui compare beneficiano del suo straordinario talento nell’affrontare anche le situazioni più drammatiche con un impagabile humour. Impagabile. Tanto che la sua faccia è diventata protagonista di tanti meme e gif divertenti. Basterebbe l’annuncio della sua presenza nel cast, per riprendere il (poco sfruttato) ruolo del Direttore Alton West, per confermare che la serie di Hawley mantiene intatte le caratteristiche che ne hanno decretato il grande successo con la prima stagione: il costante inserimento di elementi divertenti. Perché se crei una spy-story prendendoti troppo sul serio corri dei rischi come fa The Night Agent 2, paragonandoti (volontariamente) all’imparagonabile 24.
Ecco quindi che lo humour è la chiave di volta. Quella che rende l’azione ancora più avvincente e che spezza la tensione al momento giusto. Anche grazie a un cast che si conferma perfettamente in grado di impersonare ogni stato d’animo richiesto. Centineo , in particolare, ha la “faccia da schiaffi” - come si dice per gli attori - perfetta per il ruolo.
E mentre i suoi colleghi mettono su un giro di scommesse su quanto resisterà prima di licenziarsi, Owen si fa mandare nientemeno che in Corea. Insieme a un poco collaborativo Janus Ferber, che aggiunge divertimento a tutta la prima parte della nuova stagione.
Tanto ormai sono radioattivo: recensione The Recruit 2
The Recruit è una serie di spionaggio e azione sapientemente dosata con un umorismo incentrato sul grande talento di Owen per cacciarsi nei guai e accrescerli a ogni mossa. E fin qui, rispetto alla stagione 1, siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Ma se il primo ciclo di episodi vedeva al centro la dinamica con Max (Laura Haddock), dopo un’ottima partenza la nuova missione perde quota. Il ritrovarsi con un antico amore, l’alleanza stretta da subito con un agente straniero e tanti altri elementi, che non cito per evitare spoiler, forzano un po’ la mano alla trama.
Certo: Owen continua a guidarci in modo efficace, facendo affidamento sulle sue doti di comunicatore e sul suo carisma, più che su un addestramento sul campo che gli manca. Però tutte le domande lasciate in sospeso nel primo finale di stagione mancano nel secondo. La conclusione di The Recruit 2 è piuttosto brusca, senza quel cliffhanger che ci saremmo aspettati per spingerci a chiedere a gran voce una terza stagione. E come sapete, il finale determina un po’ tutto quando vediamo una serie TV: se non ci soddisfa, lascia un po’ d’amaro in bocca.
L’atteggiamento fra il rassegnato e l’intraprendente con il suo “tanto ormai sono radioattivo” che ci conquista all’inizio viene un po’ sprecato. Va bene che Owen è arrivato alla CIA da poco, ma l’esperienza avrebbe dovuto insegnargli qualcosa. Invece, il nostro avvocato sembra avere un po’ la sindrome di Paperino.
Il finale di The Recruit 2: e adesso?
Con quel finale un po’ così, ci chiediamo cosa succederà adesso e dobbiamo constatare come il livello di The Recluti 2 tenda a scendere episodio dopo episodio. Nonostante le new entry (a cominciare dai nuovi improbabili - e inaffidabili - collaboratori). Intendiamoci: fila tutto per il verso giusto, ma le aspettative visti i primi episodi erano alte. Un pochino di delusione per quel “e adesso?” che siamo costretti a fronteggiare alla fine ci sta. Forse è un problema di debolezza generale della trama, forse l’ambientazione non aiuta, fatto sta che ci divertiamo, sì, ma meno della prima volta. In attesa di scoprire se ce ne sarà una terza…
Rating: TBA
Nazione: USA
Voto
Redazione

The Recruit
La seconda stagione di The Recruit su Neflix ci fa ben sperare fin dal primo episodio. Riprendiamo esattamente da dov’eravamo rimasti, ovvero dal nostro Owen (il sempre bravo Noah Centineo) prontamente rapito. Stavolta l’avvocato della CIA che si caccia sempre in situazioni da operativo esperto dovrà volare fino in Corea - e non solo - per portare avanti il proprio lavoro. Ma rispetto alla prima stagione, nonostante l’iniziale divertimento (garantito anche dal suo accompagnatore riluttante Ferber) la trama generale è più debole e l’ambientazione meno efficace. Soprattutto, però, manca quell’attesa per un cliffhanger finale che viene sostituito da una conclusione brusca. Stagione promossa, ma con un voto nettamente inferiore alla precedente.