Warriors: Legends of Troy
Lezione di epica
Ci sono cose che studiamo a scuola, costretti dallo spauracchio della pagella e dalle interrogazioni a sorpresa. Cose che dimenticheremo in fretta appena finito l'anno, magari pronti a prendere libri e quaderni per farne un bel falò, per festeggiare la fine del suplizio e cucinare una braciola. Ci sono però alcuni racconti che non ci abbandonano e rimangono cementati nei ricordi, ponendosi di diritto nella lista delle materie più gradite. Tra queste é impossibile non enunciare la letteratura greca che risalta nella mente di tutti grazie ai suoi poemi epici i cui campioni incontrastati, quantomeno per quanto riguarda la fama, sono Iliade e Odissea. Tecmo Koei ha deciso di trasportare il suo filone dei Warriors anche nel bel mezzo dall'assedio di Troia, dove si scontrano senza sosta eserciti achei e troiani.
Come sempre Koei punta sulla formula che vede il giocatore impersonare un singolo eroe impegnato nello sgominare interi eserciti avversari con lo scarso aiuto delle proprie truppe o di altri campioni mossi dalla CPU. Il nemico vive su due realtà: da una parte i soldati semplici, masse di uomini pronte a fare la parte della carne da macello, dall'altra generali e guerrieri più o meno importanti pronti a rappresentare i veri scogli da superare per portare a casa importanti vittorie per la propria fazione.
Sbarchiamo così con l'esercito greco sulle spiagge di Troia, per partecipare ad una delle avventure più affascinanti della storia dell'umana stirpe. Gli sviluppatori, per raccontarcela, hanno scelto non di farci parteggiare per l'una o l'altra fazione, ma di metterci nella condizione di vivere tragedie e vittorie di entrambe le parti. D'altro canto sappiamo perfettamente come ognuno dei due eserciti sia stato protagonista di imprese indimenticabili tanto eroiche quanto crudeli, motivo per cui era praticamente impossibile scegliere qualcuno per utilizzarlo come “buono” o fare altrettanto per la parte del “cattivo”. Meglio riproporre le vicende in una unica sequenza temporale, mettendo davanti al giocatore dei livelli da sbloccare uno alla volta e da affrontare impersonando i combattenti più importanti di entrambi gli schieramenti.
Otto personaggi in cerca di un poeta
Tra i vari Dynasty e Samurai Warriors, Koei ci ha abituati a vedere decine e decine di personaggi utilizzabili. Questa volta però si é deciso di limitarsi a quattro campioni per parte e, appunto, potremo guidarli in base al particolare momento della trama che avremo raggiunto. Da un lato troveremo Achille, Ulisse, Patroclo e Aiace Telamonio, dall'Altra ci sono Ettore, Enea, Pentesilea e Paride. Ognuno di essi ha un set ben preciso di mosse e, principalmente, si differenzia dagli altri per le proprie qualità fisiche e le armi utilizzate. Ad esempio Achille ed Ettore menano fendenti a destra e a manca con una precisione incredibile, Pentesilea e Aiace usano un approccio molto più fisico, Paride é capace di lanciare frecce e via dicendo. Insomma, il numero di protagonisti sarà anche limitato, ma ognuno di essi riesce a distinguersi e a sposare un modo di giocare differente.
Tendenzialmente ci troveremo davanti a delle mappe più o meno ampie in cui saremo chiamati a portare a termine particolari compiti: uccidere un particolare avversario, liberare alcuni edifici, salvare alleati e situazioni simili, naturalmente facendoci strada in mezzo a decine e decine di nemici. La “solita minestra”? Non proprio, perché ci sono diverse novità da segnalare che faranno felici molti appassionati. Principalmente registriamo la presenza di particolari avversari più forti dei normali soldati, suddivisi in diverse categorie (spadaccini, guardiani e via dicendo) che potranno attaccarci insieme alla massa dei propri compagni o pure ci lanceranno vere e proprie sfide che vedranno la calca della guerra lasciare spazio a momentanei duelli uno contro uno. Non solo ostacoli umani però, aspettatevi anche qualche incontro ravvicinato con mostri mitologici e simili, d'altro canto siamo in un poema epico!
Dalla nostra avremo un sistema di gioco basato su parate, schivate e contrattacchi, seguendo un mix di colpi suddivisi in differenti tipologie. Tramite combo abbastanza semplici potremo compiere varie mosse, tra cui spiccano quelle “definitive”, vere e proprie fatality che metteranno fine alla vita dell'avversario in maniera decisamente cruenta, con sangue a macchiare terreno, combattenti e persino il monitor. Presente naturalmente un contatore che ci dirà quanti colpi avremo messo a segno in sequenza, fattore che farà cresce una apposita barra che, una volta riempita dalla metà in su, ci permetterà di dare vita a sequenze di attacchi ancora più mortali e inarrestabili. Il tutto avviene con un discreto feeling grazie ad un motore fisico rinnovato che rende le movenze degli eroi realistiche e “pesanti”, così da trasmettere credibili collisioni tra armi e avversari. Non mancheranno poi le ormai classiche situazioni quick event, dove dovrete premere il giusto pulsante in tempo per mettere a segno un particolare colpo.
Vacanze in Anatolia
Tecnicamente il prodotto non riesce certo a porsi come uno dei migliori sul mercato, principalmente a causa di un motore grafico che, sebbene non mostri particolari problemi di stabilità, si limita a muovere un gran numero di modelli poligonali senza badare troppo alla qualità e ai particolari. I protagonisti sono resi in maniera gradevole, ma basta andare a guardare un poco oltre per trovare una resa al di sotto della media. Stessa cosa per le ambientazioni, belle da lontano ma limitate nello spazio e nelle interazioni possibili. Tiratina d'orecchi anche per qualche scelta cromatica: mettere uno contro l'altro due eserciti e colorarli uno d'amaranto e l'altro di un blu molto spento, significa creare nel colpo d'occhio del giocatore una massa poco distinta in cui qualche volta si finisce per non capire dove dover indirizzare i colpi. Ottime invece le musiche che lasciano da parte temi troppo adrenalinici per dare spazio a brani adattissimi ad un kolossal holliwoodiano. Discreto anche il doppiaggio tutto in inglese, ma corredato di sottotitoli in italiano.
La longevità non soddisfa invece pienamente, complice il fatto che avremo a disposizione semplicemente la modalità principale, la possibilità rigiocare i vari livelli e alcune prove d'abilità da portare a termine per racimolare qualche punto da spendere nel negozio di oggetti. Si, perché invece di trovare armi e equipaggiamento sul terreno dovrete comprarvelo in una apposita schermata, per poi inserire il tutto in una griglia che, in base alla grandezza (anche questa acquistabile) vi permetterà di selezionare bonus e qualità varie. Persino le combo più avanzate passeranno tramite particolari anelli o collane da acquistare. Gli oggetti non saranno poi utilizzabili su un singolo eroe, ma potrete spostarli, di volta in volta, sul protagonista che starete usando. Segnaliamo poi una discreta calibrazione dei livelli di difficoltà: già a “normale” alcuni scontri richiederanno un buon impegno.
Warriors: Legends of Troy é dunque un action dallo spirito button smashing che non delude gli appassionati del genere e chi é alla ricerca di un titolo in grado di cogliere degnamente lo spirito dell'Iliade, grazie anche ad una regia abbastanza attenta e capace di prendere a piene mani dalle varie produzioni cinematografiche a tema (Brad Pitt ringrazia) senza cadere nella trappola della farsa. D'altro canto non vedrete a schermo nessun miracolo e nemmeno un titolo in grado di spazzare via la concorrenza. Semplicemente un prodotto in grado di divertire e appassionare chi é alla ricerca di un buon passatempo senza pretese estreme. Attenti al cavallo...
Ci sono cose che studiamo a scuola, costretti dallo spauracchio della pagella e dalle interrogazioni a sorpresa. Cose che dimenticheremo in fretta appena finito l'anno, magari pronti a prendere libri e quaderni per farne un bel falò, per festeggiare la fine del suplizio e cucinare una braciola. Ci sono però alcuni racconti che non ci abbandonano e rimangono cementati nei ricordi, ponendosi di diritto nella lista delle materie più gradite. Tra queste é impossibile non enunciare la letteratura greca che risalta nella mente di tutti grazie ai suoi poemi epici i cui campioni incontrastati, quantomeno per quanto riguarda la fama, sono Iliade e Odissea. Tecmo Koei ha deciso di trasportare il suo filone dei Warriors anche nel bel mezzo dall'assedio di Troia, dove si scontrano senza sosta eserciti achei e troiani.
Come sempre Koei punta sulla formula che vede il giocatore impersonare un singolo eroe impegnato nello sgominare interi eserciti avversari con lo scarso aiuto delle proprie truppe o di altri campioni mossi dalla CPU. Il nemico vive su due realtà: da una parte i soldati semplici, masse di uomini pronte a fare la parte della carne da macello, dall'altra generali e guerrieri più o meno importanti pronti a rappresentare i veri scogli da superare per portare a casa importanti vittorie per la propria fazione.
Sbarchiamo così con l'esercito greco sulle spiagge di Troia, per partecipare ad una delle avventure più affascinanti della storia dell'umana stirpe. Gli sviluppatori, per raccontarcela, hanno scelto non di farci parteggiare per l'una o l'altra fazione, ma di metterci nella condizione di vivere tragedie e vittorie di entrambe le parti. D'altro canto sappiamo perfettamente come ognuno dei due eserciti sia stato protagonista di imprese indimenticabili tanto eroiche quanto crudeli, motivo per cui era praticamente impossibile scegliere qualcuno per utilizzarlo come “buono” o fare altrettanto per la parte del “cattivo”. Meglio riproporre le vicende in una unica sequenza temporale, mettendo davanti al giocatore dei livelli da sbloccare uno alla volta e da affrontare impersonando i combattenti più importanti di entrambi gli schieramenti.
Otto personaggi in cerca di un poeta
Tra i vari Dynasty e Samurai Warriors, Koei ci ha abituati a vedere decine e decine di personaggi utilizzabili. Questa volta però si é deciso di limitarsi a quattro campioni per parte e, appunto, potremo guidarli in base al particolare momento della trama che avremo raggiunto. Da un lato troveremo Achille, Ulisse, Patroclo e Aiace Telamonio, dall'Altra ci sono Ettore, Enea, Pentesilea e Paride. Ognuno di essi ha un set ben preciso di mosse e, principalmente, si differenzia dagli altri per le proprie qualità fisiche e le armi utilizzate. Ad esempio Achille ed Ettore menano fendenti a destra e a manca con una precisione incredibile, Pentesilea e Aiace usano un approccio molto più fisico, Paride é capace di lanciare frecce e via dicendo. Insomma, il numero di protagonisti sarà anche limitato, ma ognuno di essi riesce a distinguersi e a sposare un modo di giocare differente.
Tendenzialmente ci troveremo davanti a delle mappe più o meno ampie in cui saremo chiamati a portare a termine particolari compiti: uccidere un particolare avversario, liberare alcuni edifici, salvare alleati e situazioni simili, naturalmente facendoci strada in mezzo a decine e decine di nemici. La “solita minestra”? Non proprio, perché ci sono diverse novità da segnalare che faranno felici molti appassionati. Principalmente registriamo la presenza di particolari avversari più forti dei normali soldati, suddivisi in diverse categorie (spadaccini, guardiani e via dicendo) che potranno attaccarci insieme alla massa dei propri compagni o pure ci lanceranno vere e proprie sfide che vedranno la calca della guerra lasciare spazio a momentanei duelli uno contro uno. Non solo ostacoli umani però, aspettatevi anche qualche incontro ravvicinato con mostri mitologici e simili, d'altro canto siamo in un poema epico!
Dalla nostra avremo un sistema di gioco basato su parate, schivate e contrattacchi, seguendo un mix di colpi suddivisi in differenti tipologie. Tramite combo abbastanza semplici potremo compiere varie mosse, tra cui spiccano quelle “definitive”, vere e proprie fatality che metteranno fine alla vita dell'avversario in maniera decisamente cruenta, con sangue a macchiare terreno, combattenti e persino il monitor. Presente naturalmente un contatore che ci dirà quanti colpi avremo messo a segno in sequenza, fattore che farà cresce una apposita barra che, una volta riempita dalla metà in su, ci permetterà di dare vita a sequenze di attacchi ancora più mortali e inarrestabili. Il tutto avviene con un discreto feeling grazie ad un motore fisico rinnovato che rende le movenze degli eroi realistiche e “pesanti”, così da trasmettere credibili collisioni tra armi e avversari. Non mancheranno poi le ormai classiche situazioni quick event, dove dovrete premere il giusto pulsante in tempo per mettere a segno un particolare colpo.
Vacanze in Anatolia
Tecnicamente il prodotto non riesce certo a porsi come uno dei migliori sul mercato, principalmente a causa di un motore grafico che, sebbene non mostri particolari problemi di stabilità, si limita a muovere un gran numero di modelli poligonali senza badare troppo alla qualità e ai particolari. I protagonisti sono resi in maniera gradevole, ma basta andare a guardare un poco oltre per trovare una resa al di sotto della media. Stessa cosa per le ambientazioni, belle da lontano ma limitate nello spazio e nelle interazioni possibili. Tiratina d'orecchi anche per qualche scelta cromatica: mettere uno contro l'altro due eserciti e colorarli uno d'amaranto e l'altro di un blu molto spento, significa creare nel colpo d'occhio del giocatore una massa poco distinta in cui qualche volta si finisce per non capire dove dover indirizzare i colpi. Ottime invece le musiche che lasciano da parte temi troppo adrenalinici per dare spazio a brani adattissimi ad un kolossal holliwoodiano. Discreto anche il doppiaggio tutto in inglese, ma corredato di sottotitoli in italiano.
La longevità non soddisfa invece pienamente, complice il fatto che avremo a disposizione semplicemente la modalità principale, la possibilità rigiocare i vari livelli e alcune prove d'abilità da portare a termine per racimolare qualche punto da spendere nel negozio di oggetti. Si, perché invece di trovare armi e equipaggiamento sul terreno dovrete comprarvelo in una apposita schermata, per poi inserire il tutto in una griglia che, in base alla grandezza (anche questa acquistabile) vi permetterà di selezionare bonus e qualità varie. Persino le combo più avanzate passeranno tramite particolari anelli o collane da acquistare. Gli oggetti non saranno poi utilizzabili su un singolo eroe, ma potrete spostarli, di volta in volta, sul protagonista che starete usando. Segnaliamo poi una discreta calibrazione dei livelli di difficoltà: già a “normale” alcuni scontri richiederanno un buon impegno.
Warriors: Legends of Troy é dunque un action dallo spirito button smashing che non delude gli appassionati del genere e chi é alla ricerca di un titolo in grado di cogliere degnamente lo spirito dell'Iliade, grazie anche ad una regia abbastanza attenta e capace di prendere a piene mani dalle varie produzioni cinematografiche a tema (Brad Pitt ringrazia) senza cadere nella trappola della farsa. D'altro canto non vedrete a schermo nessun miracolo e nemmeno un titolo in grado di spazzare via la concorrenza. Semplicemente un prodotto in grado di divertire e appassionare chi é alla ricerca di un buon passatempo senza pretese estreme. Attenti al cavallo...
Warriors: Legends of Troy
7
Voto
Redazione
Warriors: Legends of Troy
Interessante cambio di stile nel mondo dei Warriors marchiati Koei, con la digressione omerica a dare succo e novità nel gameplay a elargire sostanza. Peccato per un livello grafico sotto tono e per una mancanza di varietà legata non tanto agtli stilemi del genere "uno contro mille" ma ad una certa povertà d'intenti, legata forse al voler raccontare una storia unica con vari capitoli singoli. Ad ogni modo il gioco risulta divertente e di piacevole narrazione per chi ama l'ambientazione epica. Questo Achille ha più di un tallone, ma non combatte affatto male.