Recensione Total War: Three Kingdoms

La lotta dei tre regni secondo Creative Assembly

Recensione Total War Three Kingdoms

Dando un’occhiata agli eventi storici che hanno segnato il mondo moderno in oltre quattromila anni di storia, finiamo per scoprire tantissimi avvenimenti importanti e curiosi che in qualche modo, a prescindere dalla loro interpretazione, non smettono mai di affascinarci. Abbiamo letto più di una volta le cronache riguardanti grandi condottieri del passato, come Alessandro Magno, Giulio Cesare o Gengis Khan, e ci siamo dilungati anche nel comprendere quanto più possibile tutti i possibili retroscena che hanno spinto più di una civiltà a “cambiare volto” durante il corso della storia.

Uno dei periodi più affascinanti resta quello soprannominato periodo dei Tre Regni, un intervallo temporale che ha cambiato profondamente il panorama geopolitico della Cina, a quel tempo divisa tra Wei, Shu e Wu. Ogni aspetto di questo periodo storico macchinoso e controverso è stato trascritto in diversi romanzi classici della letteratura cinese, come “Le Cronache dei Tre Regni” di Chen Shou o “Il Romanzo dei Tre Regni” scritto invece da Luo Guanzhong.

La storia ha chiaramente ispirato molteplici produzioni all’interno dei vari medium di intrattenimento, sia cinematografico che videoludico, ma se ci chiedessero di citare il primo franchise che ci venisse in mente relativo a un’unione fruttuosa tra storia e videogioco, probabilmente citeremmo tra i primi tre la serie Total War. L’ultimo capitolo del brand sviluppato da Creative Assembly, intitolato per l’appunto Three Kingdoms, è pronto a trainarci nella Cina del 184 dopo Cristo vestendo i panni di uno dei leader che prese parte allo scontro.


DALLA CINA CON FURORE

Mettendo quindi da parte le due parentesi fantasy uscite in questo ultimo periodo, Total War fa ritorno al suo format originario proponendo un capitolo il più fedele possibile agli avvenimenti storici di quel periodo. In questo caso specifico la formula sfruttata negli anni da Creative Assembly cambia giusto qualche virgola per asservirsi meglio al contesto, dimostrandoci come il rodaggio avvenuto del tempo abbia portato a una stabilità impressionante dei prodotti appartenenti al franchise. Total War si è sempre dimostrato una garanzia senza mezzi termini, capace di accontentare gli appassionati degli strategici a turni grazie a delle funzionalità inedite per ogni capitolo.

Anche Three Kingdoms mostra quindi i suoi tratti distintivi sin dal primo avvio, proponendoci un duplice accesso alla modalità campagna: potremo infatti decidere se affrontare gli eventi seguendo le Cronache, essenzialmente una timeline quanto più fedele ai fatti realmente accaduti, oppure il Romanzo, dove invece gli eroi (o generali) assumono un ruolo di rilievo nella partita grazie a dei particolari punteggi caratteristica che influenzano notevolmente gli esiti delle battaglie disputate in tempo reale. Scendere in campo in loro compagnia equivale ad assistere a uno spettacolo entusiasmante, soprattutto perché queste unità vantano una certa resistenza che le fa sembrare mosse da un vigore quasi sovrannaturale. È chiaro che le intenzioni degli sviluppatori sono state quelle di permette al giocatore di scegliere l’esperienza che più si avvicina al proprio stile di gioco, così da accontentare tutta quella fetta che ama godersi un prodotto il più fedele possibile alla storia, senza rinunciare a qualche “compromesso” pensato per rendere più dinamico lo scontro.

Siamo comunque davanti a un prodotto Total War, strutturato in modo che sia la strategia a vincere al posto dei muscoli o dell’avventatezza. Amministrare il regno richiede saggezza e dedizione, motivo per cui diventa fondamentale comprendere tutte quelle sfaccettature utili a compiere il proprio dovere per arrivare alla fine del percorso. Turno dopo turno le novità più lampanti vengono evidenziate principalmente dalla gestione dell’insediamento, che perde la sua naturale struttura poliedrica dove era possibile qualsivoglia edificio per lasciare spazio a delle cittadine suddivise per comanderie.  


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Nella città principale potremo costruire i vari edifici appartenenti a diversi rami di competenza (militare, agricolo, economico, etc), mentre in quelli confinanti sarà possibile potenziare un unico edificio dedicato a una tipologia di produzione (pesca, miniere, etc). Grazie a queste differenziazioni il gioco acquista un interessante piega strategica in più, poiché alcuni di questi luoghi possono regalare ottimi bonus utilissimi per semplificare la nostra scalata al potere. Durante una delle nostre run abbiamo pensato di conquistare quanto prima un insediamento dedicato al pascolo dei cavalli, ottimo per diminuire il costo di reclutamento e mantenimento di tutte le unità a cavallo presenti nel nostro esercito.

L’avanzamento tecnologico è stato contestualizzato all’epoca storica, sfruttando uno schema disegnato sui rami di un albero di ciliegio, dove ogni tecnologia potrà essere liberamente sbloccata seguendo il corso dei rami al passare di ogni anno virtuale, composto da cinque turni. Grazie a una suddivisione lineare delle tecnologie il giocatore si trova nella posizione di scegliere con più serenità, valutando comunque attentamente quali tra i bonus presenti sia quello da sbloccare prima di tutti gli altri. Il consiglio più spassionato resta sempre quello di dare un’occhiata alla produzione delle risorse principali, come il cibo, se non altro perché la mancanza di quest’ultimo porta lentamente la fazione a implodere su se stessa per colpa dei tumulti crescenti scaturiti da un basso ordine pubblico.


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NON SI TRATTA SOLO DI GUERRA

Oltre a gestire i nostri insediamenti necessiteremo di molto tempo per occuparci della diplomazia, uno dei sistemi già visti negli altri Total War, cercando in più occasioni di stringere forti alleanze o non pestare i piedi alle moltitudini di generali presenti sul territorio cinese. Se all’inizio questo pannello viene praticamente lasciato in disparte, vista la scarsa visione d’insieme possibile da uno dei territori in cui cominciamo la partita, dopo qualche turno diventa una pratica fondamentale da svolgere. La presenza di moltissime fazioni con cui poter interagire rende ogni possa potenzialmente pericolosa sia sulla lunga, che sulla breve durata, se non altro perché i leader sembrano molto volubili e capricciosi, pronti a iniziare una guerra o concluderla solo per aumentare la propria influenza e assicurarsi un alleato in più per concorrere al trono. L’intelligenza artificiale è ancora oggi aggirabile dal solito sistema “guerra e pace”, fattore che determina un punto di stallo per gli sviluppatori che sembrano non aver ancora messo una toppa a questa falla largamente sfruttata in più occasioni (non dite le bugie eh).

Ci si può muovere nell’ombra grazie a un sistema di spionaggio diverso dai capitoli successivi del franchise, così da eliminare finalmente tutte quelle unità che richiedevano tanti turni per arrivare a destinazione e poi fallire miseramente. Il reclutamento ha subito una leggera variazione con la finalità di rendere più dinamico il gioco, tant’è che ora è possibile assoldare un generale accompagnato già da un piccolo manipolo di unità già pronte per lo schieramento, anche se non al 100% delle loro forze.

Resta obbligatorio controllare anche i vari pannelli accessori, come la corte ad esempio, perché i vari generali assoldati nella nostra fazione covano delle proprie idee ed emozioni personali, che si possono ripercuotere sulle loro mansioni qualora non vengano assecondati come si deve. Per alcuni generali basterà seguirvi in battaglia per aumentare il rispetto e l’influenza che avete nei loro confronti, ma gli altri che rimangono a casa hanno bisogno di uno scopo per non farsi colpire dalla noia: ecco perché molto spesso assegnare degli incarichi nelle comanderie, magari promuovendo degli editti a corte, diventa un modo come un altro per assicurarsi la lealtà dei nostri collaboratori. Accontentare tutti è difficile, quindi non fatevi problemi a cacciare i membri più irrispettosi nel caso non seguano le vostre linee guida.

Tecnicamente parlando il gioco riesce a offrire un’ottima esperienza visiva, grazie alla precisione con cui sono stati riprodotti scenari, unità e persino edifici nelle battaglie in tempo reale. Sappiamo ormai da tempo che Creative Assembly fa le cose per bene, ma preparatevi ad armare il vostro pc come si deve, perché i requisiti hardware restano sempre molto alti da assecondare.


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Versione Testata: PC

8

Voto

Redazione

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Recensione Total War: Three Kingdoms

Total War: Three Kingdoms si conferma essere un prodotto intrigante, capace di attrarre grazie a binomio funzionale in equilibrio tra ambientazione piacevole e formula di gameplay ormai collaudata da tempo. Non ci sono grandissime modifiche in merito alla struttura, ma siamo perfettamente coscienti del fatto che cambiare una formula vincente come quella elaborata di Total War potrebbe risultare un rischio eccessivo, che magari gli sviluppatori non vogliono prendersi in todo.