Stellar Blade su PC è più di un porting: precisione, stile e sostanza - La Recensione
La versione PC dell’action firmato Shift Up sorprende per solidità tecnica e coerenza stilistica: un viaggio che vale la pena di essere vissuto

C’è sempre un certo margine di dubbio quando un titolo console sbarca su PC. Non per sfiducia, ma perché negli anni i porting hanno alternato risultati eccellenti ad altri più frettolosi, compromessi da problemi tecnici o da un’interfaccia poco adatta al nuovo contesto. Stellar Blade arriva con un porting che non si limita a riproporre l’esperienza originale, ma prova ad adattarla al linguaggio tecnico ed espressivo del gioco su PC. Dopo mesi di trailer spettacolari, unite a diverse polemiche sul character design, il titolo di Shift Up torna al centro dell’attenzione non come semplice "oggetto virale", ma come gioco da valutare per ciò che è: un action curato, pieno di stile e con ambizioni piuttosto chiare.
Il suo DNA fonde due influenze riconoscibili, chiaramente se osservati con gli occhi dei giocatori più appassionati del genere: da Bayonetta prende il gusto per le combo tecniche e lo stile da palcoscenico, mentre da NieR: Automata eredita l’idea di un mondo futuristico in rovina, dove le missioni da completare si intrecciano a dialoghi, memorie e decisioni che parlano del nostro passato. Non è un titolo che punta tutto sulla trama, ma riesce comunque a costruire un universo che stimola la curiosità del giocatore.
Gallery
Il risultato è un ibrido affascinante, che su PC ha l’occasione di esprimersi con una maggiore libertà tecnica: framerate sbloccato, supporto all’ultrawide durante il gameplay, DLSS 4 con Frame Generation e una banca dati narrativa davvero ben curata, che arricchisce la comprensione dell’universo di gioco.
Tutto questo, però, apre anche a una domanda inevitabile: una volta passata l’euforia visiva e messi da parte gli strumenti tecnici, Stellar Blade ha davvero qualcosa da dire? Oppure rischia di essere solo un libro con una bella copertina e nulla più?
Il mondo di Stellar Blade ci conduce su una Terra spezzata dalla guerra con gli alieni
Stellar Blade si inserisce nel filone ben riconoscibile della fantascienza post-apocalittica in cui la salvezza dell’umanità è affidata a un personaggio programmato per combattere. Il gioco ci mette nei panni di Eve, una soldatessa d’élite inviata sulla Terra per eliminare i Naytiba, creature mostruose responsabili della quasi totale estinzione della vita sul pianeta. L’incipit è piuttosto familiare: una Terra ridotta in rovina. L’umanità fuggita nello spazio per salvarsi. Una missione affidata a chi è stato addestrato per portarla a termine senza esitazioni. Ma le cose si complicano presto, e in modo interessante.
Con il procedere dell’avventura, Stellar Blade mostra la volontà di raccontare qualcosa di più ambiguo, in cui le certezze iniziali lasciano spazio al dubbio. Eve inizia a scoprire che i Naytiba non sono ciò che sembravano, che la sua missione non è così netta e che anche lei stessa potrebbe non essere "libera" come crede di essere. È un impianto narrativo che ricorda da vicino quello di Oblivion, dove un protagonista addestrato per una causa apparentemente giusta comincia a mettere in discussione tutto — il nemico, il sistema, e infine sé stesso. Come Jack Harper (Tom Cruise) nel film di Joseph Kosinski, anche Eve è divisa tra l'efficienza di chi è stato programmato per agire e la curiosità di chi inizia a vedere il mondo sotto una nuova luce.

Il suo viaggio è accompagnato da Adam, una figura che funge da guida, supporto narrativo e punto di contatto con ciò che resta dell’umanità. Ma è soprattutto attraverso l’ambiente, i documenti raccolti nel mondo di gioco e le interazioni con altri sopravvissuti che Stellar Blade "costruisce" il proprio mondo. A questo contribuisce anche una banca dati interna ben curata, accessibile dal menu, che consente di ricostruire con ordine i tasselli della lore, senza appesantire la narrazione principale.
Eve stessa è scritta come una figura sospesa tra due realtà: nonostante l’aspetto rigorosamente studiato per colpire lo sguardo (inutile negarlo), il suo comportamento è quello di una persona che non conosce il mondo che dovrebbe salvare. Si stupisce di fronte a oggetti comuni, non comprende cosa siano dei libri e osserva la pioggia come se fosse la prima volta.
A livello di sceneggiatura, Stellar Blade alterna sezioni narrative lineari a momenti più liberi di esplorazione, dove il giocatore può recuperare frammenti di memoria, documenti e oggetti secondari che arricchiscono il contesto. La storia non si allontana mai troppo dal binario principale, e anche se non brilla per originalità, riesce comunque a mantenere vivo l’interesse grazie a un buon ritmo e a una progressiva apertura tematica. Il tutto si sviluppa in una campagna dalla durata media di 25–30 ore, con ulteriori contenuti per chi decide di completare le missioni secondarie e potenziare a fondo il personaggio.
Fin dall’inizio, il gioco offre due livelli di difficoltà: la modalità “Storia”, pensata per chi preferisce concentrarsi sull’aspetto narrativo, e la modalità “Normale”, che aggiunge un maggiore impegno nei combattimenti. La scelta non è solo formale, ma incide sensibilmente sulla fruizione: più che un semplice selettore di sfida, è un vero modo per decidere il tipo di esperienza che si vuole vivere.

Precisione, ritmo e spettacolo: il cuore del gameplay di Stellar Blade
Il sistema di gioco di Stellar Blade è costruito attorno a un principio semplice ma fondamentale: ogni combattimento va affrontato con attenzione, tempismo e controllo. Niente button mashing, niente frenesia incontrollata. Eve non è un ciclone di colpi casuali, ma una combattente precisa, con un arsenale che cresce nel tempo e richiede una certa padronanza nell'utilizzo. Le sue mosse base ruotano attorno ad attacchi leggeri e pesanti, a cui si aggiungono parate perfette e schivate millimetriche, capaci di rallentare il tempo se eseguite nel momento esatto. È un sistema che ricorda da vicino gli action stylish alla Bayonetta, ma con una velocità più contenuta e un approccio che guarda anche al mondo dei soulslike, soprattutto nella gestione dei tempi e nell’importanza di gestire il nemico e il suo moveset.
Ogni scontro premia infatti la lettura del pattern avversario e la capacità di reagire con freddezza. Le abilità Beta, attacchi speciali caricabili, si integrano nel flusso e permettono di ribaltare la situazione quando usate con criterio. Alcune si sbloccano naturalmente durante l’avventura, altre richiedono un impegno maggiore, legato alla progressione del classico albero delle abilità, diviso in rami tematici. Qui il gioco offre anche un’opzione intelligente: ogni mossa sbloccata può essere testata in una modalità di addestramento immediata, utile per padroneggiarne il funzionamento prima di applicarla sul campo.
La difficoltà non è proibitiva, ma nemmeno accomodante. Anche in modalità “Normale”, basta un attimo di disattenzione per venire colpiti duramente. Alcuni nemici, specialmente i boss, richiedono concentrazione e strategia, spesso portando il giocatore a rallentare, osservare e reagire, non diversamente da quanto accade nei soulslike più accessibili. A questo si affianca un sistema di checkpoint ben strutturato: accampamenti e campi base che funzionano come punti di ristoro, di potenziamento e gestione dell’equipaggiamento. Qui è possibile ripristinare le risorse, assegnare punti abilità e accedere a un sistema di crafting semplice ma efficace.
Tra le feature più apprezzabili spicca lo scanner ambientale, attivabile dal tasto select per capirci, che evidenzia oggetti, loot e nemici nascosti. Un’idea intelligente, che alleggerisce l’esplorazione senza annullare la componente di osservazione. Le interazioni ambientali, seppur non numerose, permettono di aprire percorsi secondari, risolvere piccoli enigmi o sfruttare oggetti esplosivi in combattimento.
Infine, la longevità del gameplay è supportata dalla presenza di una modalità Boss Rush, sbloccabile in fase avanzata, che consente di riaffrontare i combattimenti più impegnativi in sequenza. Un’aggiunta che valorizza la natura tecnica del sistema di gioco e offre una sfida extra per i giocatori più esperti.

Un porting PC sorprendentemente solido: Stellar Blade si rivela ben ottimizzato
A differenza di molti porting che hanno faticato a reggere il confronto con le versioni console, Stellar Blade arriva su PC con una sicurezza tecnica rara, soprattutto considerando che si tratta della prima produzione di Shift Up per questa piattaforma. Fin dai primi minuti, il gioco trasmette la sensazione di essere stato ottimizzato con attenzione, non solo per garantire prestazioni elevate, ma anche per valorizzare l’hardware disponibile.
Testato su una RTX 4060 Ti con monitor ultrawide 3440×1440, il titolo si è comportato in modo impeccabile: con tutti i preset grafici settati su “Elevato” e DLSS 4 attivo, il framerate si è mantenuto costantemente tra 80 e 100 FPS, senza cali né variazioni percettibili (scendono giusto se impostate i DLSS su Qualità e non Automatico). In sequenze più leggere, ad esempio durante le cutscene prerenderizzate, si raggiungono picchi di 110–120 FPS, a dimostrazione di una gestione del carico ben distribuita (quel valore massimo potete settarlo voi nel menu dedicato). Attivando anche la Frame Generation, il framerate sale ulteriormente, garantendo una fluidità visiva che ben si sposa con il ritmo tecnico del gameplay.
L’aspetto più interessante è che Stellar Blade riesce a far tutto questo senza sacrificare la resa estetica. Le ambientazioni, sebbene non sempre complesse dal punto di vista poligonale, restituiscono una sensazione di coerenza e varietà. L’impatto visivo resta alto, grazie a effetti di luce dinamica, animazioni fluide e una modellazione dei personaggi di primissimo livello. Alcuni elementi, come gli effetti particellari o gli schizzi di sangue, mostrano una qualità più altalenante, ma restano del tutto funzionali all’esperienza. Soprattutto, non si sono mai verificati fenomeni di pop-in, texture mancanti o caricamenti rallentati, nemmeno durante gli spostamenti rapidi tra aree.
Il supporto all’ultrawide è pienamente funzionante durante il gameplay, con HUD ben proporzionato e visuale estesa, mentre alcune cutscene mantengono le bande nere laterali: un compromesso comprensibile, visto il formato cinematografico con cui sono state realizzate. Anche l’interfaccia grafica si adatta bene alla risoluzione e non mostra segni di impaginazione approssimativa, un problema rilevato in altri porting tanto per fare un esempio.
Il menu delle impostazioni grafiche è chiaro, dettagliato e ben suddiviso, con la possibilità di regolare texture, ombre, effetti volumetrici e riflessi. Sono presenti anche indicatori sulla quantità di VRAM utilizzata, che si rivelano utili per chi vuole ottimizzare il bilanciamento tra qualità visiva e prestazioni. Il gioco, pur superando la soglia consigliata in alcune configurazioni (nel nostro caso circa 10 GB su 7.7 raccomandati), non mostra segni di instabilità. Nessun crash, nessun freeze, nessuna perdita di sincronia.

Sul fronte audio, la qualità è in linea con quella console: il doppiaggio italiano è confermato anche su PC, ed è di buona qualità, senza errori di sincronizzazione né cali di volume. Gli effetti ambientali e i feedback sonori durante il combattimento funzionano a dovere, anche se la colonna sonora resta più d’accompagnamento che memorabile.
Un dettaglio da non sottovalutare: sebbene il gioco sia tecnicamente compatibile con mouse e tastiera, l’esperienza resta pensata per il controller. I comandi rispondono bene, ma il layout e il ritmo dell’azione confermano che la miglior esperienza si ottiene su pad.
Versione Testata: PC
Voto
Redazione

Stellar Blade
Stellar Blade non ha la pretesa di rivoluzionare il genere, ma riesce a trovare un suo spazio preciso tra azione, spettacolo e introspezione. Il porting PC è sorprendentemente solido, fluido e ben ottimizzato, con opzioni tecniche che valorizzano ogni dettaglio visivo. La narrazione segue sentieri già battuti, ma li percorre con coerenza, mentre il gameplay premia il tempismo e la padronanza.



























































