Project Zero

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Project Zero

Sembra proprio che quest'ultimo periodo sia particolarmente favorevole all'horror di stampo nipponico. Dopo l'incredibile successo di "The Ring" nelle sale occidentali, che ha inevitabilmente rilanciato anche l'originale opera nipponica (Ringu per la cronaca), e dopo il recentissimo "The Eye", l'orrore orientaleggiante si trasferisce dal grande al piccolo schermo con questo Project Zero. Il survival horror della Tecmo va' quindi a posizionarsi in un segmento di mercato presidiato da autentici mostri sacri del calibro di Silenti Hill, Resident Evil e ,ovviamente, il capostipite del genere, ovvero Alone in The dark. Ma se è vero che in questi ultimi due titoli, ci troviamo di fronte a situazioni più "action" e ad un fattore horror molto più spettacolarizzato e con molti più elementi gore, è altrettanto vero che PZ è invece più affine alle atmosfere più cupe e "vellutate" di Silent Hill. Il fattore "gore", infatti in PZ è ridotto praticamente all'osso destinando la tensione e il pathos alle immancabili "ectoplasmatiche" presenze che vi accompagneranno fino alla fine della vostra avventura. Al contrario però dei titoli sopraccitati (e degli immancabili cloni da essi generati), c'è da dire che PZ dimostra di essere più originale nella scelta delle armi con cui Miku (la nostra eroina di turno) si sbarazzerà dei fantasmi che infestano villa Himuro.



Mettete in soffitta bazooka e lanciafiamme, lasciate a casa fucili e pistole. L'unica arma che avrete a disposizione sarà una vecchia macchina fotografica con cui "imprigionerete" le anime dei fantasmi che cercheranno di sbarrarvi la strada. Durante il vostro cammino avrete comunque la possibilità di "upgradare" il vostro mezzo di difesa, grazie ai vari items magici che troverete sparsi nelle stanze della magione e grazie anche ai punti che accumulerete ogni qualvolta riuscirete a "fare fuori" uno dei vostri nemici. Oltre a questo, dovrete sempre fare attenzione ed essere parsimoniosi con le pellicole con cui ovviamente dovrete far funzionare la macchina. Avrete a disposizione infatti diversa qualità di pellicola con differenti potere di esorcismo, a voi il compito di destinare nella maniera più consona le pellicole più adatte alle varie tipologie di mostri che incontrerete. Tutta la vicenda di Project Zero ruota attorno alla figura di Miku, una giovane ragazza alla disperata ricerca del fratello, scomparso all'interno di Palazzo Himuro, antica dimora che la leggenda vuole popolata di fantasmi e mostri, silenti testimoni degli orrori avvenuti nella villa nel corso degli anni. Armata solo del suo coraggio della sua macchina fotografica, Miku si lancerà quindi alla ricerca del fratello, attraversando il solito dedalo di stanze e ambienti che ormai sono uno dei tanti cliché del genere survival Horror.

Pz si presenta al pubblico con una veste grafica che di sicuro non ridisegna il genere ma che è comunque sufficientemente dettagliata per dare al titolo un buon realismo e un fattore immersivo di sicuro rilievo. La realizzazione dei modelli poligonali e degli ambienti di gioco è di buona fattura, anche se ovviamente un maggior numero di poligoni (specie sulla console di casa Microsoft), non avrebbe sicuramente fatto storcere il naso a nessuno. E' da rimarcare soprattutto la realizzazione dei fantasmi non tanto per la quantità di poligoni applicata, quanto per la varietà dei modelli e per la loro capacità di "freddare" redattori con decine di Survival Horror alle spalle. Se poi siete dei maniaci delle citazioni, allora troverete pane per i vostri denti, visto che in Project Zero, alcuni dei mostri sacri della cinematografia horror nipponica trovano dei piccoli omaggi sotto forma di "cameo". Non stupitevi, infatti, se uno dei fantasmi del gioco è rappresentato da una bambina con lunghissimi capelli a coprirle il viso, oppure se uno degli enigmi cardine ruota ad un pozzo in pietra (chi ha visto The Ring sa' di cosa parlo). Nota di demerito va invece data ai filmati d'apertura, non tanto per il contenuto, quanto per la realizzazione tecnica, con i segni visibili della compressione mpeg a "sporcare" la qualità delle immagini.

Project Zero
8

Voto

Redazione

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Project Zero

Un ottimo esempio su come, pur non riscrivendo il genere dei survival horror, si possa produrre un titolo che va a concorrere con i mostri sacri del genere. Ottimo e vario, il titolo Tecmo riesce a imprimere alla trama momenti di assoluta staticità a continui colpi di scena che rendono quella di Project Zero un'esperienza di gioco sicuramente appagante. L'introduzione poi di alcuni elementi classici della letteratura e della cinematografia horror nipponica è poi una vera chicca per tutti coloro che apprezzano il sottile modo di intendere la paura nell'estremo oriente. Se cercate atmosfere cupe e un horror molto più psicologico e soprattutto se siete stanchi dei soliti T-G "e chi più ne ha più me metta" Virus, allora Project Zero è il gioco che fa per voi. Ah, il gioco è basato su una storia realmente accaduta...a voi il compito di capire dove finisce la realtà dei fatti e inizia la fantasia.