Hell Clock, un’altra run e smetto, lo giuro – Recensione PC
La recensione dell’action-RPG roguelite di Rogue Snail, che riesce nell’impresa di incollare alla poltrona come pochi altri esponenti del genere prima d’ora, almeno fino all’endgame

Sviluppato dal team brasiliano di Rogue Snail, Hell Clock è l’ultimo ritrovato del genere ARPG con dinamiche roguelite. I colori caldi dai forti contrasti e il design grottesco delle creature che dovremo affrontare riportano alla mente Darkest Dungeon, mentre la formula di gioco e la visuale isometrica richiamano ad un primo sguardo Hades (o Curse of the Dead Gods, considerato lo stile). In realtà gli sviluppatori si sono ispirati più al Path of Exile di Grinding Gear Games, da cui riprendono le strategie di building del personaggio e l’approccio all’endgame.
Hell Clock: trama, ambientazione e primi passi per la run perfetta
La storia prende piede dopo gli eventi della guerra di Canudos, avvenuta verso la fine del diciannovesimo secolo, in Brasile. Vestiremo i panni del guerriero Pajeú, intrappolato in una sorta di limbo infernale, con lo scopo di liberare l’anima del suo defunto mentore, la figura storica Antônio Conselheiro. Un contesto interessante e di sicuro inusuale, che farà da sfondo al solito e interminabile ciclo di morte e resurrezione del giocatore, in cerca della run perfetta.
La vicenda si snoda attraverso tre atti per altrettanti biomi, scanditi da due boss minori e dal villain di fine capitolo. Partendo da un semplice kit composto da pistolata “semplice” e tripla, più efficace ma costosa lato mana, il gioco ci presenterà nel tutorial le abilità essenziali, come scatto, scudo temporaneo e attacco rotante, per poi lasciarci sperimentare. Potremo sbloccarne di nuove, ma prima dovremo completare l’intero atto.
Eliminando i mostri acquisiremo punti esperienza, con cui salire di livello e migliorare una delle skill equipaggiate, scegliendo dal classico pool di tre opzioni, come aumenti di danno e dimensioni dell’area d’azione, oppure riduzioni di costo e cooldown. Da spoglie e scrigni potremo inoltre ottenere soldi, con cui acquistare bonus alle statistiche presso gli occasionali “negozi”, e Trinket, per ulteriori buff. Tutto ciò andrà perduto in caso di morte o allo scadere dell’Hell Clock che dà nome al titolo, tuttavia potremo portare a casa reliquie e Soul Stone.
Queste ultime possono essere investite per ottenere pezzi d’equipaggiamento, che influenzano i parametri base, sbloccare nodi sull’enorme skilltree, e potenziare le già menzionate reliquie. Potremo utilizzarne un numero contenuto per volta, in base alla disponibilità sull’apposita griglia, ma hanno profonde ripercussioni sul nostro stile di combattimento, ed è scovando sinergie e testando nuovi approcci che inizia il vero spasso.
Hell Clock: divertimento, sperimentazione e un ritmo che a volte crolla
Le reliquie più comuni si limitano ad avere una quantità variabile di modificatori, comunque utili per indirizzare la build, mentre quelle più rare possono trasformare radicalmente le abilità, donando perk interessanti o alterandone del tutto il comportamento. Nel mio caso, dopo aver reso il fuoco rapido un lanciafiamme esplosivo e la campana magica una sorta di granata nucleare, ho scoperto che Pajeú può diventare un Beyblade elettrico, e da allora non mi sono più voltato indietro. Ci sono dozzine di assetti diversi con cui smanettare, alcuni più efficienti e “safe” di altro. Passare del tempo nell’inventario a caccia del bilanciamento ottimale è parte integrante del divertimento.
Le prime ore di gioco sono esilaranti. Ci sono tantissime cose da scoprire, e si sale di livello molto in fretta, garantendo accesso ad un sacco di risorse, senza particolari restrizioni su come andarsene in giro. Schiattare è inevitabile durante le sortite di prova, ma viene spontaneo ributtarsi subito nella mischia, con nuove conoscenze e potenziamenti al proprio fianco. Così per ore, è difficile scollarsi una volta preso il via.
Di tanto in tanto però si arriva ad uno scoglio, in cui il ritmo crolla di botto, ed è un problema da imputare al design di Hell Clock. Nemici regolari e boss non sono mai troppo complessi, non ci sono pattern da memorizzare, è sufficiente non stargli in faccia e uscire dai cerchi delle AOE per rimanere incolumi, tuttavia le loro statistiche scalano esponenzialmente man mano che si procede nei dungeon.
Non importa quanto sia “rotta” la nostra build, c’è un limite a quanto possano portarci lontano gli incrementi in percentuale dei vari buff, e si finisce per implodere in un colpo solo o passare ere geologiche e malmenare zombie con milioni di punti vita, circostanza in cui ci si annoia a morte oppure il timer scende a zero (a meno che non si giochi in modalità Relaxed). Un’ottima scusa per tornare alla base, passare in rassegna i gingilli raccolti e tornare di sotto più forti, ma un po’ di grind è d’obbligo, ed evidenzia una lacuna della produzione Rogue Snail che emerge una volta conclusa l’avventura.
Hell Clock: endgame, patch e problemi di bilanciamento
Le prime 10-15 ore, sufficienti per arrivare ai titoli di coda, volano e sono piuttosto bilanciate, ma l’endgame ha bisogno ancora di qualche ritocco. Fino a qualche giorno fa, l’unica opzione disponibile era l’ascensione, che prevede di ricominciare daccapo con un set aggiuntivo di malus autoimposti e un numero ristretto di run per completare gli atti. In compenso avremo tutte le skill sbloccate dal principio e accesso alle costellazioni, altri bonus passivi per scassare ulteriormente il gioco.
Gli sviluppatori si sono mossi in fretta, raccogliendo il feedback e introducendo in una recente patch due livelli di difficoltà extra, con contenuti esclusivi, e una modalità che minimizza il grind, accelerando la crescita del personaggio, oltre a numerosi fix. Novità ben accette, ma in genere le sessioni oscillano quasi sempre tra il totale annichilimento dell’universo e il menare pugni contro il muro, senza troppe vie di mezzo. Non aiuta avere solo tre location con cui lavorare e una varietà circoscritta di avversari. Se però vi piace min-maxare ci perderete la testa.
Hell Clock: pregi e difetti del comparto tecnico
Sul profilo tecnico, Hell Clock denota una presentazione in cel-shading non molto distintiva, ma i design funzionano, e i modelli sono ben caratterizzati. Gradevoli anche gli effetti speciali, tuttavia nelle fasi avanzate il rumore a schermo è tale da rendere incomprensibile l’azione. Vagonate di lampi, esplosioni, proiettili ad auree per periodi sostenuti possono dare fastidio, ma è possibile ridurne l’intensità. Questo si ripercuote sul frame rate, che nel mio caso viaggia tra gli oltre 150 nei momenti di quiete ai circa 60 nelle peggiori zuffe, e la situazione peggiora se si attivano i numeri dei danni inflitti (per la vostra sanità mentale, non lo fate). Buono il doppiaggio originale in brasiliano. Stare dietro ai sottotitoli in-game può essere difficile, ma ne guadagna l’atmosfera durante dialoghi e filmati.
Qualche bug da segnalare, come abilità passive che decidono di andare in vacanza, moncando la run, e nemici che si incastrano nelle geometrie degli scenari. Ok quando il bersaglio è a terra, meno se vola, magari durante un’orda, costringendo ad abbandonare l’evento o peggio a tornare al campo. Se mi è concesso poi dare un consiglio, non sarebbe male rendere più appariscente il cursore del mouse, che spesso si perde nel marasma, e far sì che gli scrigni si aprano automaticamente all’avvicinarsi del giocatore; quando ci sono più elementi vicini o sovrapposti non si riesce mai a cliccarli, e non c’è motivo di tenerli chiusi.
Versione Testata: PC
Voto
Redazione

Hell Clock
Già il solo pacchetto base di Hell Clock merita l’acquisto: è una delle esperienze roguelite più calamitanti che io ricordi, diverte e intrattiene per ore, interi giorni, e offre una profondità e un livello di personalizzazione invidiabile. L’endgame è ancora un po’ carente sul lungo termine, ma gli sviluppatori sono molto attivi e hanno tante novità in cantiere da qui fino ai primi mesi del 2026. Se vi piace il genere e gradite un’interpretazione più hack 'n' slash della classica formula, il titolo Rogue Snail vi accompagnerà con brio in queste calde settimane di agosto, e anche oltre.