Antro, una distopia a ritmo di hip hop spagnola – Recensione PC
La recensione del platform a scorrimento di Gatera Studio, un’esperienza con sprazzi di potenziale che si esaurisce troppo in fretta

La vicenda di Antro prende piede nell’omonima metropoli sotterranea, ultimo baluardo della civiltà umana. Qui sono radunati i pochi superstiti dell’apocalisse, oppressi da un regime totalitario, che li costringe a turni di lavoro massacranti e sopprime ogni forma di espressione con il suo esercito di robot.
Antro: nelle profondità di una distopia incompiuta
Vestiremo i panni di Nittch, un corriere incaricato di trasportare un pacco a quanto pare in grado di rovesciare il sistema e l’organizzazione conosciuta come “La Cupola”. Partendo dai bassifondi della città, ci faremo strada attraverso complessi industriali e quartieri disastrati; faremo la conoscenza del gruppo di rivoluzionari dietro il nostro viaggio, i cosiddetti “Discordanti”; ci spingeremo fino al covo del dittatore...e poi il gioco finirà di botto.
Non è uno spoiler, né un’esagerazione. Antro chiude veramente il sipario nel giro di un’ora e mezza, glissando su quella che poteva essere una storia trita e ritrita ma comunque interessante, proponendoci poco più di una bozza, un accenno, un’idea di trama.
La campagna si snoda attraverso tre livelli, uno per settore di Antro, e l’impressione è che il piccolo team di sviluppo spagnolo abbia tagliato qua e là per rientrare con budget o scadenze. Dagli occasionali flashback del protagonista si evince che i suoi affetti abbiano un qualche legame con quanto avviene nel corso dell’avventura, ma è un incipit che non va nessuna parte; i rivoluzionari sbucano fuori dalle ombre solo per ricordarci che esistono, e poi tanti saluti; il “cattivo” è ridotto al solito sermone privo di mordente. Antro prova a farsi grosso e sofisticato sparando un sacco di fumo negli occhi del giocatore, ma la sostanza non c’è e il resto non convince.
La produzione Gatera Studio può rifarsi sul fronte del gameplay, e da questo punto di vista la premessa di un platform 2.5D a ritmo di musica, magari sulla scia dei Bit.Trip Runner di Gaijin Games, con atmosfere dense e una colonna sonora in tema può fare faville. Di nuovo però il titolo si spegne prima di realizzare il suo potenziale.
Hip-Hop sotterraneo: quando la musica non balla
Di solito abbiamo una certa libertà di movimento nei livelli, esplorando sezioni piuttosto lineari. La pagina di Steam menziona degli “enigmi”, ma non ricordo di averne mai incontrati, eccetto premere qualche pulsante per aprire porte o attivare ascensori, e brevi sequenze rhythm game non proprio riuscitissime. Nulla di eclatante, ma svolge il suo lavoro, raccontando il mondo di gioco attraverso le immagini e proponendo un tasso di sfida non particolarmente impegnativo e funzionale. Uniche eccezioni un paio di collisioni sibilline quando c’è da appendersi ai bordi, e i salti tra le ventole, dove il motore fisico sembra andare per i fatti suoi.
È durante gli inseguimenti che Antro raggiunge il climax, con vere e proprie canzoni che spaziano tra svariati generi, come (e qui mi affido alla descrizione ufficiale NdR) Hip Hop, Drill, R&B ed elettronica. Non è esattamente il mio forte, ma ne riconosco l’appeal; il problema è che la loro funzione in-game non pare proprio quella di portare il ritmo. In modalità auto-scroller, le movenze di Nittch sembrano vagamente sincronizzate con il beat in sottofondo che lentamente cresce, ma non appena partono le lyrics la magia si perde.
È come se i brani si sostituissero all’azione, anziché guidarla ed elevarla. Se c’è una “coreografia” di fondo, di certo non è collegata alla melodia principale. Intendiamoci, restare concentrati per tutta la durata del pezzo non è così semplice, ma avrei preferito una colonna sonora più funzionale al contesto, o un’esecuzione che valorizzasse sia l’anima musicale che quella ludica del titolo. Allo stato attuale non rapisce, smorzando lo stimolo a rigiocarlo in un secondo momento, salvo recuperare qualche collezionabile mancato o andare a caccia di achievement.
Versione Testata: PC
Voto
Redazione

Antro
“Comprando questo album hai anche un gioco gratis” è una descrizione che ho visto applicata a molte opere in passato, ma la base di partenza era buona di solito. Nel caso di Antro non ci siamo ancora. Le dinamiche platform e ritmiche hanno bisogno di rodaggio; spiragli per ben sperare non mancano, tuttavia c’è davvero troppa poca carne sul fuoco per sondarne l’effettiva bontà. Ideale se vi piace il genere e volete supportare un piccolo studio indipendente.