Star Trek Beyond

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Attorno alla proiezione in anteprima di Star Trek Beyond, per la quale siamo volati fino a Los Angeles, vi era un alone di malinconia. La morte di Leonard Nimoy prima e la prematura scomparsa per un incidente del giovanissimo Alton Yelchin sono fatti difficili da scrollarsi di dosso mentre calano le luci in sala. Ma sono bastati pochi minuti in compagnia del mitico equipaggio dell'Enterprise per farsi assorbire e trasportare ancora una volta là dove nessuno é mai giunto prima.

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Capitano in crisi


L'incipit della pellicola ci mostra l'Enterprise a metà della sua missione esplorativa, della durata prevista di 5 anni. Il Capitano Kirk col suo diario di bordo ci racconta un equipaggio ligio al proprio dovere, ma provato dalla lunga permanenza nello spazio. Presto però l'apparente monotonia della missione verrà interrotta dal contatto con una nave sconosciuta, apparentemente rimasta naufraga assieme al suo capitano dopo uno scontro in una remota nebulosa. L'Enterprise é l'unica nave in grado di avventurarsi in questi territori ancora inesplorati, ma appena giunti a destinazione, Kirk ed il suo equipaggio scopriranno una nuova minaccia letale, che li coglierà di sorpresa, riducendo a brandelli la nave e dividendone l'equipaggio che si rifugerà su un pianeta sconosciuto.
La sceneggiatura di Simon Pegg é misurata e perfetta per celebrare i 50 anni di Star Trek



Troveremo i nostri protagonisti separati ed accoppiati in modo anomalo. Un'occasione perfetta per dedicare del tempo allo sviluppo di nuove interazioni, tra cui sicuramente spicca quella tra Spock e Mccoy, protagonisti di alcuni dei momenti più riusciti del film. Il nemico responsabile degli attacchi é il misterioso Krall, interpretato da Idris Elba, reso irriconoscibile da tonnellate di trucco e protesi. Nonostante un ingresso in grande stile, il suo apporto alla pellicola diviene subito marginale e risulta uno degli aspetti meno convincenti di Star Trek Beyond. Per quanto riguarda la trama non vogliamo raccontarvi altro, ma possiamo dirvi che se l'arco principale, soprattutto nella seconda metà, non riservi particolari sorprese, é nel dare il giusto spazio ai personaggi e alle loro interazioni che dimostra un grande equilibrio, per quanto non ci sia spazio per tutti, sfortunatamente.

Questione di equilibri


Nonostante il Sulu di John Cho sia protagonista della famigerata rivelazione riguardo al suo orientamento sessuale, risolta con una scena che tratta l'argomento con estrema normalità, della durata sì e no 5 secondi, il minutaggio a sua disposizione, così come per Uhura, é davvero molto limitato.
Questo é stato occupato dai già citati Spock e McCoy, ma anche da un nuovo personaggio: la misteriosa e combattiva aliena Jaylah, interpretata da Sophia Boutella, che forse ricorderete per la sua interpretazione in Kingsman. I suoi scambi di battute con Scotty (Simon Pegg) sono memorabili e speriamo vivamente di vederla entrare attivamente nel cast dei prossimi film. E a proposito di cast, con questa terza pellicola si confermano riuscitissime le scelte svolte ormai 7 anni fa, ogni attore é semplicemente perfetto nel suo ruolo e vederli all'opera é davvero un piacere.

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Prendere le redini del progetto di J.J. Abrams non ha per nulla intimorito Justin Lin, che dietro la macchina da presa si dimostra abile nel destreggiarsi tra sequenze d'azione impressionanti e momenti più intimi. Spiccano due scene davvero spettacolari, coreografate e girate con grandissima abilità. Insomma, Star Trek Beyond ci ha convinto e lo premiamo senza remore. Certo, l'essere “autoconclusivo” e senza un arco narrativo che scombini più di tanto le carte in tavola, come invece faceva il precedente Into Darkness, rende la pellicola più leggera, ma l'intrattenimento é assicurato, gli attori sono perfettamente a loro agio e la sceneggiatura emoziona, con momenti divertenti ed altri più intensi. Peccato anche per il villain poco incisivo.

Una nota finale la dedichiamo al compianto Alton Yelchin, scomparso alla prematura età di 27 anni. Vederlo recitare sul grande schermo ci ha emozionato e commosso, per la sua bravura e per la triste consapevolezza che non accadrà più. Simon Pegg, nello scrivere la sceneggiatura, si é anche concesso qualche piccolo omaggio alla saga originale e a Nimoy, che vi lasciamo il piacere di scoprire.

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