Recensione Captain Marvel

Brie Larson guida l'ondata 'Girl Power" dell'universo MCU

La scena con cui si è concluso Infinity War, lo scorso anno, ha dato molto da immaginare per i fan della Marvel e, purtroppo, l’uscita di “Ant-man and the Wasp” non ha eliminato alcun tarlo in chi aspetta di conoscere le sorti del proprio supereroe preferito. L’unica speranza sembra essere proprio la supereroina che arriverà in sala il 6 marzo. Nata dal desiderio di creare e di inserire cinematograficamente un nuovo personaggio femminile, così da poter esplorare e costruire al meglio le sue origini, Carol Danvers sembra essere il principale tassello mancante nel grande arazzo costruito dal MCU.


Le avventure della nostra supereroina iniziano su Hala, capitale del pianeta Kree. Lei, battezzata Vers dai Kree, si è unita alla Starforce dopo che le è stato fatto credere di essere una di loro. Infatti, Carol Danvers non ricorda cosa le sia successo sei anni prima, non ricorda chi fosse e ha solo degli incubi come resti del suo passato. La lotta tra Kree e Skrull porta Vers faccia a faccia con il proprio passato, finisce sulla Terra, luogo nella quale è nata, successivamente al fallimento della missione sul pianeta Tofa. È il nostro pianeta, infatti, ad essere il palcoscenico principale nella quale si susseguono le vicende della pellicola.

La presenza di personaggi o di elementi già noti al pubblico aggiunge dei riferimenti quasi storici nella costruzione dell’arco narrativo che intercorre nei vari film Marvel. I fatti di questa pellicola sono ambientati nel 1995 e di conseguenza diventa fondamentale osservare con particolare attenzione piccoli cambiamenti o piccoli errori per poter comprendere quello che avverrà nel futuro dei nostri supereroi. Quando si costruisce un prequel, per quanto le basi possano essere solide nella creazione del suo protagonista, la coerenza è quanto mai fondamentale e sembra che questo film ci sia particolarmente riuscito.

Sembra strano, nonostante siamo davanti a un contesto fumettistico e fantascientifico, ma questa pellicola punta molto sulla comicità del buddy cop movie più che su quella del ping-pong di battutine scontate. Non abbiamo l'umorismo disneyano di Ragnarok, o quello prettamente anni ’80 dei Guardiani, ma una chiave che invece funziona anche da riferimento culturale. Fury, ne è il perfetto esempio perché, sia al fianco di Carol che quello di Coulson, è comico nel ruolo del “poliziotto di coppia”; un netto contrasto con la figura autoritaria che siamo stati abituati a vedergli cucita addosso.


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Un ruolo maschile, quello di Samuel L. Jackson, che fa da supporto e contrasto con la caratterizzazione di Carol. Capitan Marvel è la donna che porta i pantaloni in casa, per usare un luogo comune, forte e indipendente, non ha nulla da dimostrare ad un uomo (anche se questo è il suo mentore). Ex-pilota di caccia nella U.S. Air Force, fin dalla più tenera età, seguendo il suo istinto, si è presa quel che desiderava, si è alzata da terra conquistando con determinazione i suoi obiettivi. Brie Larson è convincente come umana decisa e combattiva, quando come supereroina spiritosa e pronta a lottare per la giustizia. Jude Law, che interpreta Yon-Rogg, è perfetto per la parte, ma del resto conosciamo la sua capacità di gestire personaggi che nascondono bene il loro doppio gioco.

Tanto “girl power” in questa pellicola, soprattutto se osservate i personaggi che circondano la protagonista, come ad esempio la “famiglia” che Vers ha lasciato sulla terra composta da Maria Rambeau e sua figlia. Il rapporto amicale tra le due costituisce la vera forza del Capitano, perché le fa comprendere quanto l’umanità che possiede sia più forte dei suoi pugni fotonici. Inoltre, essendo anche Maria un ex-pilota sarà essenziale nella risoluzione di alcuni eventi facendo emergere quanto magnifici siano gli scontri in volo più che i corpo a corpo. Vera forza scenica viene data proprio dagli scontri simili a una partita a “Space Invaders”.

Un po’ come per Guardiani della Galassia, la maggior parte dell’intrattenimento di questo film viene dato da ambientazioni e canzoni. I riferimenti culturali che vi sono all’interno del film danno quel chiaro effetto nostalgia che permette una maggiore affezione del pubblico alle avventure in scena. Le musiche scandiscono il ritmo dei combattimenti, sopperendo ad alcune mancanze nel movimento durante gli scontri. La regia si mostra abbastanza scaltra nel riuscire a giostrare i tempi e ritmi proprio attraverso il mixaggio sonoro. Lasciando che sia la musica o le parole ad avere più ampio spazio di manovra a discapito di calci e pugni.

Captain Marvel prende posto di diritto tra i film sulle origini meglio riusciti nel MCU; mostrando al meglio, ma non al suo massimo, il potere dell’arma più forte dell’intero universo.


Recensione Captain Marvel
4

Voto

Redazione

Recensione Captain Marvel

Un buon [b]blockbuster[/b] che ha tutte quelle caratteristiche che ci si aspetta di trovare, ma che è in grado di sorprendere con elementi nuovi. Un eroina grintosa e [i]powerful[/i], che di certo non ha mostrato ancora tutto il suo potenziale, pronta a ribaltare le sorti dell’Infinity War. I punti più alti dell’intero film sono le scene di coppia tra Fury e Carol, attimi in cui la comicità è data in mano alla complicità, un rapporto di fiducia che motiva la scelta di Fury nell’affidare a lei le sorti del destino dell’intero universo. Non solo perché è la più potente, ma perché sa che farà la cosa giusta.