Havoc: il fumettone pulp di Netflix con Tom Hardy
Quando la qualità dell'azione compensa la debolezza della trama

Tom Hardy, Forest Whitaker, Timothy Olyphant, una regia dinamica e coinvolgente, un’ambientazione suggestiva in quello che è di fatto un fumettone: Havoc, il nuovo film di Netflix, è già schizzato in testa la classifica dei film più visti in Italia. Ed è facile comprendere perché.
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La trama di Havoc
Il film tormentato detective Walker (Tom Hardy, Venom) si ritrova a dover navigare nel pericoloso sottobosco criminale dopo un affare di droga andato male. Mentre cerca di districare la complessa rete di bugie e tradimenti che circonda il caso, Walker si barcamena fra il potente sindaco Lawrence Baumont (Forest Whitaker, L’ultimo re di Scozia), che sembra avere le mani in pasta in ogni losco affare, la Triade cinese e la corruzione nella polizia - a cui lo stesso Walker non è estraneo.
Quando stringe un'alleanza riluttante con una giovane e determinata poliziotta, Ellie Chan (Jessie Mei Li, Tenebre e ossa), Walker si addentra sempre più a fondo in un mondo di violenza, corruzione e cospirazioni, in cui nessuno è ciò che sembra e ogni passo potrebbe essere l'ultimo.
La loro indagine li porta a svelare segreti oscuri e a confrontarsi con individui spietati, mettendo a rischio non solo le loro vite ma anche la stabilità dell'intera città nel tentativo di fermare la spirale di violenza che sta dilaniando la città.
Molto fumo, poco arrosto
Le inquietanti maschere luminose già viste ne La notte del giudizio irrompono in un inseguimento mozzafiato in cui il caos regna sovrano. La polizia dà la caccia a un TIR con a bordo una banda di delinquenti e, mentre l’inseguimento è ancora in corso, il silenzio si alterna al caos mentre il percorso avanza. Questo accade subito dopo le parole, significative e certamente poco confortanti, del protagonista che ci introduce al film.
L’inizio, insomma, ci fa sperare davvero bene. Violenza, caos, rumore e silenzio alternati sullo sfondo di una città cupa che sembra tanto Gotham City più che New York.
Timothy Olyphant (indimenticabile protagonista della serie Justified) e Tom Hardy ci guidano alla scoperta di un film che tradisce presto le ottime primissime impressioni. Perché la trama è esattamente come la prima sequenza: confusionaria. Con la Triade cinese (guidata da una donna, cosa alquanto inverosimile), il sindaco corrotto e corruttore e giovani agenti che sperano in un sistema migliore. Un grande classico, con delle buone interpretazioni ma uno sfondo narrativo che non regge.
Così come la New York-Gotham che fa da sfondo alla vicenda è brutta, sporca e cattiva, lo sono anche il detective Walker e i suoi complici in un sistema appunto corrotto, violento e profondamente ingiusto.
C’è tanta azione, c’è tanta violenza in stile action orientali, c’è l’immancabile dose di black humour che di solito accompagna questi film proprio nelle scene d’azione, in cui il nostro detective Walker fa una pallida imitazione dei poliziotti alla John McClane degli anni ’80 e ’90… E sì, certo: c’è l’intrattenimento in un action puro che, però, per quanto riguarda la parte della storia risulta eccessivamente lungo e a tratti anche un po’ noioso. Ci si diverte giusto durante le scazzottate, il resto è tutto abbastanza improbabile.
Sembra che ci sia troppa carne al fuoco, troppi elementi buttati lì giusto per giustificare un’ambientazione multiculturale che vorrebbe dirsi moderna… Ma risulta molto già vista.
Nonostante i difetti, però, grazie alle già citate interpretazioni, alla qualità visiva - la regia di Gareth Evans (The Raid, Gangs of London) sulla sua stessa sceneggiatura rende interessante anche una trama banale - tutto sommato Havoc funziona.
La qualità dell’azione compensa la trama banale
Il tempo scorre, l’adrenalina di tante sequenze compensa la noia e la prevedibilità del resto e finalmente i movimenti di macchina sporchi e la simulazione della camera a mano, con quelle immagini (finalmente) traballanti che tanto vanno di moda ultimamente ma sono quasi sempre piazzati a vanvera, qui hanno un senso. Almeno questo consola, mentre Tom Hardy e i suoi quasi 48 anni reggono benissimo i contrasti con giovani assassine cinesi affamate di sangue e bande di delinquenti di vario genere.
Per la parte d’azione mi ha ricordato molto Copshop - Scontro a fuoco, a cui sicuramente è ispirato anche per la fotografia. Il risultato è un fumettone pulp che pecca di pretenziosità nelle scene più “commoventi”, chiamiamole così, quando i vari personaggi danno l’addio ai loro cari o colleghi.
Altissimo il numero dei morti, ma nulla di paragonabile alla quantità di proiettili che si sparano in questo film. Hardy mantiene intatto il suo fascino da bello e dannato, mentre Olyphant si diverte chiaramente a parodiare il personaggio del poliziotto (anche quello non esattamente ligio alle regole, ma in tutt’altro modo) che ha interpretato per 6 stagioni con grande successo.
Rating: Tutti
Nazione: Stati Uniti
Voto
Redazione

Havoc
Tom Hardy, Forest Whitaker e Timothy Olyphant animano Havoc, il nuovo film Netflix che, tra regia dinamica, fotografia sporca e un’ambientazione da Gotham City decadente, regala intrattenimento adrenalinico a discapito di una trama che si perde in cliché e confusione. Dopo un avvio promettente fatto di caos, silenzi e inseguimenti al cardiopalma, il film si adagia su uno schema già visto di corruzione, criminalità e violenza multietnica, senza riuscire davvero a innovare. La qualità visiva e le buone interpretazioni salvano in parte un racconto che si trascina troppo a lungo, lasciando spazio a scazzottate continue. Gareth Evans dirige con mestiere una sceneggiatura (a sua firma) debole e, anche se Havoc pecca un po’ di pretenziosità e di eccessi narrativi, riesce comunque a intrattenere chi cerca un fumettone pulp carico di adrenalina e di proiettili.