Una famiglia vincente recensione: se il padre padrone diventa uno dei buoni

Presentato come la proverbiale storia di chi ce l’ha fatta dopo tanti sacrifici contro un destino avverso, King Richard è un film molto prevedibile che accende l’interesse per il suo approccio al protagonista.

Dovrebbe essere la storia di due leggendarie tenniste afroamericane capaci di conquistare la vetta di uno sport borghese e bianco per antonomasia. Il rassicurante titolo italiano della pellicola - una famiglia vincente - è però un po’ fuorviante. L’originale è ben più centrato: King Richard, soprannome altisonante del padre delle due ragazze e vero protagonista della pellicola.

Richard Williams è un personaggio centrale nella vita e nella carriera delle sorelle Williams, come questo film ben illustra. Prodotto da Serena Williams e dall’attore Will Smith (che va chiaramente a caccia di un Oscar e ha già vinto un Golden Globe per il ruolo titolare), King Richard si presenta come il più classico dei biopic sul genitore disposto a ogni espediente e sacrificio pur di vedere realizzarsi il sogno della progenie in campo sportivo.

Una famiglia vincente recensione: se il padre padrone diventa uno dei buoni

La trama di Una famiglia vincente

I Williams però sono afroamericani e proletari, vivono in un quartiere californiano problematico come Compton in un periodo turbolento come gli anni ‘90. Come possono sperare di pagare istruttori, attrezzature, lezioni e trovare la giusta esposizione mediatica per trasformare le promettenti Serena e Venus in atlete vincenti, vivendo in una nazione razzista e in un contesto sportivo ancor più ostile a chi non è bianco?

La risposta è: impegnandosi più di tutti e non mollando mai. Will Smith interpreta un padre che adotta una rigidissima disciplina morale con la famiglia, desiderando ardentemente che le figlie diventino ricche e famose per sfuggire allo squallore e ai pericoli del ghetto, consentendo all’intera famiglia di fare lo stesso e magari fornire un esempio positivo a tutti gli afroamericani. L’obiettivo non è diventare professioniste, è vincere Wimbledon...più volte. Che l’incredibile piano di Richard sia sostanzialmente riuscito ce lo dice la storia, ma il film che lo racconta risulta a tratti surreale per l’approccio che ha.

Una famiglia vincente è sbilanciato ma involontariamente rivelatore

Essendo prodotto dalla figlia e da un attore smanioso di una corsa all’Oscar, è una pellicola totalmente sbilanciata in direzioni inaspettate. Le campionesse sono Venus e Serena, ma il film è completamente incentrato sul padre: un film che nel 2022 vuole narrare due modelli femminili attraverso l’ottica (il merito?) di un uomo suona un po’ anacronistico, anche se va ammesso che il padre allenatore è una figura così complessa da poter reggere un intero film.

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In realtà una storia molto interessante il film la racconta, ma quasi involontariamente. Il piano vincente di Williams è stato infatti pianificato prima che le figlie nascessero, scegliendo la strada difficile del tennis, calcolando introiti e rivalsa sociale. Il film presenta un padre padrone che decide il destino di ogni sua figlia ancor prima che nasca e lo fa presentandocelo come una figura positiva.

Nel culto di Re Richard

In due ore e venti di pellicola non vediamo mai la famiglia interagire con altre persone che non facciano parte del mondo del tennis, con le numerose figlie continuamente blandite in quello che è un culto della loro figura paterna. Ogni minima trasgressione al rigido piano paterno porta a una reazione spropositata, fino a lasciare le figlie a piedi nel mezzo di un quartiere problematico perché ree di aver troppo gioito per una loro vittoria. Ogni minimo svago o divertimento - come vedere un film Disney in VHS - diventa occasione di una lezione e una manipolazione: in Cenerentola le sorelle Williams devono trovare la lezione che il padre vuole che loro vedano e nient’altro, nemmeno il semplice godimento di guardare un film in famiglia. Le ragazze non sembrano avere rapporti con coetanei, a scuola o nel quartiere, praticamente sorvegliate a vista dal padre.

Il film liquida i lati più controversi del personaggio (il trattamento sprezzante riservato alla moglie, i figli illegittimi, i folli piani precedenti falliti) in un rapido dialogo esplicativo, salvo poi tornare nel suo universo in cui padre che appoggia il peso di un’intera famiglia e del mondo sulle spalle di una quindicenne è un esempio di virtù.

Una famiglia vincente recensione: se il padre padrone diventa uno dei buoni

Una famiglia vincente recensione: se il padre padrone diventa uno dei buoni
3

Voto

Redazione

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Una famiglia vincente recensione: se il padre padrone diventa uno dei buoni

Dal punto di vista tecnico, Una famiglia vincente non brilla ma nemmeno delude. È un film solido, ancorché un po’ indolore. L’aspetto più interessante rimane la presentazione di un personaggio distorto come un eroe positivo e senza macchia. Una visione di parte e partigiana di un personaggio tanto controverso che neppure un film di continua esaltazione riesce completamente ad assolvere.