Unity: le Scuse e le Nuove Condizioni

Il dietro-front dell'azienda

Unity le Scuse e le Nuove Condizioni

La spinosa vicenda che ha portato Unity nel bel mezzo di un Maelstorm di proteste potrebbe essere giunta a conclusione: il Presidente e General Manager Marc Whitten ha infatti pubblicato sul sito ufficiale una lettera aperta in cui per prima cosa si è profusamente scusato per le decisioni quantomeno opinabili che hanno portato alla formulazione dalla criticatissima "tassa sulle installazioni".

Dopo quest' atto dovuto, Whitten ha proseguito delineando i dettagli del nuovo accordo di licenza, stilato a suo dire tenendo conto di tutte le osservazioni, le proteste e perché no le proposte dei vari team di sviluppo con cui sono entrati in contatto nelle ultime settimane.

Tanto per cominciare, il pacchetto Unity Personal rimarrà Free, con la soglia di monetizzazione addirittura elevata da 100.000 a 200.000 $; su questo abbonamento non sarà applicato nessun "installation fee" e tra l'altro sarà anche rimosso il logo "made with Unity" dallo splashscreen.

Per tutti gli altri abbonamenti, decade totalmente la norma sull'installation fee "retroattivo": tutti i giochi pubblicati prima del 1° gennaio 2024 dunque saranno esenti da questo balzello. Idem varrà per tutti i prodotti sviluppati, anche in seguito a questa data, con una versione del software precedente a quella che verrà rilasciata  nel 2024 - ovviamente le cose cambiano nel caso in cui gli sviluppatori aggiornino il loro software alla nuova versione dopo la release di quest'ultima.

Come avrete probabilmente intuito, però, l'installation fee non è scomparso, ma esso verrà calcolato in una maniera più flessibile e ammonterà al minore tra un fisso ad ogni installazione ed il 2.5% del guadagnato. Va da sé che un titolo free-to-play, guadagnando 0, deve pagare 0.

Le modifiche hanno subito incontrato l'approvazione di parecchi sviluppatori, anche tra quelli che hanno contestato in maniera più accesa l'annuncio del 12 settembre: parliamo ad esempio di Rami Ismail, Dan Goodayle e Juan Linietsky. Ciò nondimeno, l'impressione generale in rete è che comunque Unity abbia perso in queste due settimane una consistente fetta di credibilità: solo il tempo ci dirà se riuscirà a riconquistare la fiducia degli sviluppatori...