Mastercard nega di avere a che fare con la censura, ma...

La compagnia finanziaria prova a chiamarsi fuori dalla vicenda

di Davide Tognon

Torniamo a parlare della recente ondata di censure che si è abbattuta sulle piattaforme Steam e Itch.io, un evento che ha interessato migliaia e migliaia di giochi dai contenuti "controversi" e che ha visto la partecipazione delle compagnie che si occupano dei pagamenti, con un ruolo centrale. Ci sono nuovi sviluppi: se non avete presente l'argomento, ve lo illustriamo in questo speciale.


Mastercard nega l'addebito, ma Valve la smentisce

Mastercard, la multinazionale statunitense leader nel campo delle carte di credito/debito, è stata additata come una fra le principali responsabili della censura dei video game, ma declina la responsabilità. Con un comunicato ufficiale, la compagnia afferma di non aver valutato né richiesto alcuna restrizione in proposito, al contrario di quello che riportano i media. L'unica limitazione imposta da Mastercard sta nel divieto di effettuare transazioni che riguardino materiale illegale.

Questa ricostruzione non trova però riscontro in quanto sostenuto da Valve. Un portavoce della compagnia, ai microfoni di Kotaku, afferma che sebbene Mastercard non abbia parlato direttamente con Valve, lo abbia fatto con altri intermediari (banche, fornitori di pagamento), manifestando i propri timori su alcuni contenuti dei giochi. Questi intermediari hanno poi interpellato Valve e da lì sarebbe nata la censura.

In particolare, gli intermediari avrebbero fatto menzione della regola 5.12.7 contenuta nel regolamento di Mastercard, secondo la quale la compagnia può opporre un veto su ogni transazione che potrebbe danneggiare la sua reputazione o il marchio. Questo veto è a discrezione di Mastercard stessa…