Caso Unity, sviluppatori invocano intervento dell'Unione Europea

Il rischio dell'abuso di posizione dominante è concreto

Caso Unity sviluppatori invocano intervento dellUnione Europea

Fra la moltitudine di voci che si è levata contro la "tassa" sulle installazioni di Unity, si fa sentire anche quella della European Games Developer Federation, un ente che rappresenta 23 associazioni di categoria nazionali e oltre 2.500 studi del continente. In un comunicato, la EGDF esprime la sua preoccupazione per l'atteggiamento di Unity, soffermandosi sui pericoli che ne derivano per il mercato.

Stando alle stime di Unity stessa, 230.000 sviluppatori, il 63% del totale globale, utilizza il suo motore grafico. Questa percentuale sale al 70% per i maggiori titoli mobile. Unity si è dunque costruita una posizione dominante nel tempo e ha così reso gli sviluppatori sempre più dipendenti, con pratiche dubbie sotto il profilo concorrenziale. Questa posizione di forza le permette fra l'altro di imporre contratti con clausole non negoziabili, come la controversa tassa che ha sollevato il vespaio degli ultimi giorni.

È arrivato il momento di chiedersi se Unity non abbia oltrepassato il limite e stia abusando della sua posizione di forza, a scapito della parte più debole (ossia gli sviluppatori). La EGDF auspica un intervento comunitario per regolare la materia digitale sotto il profilo dei motori grafici, un ambito che non ha ancora ricevuto una disciplina puntuale e quindi si presta a potenziali abusi, che vanno a scapito non solo degli sviluppatori, ma anche dei consumatori.