Apple non vuole abbandonare le politiche anti-steering

La Mela fa appello alla Corte Suprema americana per mantenere i suoi privilegi

Apple non vuole abbandonare le politiche antisteering

Un paio di anni addietro, Epic Games ha intentato una causa contro Apple presso il tribunale della California. Il casus belli riguardava la rimozione di Fortnite dallo store di Apple, ma il vero oggetto del contendere era qualcosa di molto più grande: il mercato mobile e i privilegi che la casa di Cupertino detiene, forte di una base installata di oltre un miliardo di dispositivi.

Il tribunale ha riconosciuto che il mercato mobile non si configuri come un monopolio di Apple, bensì come un duopolio Apple-Google. Per questo motivo, Epic si è vista rigettare quasi tutte le richieste, tranne una, che però è molto significativa. Con una ingiunzione, il tribunale ha proibito ad Apple di mettere in atto le cosiddette pratiche di anti-steering alle applicazioni presenti nel suo negozio virtuale.

Con l'espressione anti-steering si indicano quelle misure molte ad impedire che una applicazione possa reidirizzare l'utente ad un negozio esterno. In altre parole, Apple vietava a chiunque di inserire nelle app i collegamenti a negozi diversi da quello di Apple, perché pagando su questi negozi il flusso di denaro cessa di passare per l'Apple Store (e quindi Apple non ottiene più la sua fetta di guadagno).

Tenete presente che Apple dal suo store guadagni miliardi ogni anno, con dei costi di esercizio minimi rispetto a quelli dei competitor dell'industria videoludica. Consentire a coloro che pubblicano le app di dirottare il flusso del denaro all'esterno dello Store rappresenterebbe dunque un colpo durissimo per gli affari della Mela. Evidentemente, questa situazione non può andar bene ad Apple.

Un primo appello contro l'ingiunzione è stato respinto, ma Apple non si dà per vinta: come segnala Reuters, qualche giorno fa è stato depositato un appello per discutere del caso presso la Corte Suprema degli Stati Uniti, ossia l'ultimo grado di giudizio. Anche Epic Games, l'altra parte in causa, potrà eventualmente ricorrere in appello per far sentire le sue ragioni.