Antropophagus – L'edizione limited 2K di Rustblade
L'editore indipendente italiano ripropone il viiaggio nel nichilismo estremo di Joe D'Amato

Mentre il boom del turismo balneare dipingeva il Mediterraneo come un paradiso accessibile a tutti, il cinema horror italiano degli anni '80 ne esplorava il lato oscuro. Panorama nel quale si inserisce Antropophagus, opera cardine di Joe D'Amato che non cerca di intrattenere, ma di violentare la sensibilità dello spettatore con una crudezza primitiva e un nichilismo all'epoca senza paragoni.
La premessa è un classico dell'horror da isolamento: un gruppo di turisti accompagna la giovane americana Julie (Tisa Farrow) presso un'isola delle Cicladi per raggiungere degli amici, trovandola apparentemente deserta. L'assenza di vita, il silenzio innaturale e l'incontro con una superstite in stato catatonico che balbetta di una "bestia" sono i prodromi di un incubo che si dispiega con lentezza brutale. La regia di D'Amato non indulge nel jump scare facile; preferisce una crescente tensione che soffoca.
Più che vederlo lo si subisce
Opera celebre, e infame, per due sequenze che ne hanno decretato la censura in mezzo mondo. Più che semplici eccessi gore rappresentano la sintesi visiva della filosofia del film: l'annichilimento totale della vita e della speranza. La prima vede il mostro assalire una donna incinta (Serena Grandi) mangiandone il feto, atto di una violenza così sacrilega e psicologicamente devastante da trascendere il cinema horror per entrare in un territorio di puro shock esistenziale.
La seconda è un'immagine potentemente assurda e nichilista di autofagia: privato di ogni altra vittima il mostro divora sé stesso, in un'estrema, grottesca metafora di un'umanità che consumata dalla sua stessa disperazione non ha altra via d'uscita che l'autodistruzione. Antropophagus è un'esperienza cinematografica estrema che rifiuta qualsiasi compromesso. Joe D'Amato qui tocca vette di crudeltà narrativa che pochi hanno eguagliato: più che un film da godere resta un'opera da subire. Sconsigliato ai deboli di stomaco.

Girato 16mm a imprecisata sensibilità ASA, qualità tecnica dignitosa escludendo i primi minuti fino al sanguinolento prologo, tra grana pesante, rumore video e disturbi cromatici. Dopodiché l'immagine, formato 1.66:1 (1920 x 1080/23.97p), codifica AVC/MPEG-4 su BD-50 doppio strato, risulta più godibile anche su schermi di grandi dimensioni. I limiti della cinematografia e la pochezza degli effetti sono parte integrante di un film che guadagna anche dal suo essere (in)volontariamente “ruvido” e grossolano per luci e colori. Traccia DTS-HD Master Audio 2.0 monofonica (24 bit) dignitosa quanto priva di dinamica.
Antropophagus - Limited Blu-ray 2K Rustblade
L'edizione limitata a 399 copie formato mediabook di Rustblade include il fumetto con una storia gore B/N ispirata al film, DVD, CD con la colonna sonora di Marcello Giombini. Anche il disco BD-50 include il trailer internazionale in inglese e la recensione di Federico Frusciante, in più aggiunge il documentario Joe D'amato – Totally Uncut Horror (79') di Nocturno. 5 cartoline commemorative, sovracoperta embossed.


