Allarme pirateria audiovisiva: consumo di nuovo in crescita

Sotto i riflettori l'aumento degli abbonamenti, il calo del potere d'acquisto e la limitata accessibilità a specifici contenuti

Allarme pirateria audiovisiva consumo di nuovo in crescita

Combattere la pirateria online è piuttosto complicato e la Polizia Postale, in collaborazione con FAPAV (Federazione Anti Pirateria Audio Visiva) e l'associazione degli Editori UNIVIDEO, è tutti i giorni sulle barricate per contrastare un fenomeno che per un certo lasso di tempo è stato meno dilagante. Situazione che era in contrazione specie dopo l'avvento delle piattaforme online e VOD (Video On Demand), dove bastavano pochi euro al mese di abbonamento per avere accesso legale a una miriade di contenuti 24 ore su 24.

Purtroppo il nuovo studio dell'UIPO - Ufficio per la Proprietà Intellettuale dell'Unione Europea - riporta un aumento dei flussi dati e la crescita soprattutto della cosiddetta pirateria liquida, ovvero l'accesso illegale a piattaforme altrettanto fuorilegge che in cambio di pubblicità aprono una finestra sulla visione di film e serie televisive, circa il 58%, mentre il 32% è legato al download di file in condivisione.

L'assenza di parte dell'offerta in Italia, così come la frammentazione dei contenuti (incompleta disponibilità di tutte le stagioni di una serie su una sola piattaforma) diversamente disponibili, l'aumento degli abbonamenti mensili specie per i più importanti player di mercato, così come le scelte degli editori italiani di non pubblicare del tutto su fisico certe opere o alcune versioni delle stesse. Non ultimo il calo del potere d'acquisto in anni di difficile congiuntura economica.

Che ci crediate o meno ci sono ancora nuove pubblicazioni relative a opere 3D (in Germania), così come certi 4K o Blu-ray Full HD anche di opere italiane non vengono ufficialmente venduti da noi perché ritenuti "commercialmente poco interessanti" (costo produzione e rischio imprenditoriale troppo elevati). Tutto ciò spinge ulteriormente certi appassionati a fregarsene della tutela del diritto d'autore, attingendo a vaste basi dati illegali dove in alcuni casi si è costretti a pagare comunque un fee di accesso a server cloud, o dove per scaricare occorre caricare in cambio altro materiale illegale.