Final Fantasy I&II: Dawn of Souls

di
Soul of Chaos & Soul of Rebirth

Per quanto concerne la genesi ed il lungo corso evolutivo di Final Fantasy come saga, vi rimandiamo ai cinque speciali tutto tondo pubblicati non troppi mesi fa sulle pagine di Gamesurf. Il richiamo al momento è d'obbligo giacché sotto distribuzione Nintendo, e ad arricchire la di per sé estesa ludoteca Game Boy Advance, sono di imminente uscita (prevista per il 10 dicembre) i remake dei primissimi due episodi della serie concepita da Hironobu Sakaguchi. Il primo ed il secondo Final Fantasy, apparsi rispettivamente per Famicom nel 1986 e nel 1988, verranno anzitutto agglomerati in un'unica cartuccia, sottotitolata da Square-Enix per l'occasione con "Dawn of Souls".
Il motivo di tale nuova nomenclatura è presto dato: gli antecessori della fantasia finale avranno delle cospicue aggiunte a livello di sceneggiatura e locazioni, tutte aggiunte contenute nei "capitoli" Soul of Chaos (Final Fantasy) e Soul of Rebirth (Final Fantasy II). La cartuccia, "dulcis in fundo", vanterà al suo interno anche alcune nostalgiche citazioni direttamente tratte dalla serie d'appartenenza. Le prime riscontrabili, ed annunciate da tempo, sono le presenze di boss provenienti dagli episodi a otto e sedici bit fra le quali annoveriamo i mai dimenticati Gilgamesh, Shinryû ed Atmos (ripescati da Final Fantasy V), Ultros e The Phantom Train (presi da quello che non a caso è spesso ritenuto il miglior esponente della saga: Final Fantasy VI), Rubicant, Cagnazzo e Dark Bahamut (Final Fantasy IV) ed infine il drago bicipite di Final Fantasy III (il cui rifacimento apparirà fra le schiere Nintendo DS). Ciò che differenzia i remake dalle controparti originali è inoltre, come constatabile dalle immagini, l'aspetto estetico che dovrebbe richiamare la versione PsOne apparsa nel marzo del 2003 (Final Fantasy Origins). Sempre dalla medesima versione è auspicabile la riproposta della colonna sonora (alla quale non dovrebbero comunque mancare nuovi pentagrammi), che aveva al tempo ricevuto in sorte un piacevolissimo e melodico remix (operato dal genio di Nobuo Uematsu in persona per Final Fantasy ed effettuato da Tsuyoshi Sekito per Final Fantasy II).


L'uovo primordiale

Trattando più genericamente dei due giochi di ruolo di matrice nipponica in questione, ed iniziando dal primo apparso cronologicamente, vien da sé parlare di Final Fantasy come l'archetipo del J-Rpg quale noi oggi lo conosciamo (benché come risaputo non fu l'euretés del genere, ruolo che spetta invero a Dragon Quest). I membri del party vengono scelti ad inizio gioco, nominando ciascuno di essi secondo volere personale e scegliendo fra le sei classi iniziali poste a disposizione. Quest'ultime non sono altro che le più rinomate nell'universo dei cristalli: Warrior (nell'originale Fighter), Thief, Monk (nella controparte a 8 bit detto Black Belt), Red Mage, White Mage e Black Mage. Nessuno dei job necessita spiegazioni troppo approfondite, se non che per ciascuno di essi diverso è il grado di padronanza del mestiere delle armi e dell'arte magica. La minaccia imminente che grava sul mondo è costituita dall'avanzamento delle tenebre e dalla debolezza dei cristalli elementali; il preludio narrativo è rappresentato invece da un consueto rapimento, operato questa volta da Garland ai danni della principessa di Cornelia: Sara.


Trarla in salvo per volere regio dal diroccato "Temple of Fiends" sarà solo il primo passo che ci condurrà alla leggendaria memoria, rinomati come i nuovi Cavalieri della Luce ed elargitori dell'agognato ordine risanatore. Mentre la trama del capostipite di Final Fantasy segue da vicino la morfologia della fiaba ed i suoi "topoi", diversamente si comporta Final Fantasy II, che a onor del vero rimane tuttora una delle più atipiche, anticipatrici e coraggiose varianti del genere. Anzitutto la trama se rapportata al tempo d'uscita risulta assai affascinante e dà notevole importanza alla sceneggiatura (tanto che per procedere nell'avventura è richiesta la memorizzazione e l'uso di parole chiavi tratte dai dialoghi). In questo episodio ricordiamo le prime apparizioni dei Chocobo e del nome di Cid (nonché di svariati equipaggiamenti quali, ad esempio, quelli del ramo Genji).

Firion, Maria, Gus e Leon sono i protagonisti principali e la loro evoluzione combattiva non prevede alcuna crescita di livello né distribuzione manuale di punti esperienza; in Final Fantasy II è infatti l'uso di un arma, di una protezione o di una qual che sia magia a determinarne il potenziamento (così come l'incremento di punti magici e ferita dipende dai danni inferti o causati). Chi abbia testato la versione originale ricorderà senz'altro la netta supremazia di alcuni nemici (incontrati magari per aver osato semplicemente girovagare più del dovuto sulla mappa), un fattore difficoltà dal quale derivava l'eccessivo level up (necessario per proseguire nell'avventura). Un peccato che una non curanza tale decretò per taluni l'astio su un'esperienza che a livello concettuale, allora come oggi, merita invero di essere vissuta (speriamo pertanto che il tutto venga limato in questa versione portatile).

Final Fantasy I&II: Dawn of Souls

Final Fantasy I&II: Dawn of Souls

Rivivere in formato portatile le gesta dei Cavalieri della Luce (Final Fantasy) e del gruppo tetraeroico composto da Firion, Gus, Maria e Leon (Final Fantasy II) potrebbe risultare particolarmente interessante anche e soprattutto in vista delle aggiunte apportate (Soul of Chaos e Soul of Rebirth). Per quanti invece siano alieni ed al contempo interessati alle origini di una delle serie fra le più seguite del panorama nipponico, è forse giunto il momento di cogliere l'attimo.