Batman: Arkham Knight

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Quando il marchio di Batman passò a Rocksteady, team londinese con nessuna esperienza alle spalle, era lecito aspettarsi l'inevitabile. Il buon nome del pipistrello di Bob Kane era già stato intaccato a più riprese, in campo videoludico, tant'é vero che ci sembra piuttosto inutile perderci in lunghissime liste dei progetti andati a male nel corso delle generazioni. Quindi chi avrebbe mai scommesso un soldo su un ritorno in grande stile proprio grazie ad una Rocksteady che nel proprio curriculum vantava solo un sufficiente Urban Chaos, quando anche grandi nomi del calibro di Konami e Ubisoft avevano fallito nell'impresa? Eppure, dietro le solite grandi promesse di facciata, qualcosa stava prendendo vita. Qualcosa che nessun videogiocatore dei tempi moderni avrebbe mai dimenticato.


Chi ha paura del pipistrello?

L'alleanza tra Rocksteady e Eidos Interactive aveva generato un vero e proprio mostro di qualità, quell'Arkham Asylum che tanto fece parlare giornalisti e appassionati e che ancora oggi viene considerato uno dei capisaldi dell'action/adventure. Rocksteady aveva fatto il botto, smentito i suoi detrattori e dimostrato al mondo intero come un capolavoro possa nascere anche da zero. C'é chi la bravura ce l'ha nel sangue e chi, invece, prima di azzeccare un progetto deve buttare alle ortiche anni di esperimenti riusciti a metà. Rocksteady, al suo primo gioco, aveva vinto e convinto. Da lì in poi, per loro, era tutta discesa. Arkham City non fece altro che bissare il successo, espandendo il concetto ma senza intaccarlo; ancora una volta ci trovammo di fronte ad un pacchetto solido, tecnico e dalle mille sfaccettature.

Come dei veri e propri Re Mida videoludici, qualunque cosa Rocksteady toccasse diveniva oro puro. Dopo l'acquisizione da parte di Warner Bros, però, il team era finalmente pronto a passare oltre. O forse no? Il terzo capitolo della saga di Arkham, sottotitolato "Origins", fu consegnato nelle mani di un secondo studio, così da dare a Rocksteady il tempo necessario per plasmare la propria visione del "capitolo conclusivo". Sì, siamo di fronte al botto finale, all'epico epilogo della trilogia di Arkham. Quadrilogia, direbbe qualcuno, ma é Rocksteady stessa la prima a non considerare Origins un vero e proprio tassello del suo mosaico. Noi di GameSurf, grazie alle informazioni reperite dalla prova con mano dei colleghi di GameInformer, vi proponiamo oggi un primo, profondissimo sguardo ad Arkham Knight, spolpando per bene ogni faccia di questo poliedrico mix e svelandone in esclusiva ogni suo più piccolo segreto. Assolutamente da non perdere, se siete fan del Cavaliere Oscuro.



Un Cavaliere più in forma che mai, grazie alla next-gen

Concentrarsi unicamente sulle console di nuova generazione ha permesso al team di spezzare completamente i legami con la poca prestanza di PS3 e Xbox 360. Così come accaduto con Killzone, Ryse o InFamous, progettare il gioco esclusivamente sulle nuove macchine ha permesso agli sviluppatori di sfruttare fin da subito tutta la loro potenza, potendo così creare mondi più vivi, personaggi più credibili e città più ampie.

"Il nostro capo-programmatore diceva proprio questo, l'altro giorno. Quando passi a lavorare su next-gen, non puoi più dire 'no' ai tuoi artisti. Con tutta la nuova potenza, puoi dar vita praticamente qualunque cosa", ha infatti detto Jamie Walker, direttore dello studio.

Infatti, uno dei processi più delicati dell'intera lavorazione di un gioco é proprio quello di trasportare le idee dalla carta al 3D. Come sempre accade in questi casi, gli artisti preparano bozze di ambienti e personaggi senza alcuna restrizione, ma si trovano spesso a fare a pugni con un motore grafico incapace di reggere la mole della loro idea, finendo per riadattarla e farle perdere buona parte del suo sapore. Con PS4 e Xbox One questo non esiste più. Rocksteady infatti sta spingendo al massimo la creatività di tutti i suoi disegnatori, perché ora "tutto é possibile".

A Warner Bros piacevano le idee alla base di Arkham Knight, ma tre anni di sviluppo erano oggettivamente tanti da sopportare, sia per i fan che continuavano a richiedere a gran voce un nuovo episodio, sia per i produttori che dovevano aspettare un'intera era geologica per vedere dei profitti. Arkham Origins fu proprio il tappabuchi tra City e Knight. Rocksteady fornì il proprio codice a Warner e lasciò carta bianca totale al nuovo team che, per non intralciare i piani dei colleghi, si lanciò in un prequel.

"Abbiamo detto, 'Fate il gioco che volete, non vogliamo influenzarvi in alcun modo'", ha continuato Sefton Hill, game director. "Volevamo che lavorassero al gioco dei loro sogni, senza che ci pensassimo noi ad impartire ordini. Non solo c'era un intero oceano a dividerci, ma eravamo anche piuttosto impegnati con il nuovo progetto".

Batman: Arkham Knight
Arkham Knight seguirà gli avvenimenti di City. Dopo la morte di Joker, Bruce si trova costretto ad affrontare la minaccia più pericolosa di sempre


Batman: Arkham Knight

Batman: Arkham Knight

Batman: Arkham Knight sembra essere l'evoluzione naturale di Arkham City (o Origins, che dir si voglia). Non nuovo, ma migliorato da capo a fondo per offrire un'esperienza più fluida, tecnica, appassionante e propriamente "next-gen". Non possiamo far altro che aspettare nuove informazioni e, soprattutto, video di gameplay. Per adesso, però, dormiamo sogni tranquilli. Rocksteady é sinonimo di certezza e di certo non deluderà proprio con il gran finale, che già da ora si preannuncia epico come non mai.