See: alla scoperta della splendida serie di AppleTV+, con il ruolo della vita per Jason Momoa

See: tutto sulla serie con Jason Momoa che ci regala una storia appassionante, piena di colpi di scena e di riflessioni importanti

di Chiara Poli

Ha ottenuto ottime recensioni e il gradimento della stragrande maggioranza del pubblico perché è una serie di qualità, appassionante, ottimamente recitata e ricca di colpi di scena. Inoltre è firmata da Steven Knight, il creatore di Peaky Blinders e Taboo, altre due serie apprezzatissime dal pubblico. Eppure, non se ne sente quasi mai parlare. Perché? Probabilmente perché è stata una delle prime serie targate Apple, al suo arrivo fra le piattaforme streaming, e non ha avuto la risonanza e la diffusione che meritava.

Per fortuna, si è sempre in tempo per recuperarla: sto parlando di See, la serie in cui Jason Momoa ci regala la sua migliore interpretazione di sempre, il suo ruolo della vita, nei panni di Baba Voss: un guerriero che lotta per difendere la sua famiglia in un mondo primitivo che, in fondo, non è affatto come sembra…

See: la trama della serie con Jason Momoa


In un futuro post-apocalittico, l’umanità ha pagato un prezzo molto alto. Tutti i nuovi abitanti della Terra sono ciechi: la vista è scomparsa per generazioni e generazioni, per secoli dopo la fine della civiltà come la conosciamo oggi. La specie umana torna agli albori: si vive nelle capanne, si coltiva ciò che si è in grado di coltivare, si caccia e ci si cura con erbe e decotti. Fino a quando un uomo vedente, Jerlamarel (Joshua Henry, Army Wives), tramanda ai suoi figli biologici il dono della vista.

Ma la società medievale e superstiziosa - con meno di 2 milioni di abitanti sull’intero pianeta - considera la vista un’eresia, una pericolosissima mutazione genetica da eradicare dal mondo. I cacciatori di streghe del regno, guidati da Tamacti Jun (Christian Camargo, The Hurt Locker) si spingono fino al villaggio di Baba Voss in cerca dei suoi figli. Baba anni prima aveva infatti accolto e protetto una donna incinta, Maghra (Hera Hilmar, Da Vinci’s Demons), ora diventata sua moglie e madre dei due gemelli che Baba Voss ha deciso di crescere come fossero figli suoi. Due gemelli, figli di Jerlamarle, che hanno il dono della vista e per questo sono automaticamente condannati a morte.

Baba Voss deve infatti proteggerli dai cacciatori col compito di sterminare ogni vedente affinché il mondo resti com’è: una società tribale, totalmente priva di tecnologia, dominata dall’ignoranza e dalla superstizione. Perché così vuole il mondo la regina Kane (Sylvia Hoeks, Blade Runner 2049) spietata e astuta sovrana disposta a tutto, veramente a tutto, pur di mantenere potere e privilegi.

Per proteggere i due ragazzi, nel frattempo cresciuti, affiancato dalla sensitiva Paris (Alfre Woodard, Desperate Housewives, True Blood) Baba Voss sfiderà un nemico potente e apparentemente invincibile, in una guerra - contro nemici terrificanti come Edo (Dave Bautista, I guardiani della galassia) - destinata a cambiare per sempre le sorti del mondo…

Le tematiche della serie: il ritorno ciclico della storia e il dualismo dell’essere umano


See nasce da un’idea originale di Steven Knight, tanto (apparentemente) semplice quanto efficace: riscrivere la storia del mondo daccapo, dopo che un virus ha sterminato miliardi di popolazioni e l’umanità avrebbe una nuova occasione. Ma l’istinto autodistruttivo, la tendenza alla tirannia, la volontà di mantenere la popolazione nell’ignoranza affinché creda alle superstizioni sono più forti di tutto. L’uomo si rivela ancora una volta essere votato ai peggiori istinti come l’egoismo, la crudeltà, la disperata ricerca del meglio per sé a discapito di tutti gli altri.

Sono passati secoli dall’estinzione della società contemporanea ma nulla è cambiato: siamo ancora il predatore più pericoloso del pianeta. E non riusciamo a imparare nulla perché, esattamente come nel Medioevo, la conoscenza viene riservata all’élite chiamata a governare il mondo, mentre il popolo è costretto a conoscere solo ciò che i potenti e i privilegiati vogliono che conosca. E creda ciecamente: senza, letteralmente, poter vedere davvero come stanno le cose intorno a lui.

See ci racconta come la storia tenda a essere ciclica, a tornare sempre al punto di partenza con le medesime contraddizioni: sappiamo creare incredibili opere d’arte e magnificenti opere d’ingegneria ma scegliamo di applicare questi talenti alla creazione di catene che imprigionino le persone.

Il dualismo dell’essere umano è il tema fondante della serie: se perdi la vista, aguzzi l’ingegno per creare meccanismi sicuri per spostarsi velocemente all’interno del territorio conosciuto, costruisci elaborati sistemi per la raccolta e lo stoccaggio del cibo, sviluppi gli altri sensi in modo da riuscire a combattere contro chi vuole rubarti - perché c’è sempre qualcuno che vuole farlo - tutto ciò che hai costruito col sudore della fronte, magari in una vita di lavoro.

Siamo Einstein e siamo Hitler, siamo Galileo e siamo Stalin, siamo coloro che donano la vita e coloro che la tolgono senza rimorso.

I personaggi di See sono costruiti appositamente per incarnare questo dualismo, dividendo le persone in due schieramenti ma senza facili o superficiali semplificazioni: il tema del lato oscuro che alberga dentro l’animo umano è sempre presente e fa sì che anche i paladini di questo mondo cieco agiscano per interesse personale, scelgano con cura le proprie battaglie, siano combattuti nella scelta fra il benessere individuale e quello della propria famiglia e della propria tribù.

See: una serie spettacolare


See è una serie profonda, accattivante, avvincente, con personaggi che stupiscono episodio dopo episodio. Per 24 episodi, a essere precisi: 3 stagioni di 8 episodi che volano via fin troppo velocemente, se si sceglie di fare una maratona per recuperarli. La narrazione scorre senza intoppi, la trama ti tiene incollato allo schermo mentre aspetti di scoprire cosa ne sarà del futuro non solo dei protagonisti, ma dell’umanità intera.

Fra vestigia del vecchio mondo, il nostro, e spazi completamente nuovi dei secoli che l’hanno seguito, i paesaggi spettacolari, la fotografia curatissima, i costumi e le scenografie ci immergono nel mondo di Baba Voss e dei suoi guerrieri, nel regno malato della regina Kane e in quello meraviglioso che i figli di Baba e Maghra, Haniwa e Kofun, vedono con gli unici occhi in grado di ammirarlo davvero.

Senza dimenticare la bravura degli interpreti: persone vedenti che interpretano persone non vedenti risultando così credibili corrispondono ad attori che si sono addestrati duramente, calandosi nel buio per imparare ad affidarsi agli altri sensi. Cosa che non tutti sono in grado di fare con così grande professionalità.

Le scene di combattimento, studiate appositamente per evidenziare la cecità dei combattenti, sono qualcosa di mai visto prima: una sorta di balletto coordinato fra i guerrieri, con geniali strumenti di offesa e difesa, mentre la crudeltà tipica delle società primitive si contende la scena con la bellezza dei sentimenti di chi vuole aiutare, salvare, curare.

La peculiarità di See è la scelta di trasformare il presente in un passato remoto di cui nessuno conosce nulla: gli abitanti del mondo di Baba Voss non conoscono la storia dell’umanità, solo qualche cenno storico tramandato di padre in figlio e con variazioni sul tema a ogni nuova generazione.

Il fascino della scoperta, che viviamo attraverso gli occhi di Haniwa e Kofun, è qualcosa di meraviglioso e straziante al tempo stesso, perché sappiamo che tutto il resto degli abitanti di questa Terra rinata senza l’impatto devastante dell’industria non possono condividerlo, né potranno mai farlo.

Il dualismo alla base della narrazione di See - che ci vuole regalare un importante messaggio sull’importanza di conoscere la storia per evitare che si ripeta - viene mantenuto anche nella narrazione, nella messa in scena che mette in contrasto presente e passato, nella netta separazione del mondo che esiste fra ricchi e potenti e persone comuni.

Ancora una volta, come sempre, la “colpa” di chi vive nei villaggi e nelle tribù è solamente quella di essere nato nel posto sbagliato, e non nei ricchi territori sottomessi da Kane e da suo padre prima di lei.

Ci sono importanti rivelazioni sui personaggi che cambiano completamente lo scenario narrativo, più volte. Questo fa di See una serie sorprendente sotto molti punti di vista, che vi terrà incollati allo schermo fino alla scoperta del destino di tutti quei personaggi che impariamo a conoscere e ad amare mentre li vediamo combattere per ciò che conta davvero: la propria eredità. Il lascito per costruire un mondo migliore di quello in cui vivono. Qualcosa che noi, intelligenti e colti uomini contemporanei, sembriamo aver dimenticato in favore dell’unico dio adorato in tutto il pianeta: il dio denaro…