Tecnologia, etica e nonsense: l’universo di Rick and Morty come specchio dell’assurdo
La serie animata che solleva interrogativi profondi sul valore della vita, delle relazioni e della responsabilità.

Rick and Morty si è affermata come una delle serie animate più brillanti, provocatorie e culturalmente significative degli ultimi anni. Frutto delle menti di Justin Roiland e Dan Harmon, lo show fonde con sorprendente intelligenza satira, fisica teorica, filosofia esistenzialista e critica sociale. Un'opera che si presenta come uno specchio deformante della realtà, eppure spesso più lucido e sincero di molte produzioni considerate “serie”.
- Scienza e assurdo: quando la logica sfida l’Universo
- Filosofia dell'assurdo
- Disincanto e satira: la famiglia come farsa
- L'impatto culturale
- Conclusione – Ridere davanti all'abisso
Scienza e assurdo in Rick and Morty: quando la logica sfida l’Universo
Una delle cifre stilistiche più riconoscibili di Rick and Morty è l’uso esasperato (e spesso parodico) della scienza. Rick Sanchez, lo scienziato più brillante del multiverso, incarna il concetto di conoscenza assoluta priva di ogni bussola etica. I viaggi interdimensionali, le realtà alternative, i paradossi temporali e le intelligenze artificiali sono solo alcune delle invenzioni che animano la serie.
Eppure, dietro il caos visivo e narrativo, si celano concetti scientifici autentici, sebbene portati all’estremo: dalla teoria delle stringhe all’entropia, dal determinismo quantistico alla coscienza artificiale. In Rick and Morty, la scienza non è solo uno strumento narrativo, ma un vero e proprio linguaggio espressivo. È al tempo stesso potere e condanna, libertà e alienazione, illuminazione e distruzione.

5 concetti scientifici reali (e stravolti) in Rick and Morty:
- Multiverso: l’idea che esistano infinite versioni della realtà, ognuna con esiti differenti delle nostre scelte.
- Entropia: il caos crescente dell’universo come metafora dell’inevitabile disgregazione personale ed esistenziale.
- Clonazione: utilizzata da Rick come espediente etico e pratico, solleva domande sulla continuità dell’identità.
- Paradosso del gatto di Schrödinger: ripreso più volte per ironizzare sull’ambiguità tra vita e morte, certezza e probabilità.
- Simulazioni virtuali: mondi digitali perfettamente realistici, in cui la percezione della realtà diventa fluida e manipolabile.
Filosofia dell'assurdo: Rick come nuovo Camus
“Niente di quello che facciamo importa. Allora possiamo fare quello che vogliamo”. Questa affermazione, solo in apparenza nichilista, racchiude l’essenza più profonda di Rick Sanchez. Rick and Morty affonda le radici nella filosofia dell’assurdo, esplorando temi centrali come l’assenza di significato in un universo indifferente, la frammentazione dell’identità e il tentativo disperato di trovare uno scopo in mezzo al caos.
Rick è l’uomo che ha visto tutto, capito tutto e che, proprio per questo, ha smarrito tutto, ogni illusione. Vive in un disincanto assoluto, indifferente alla morale, alla legge e persino all’affetto, agendo spesso in modo autodistruttivo, cinico e crudele. Il suo comportamento non è semplice arroganza, ma manifestazione di un dolore esistenziale profondissimo: la consapevolezza che nulla ha davvero un senso.

Il parallelo con Albert Camus, scrittore e filosofo francese insignito del Nobel per la Letteratura nel 1957, è inevitabile. Secondo Camus, l’essere umano si confronta con un mondo privo di logica o scopo e deve imparare a vivere proprio in quell’assurdità. Rick ne è la versione estrema e iperintelligente: un Sisifo moderno che, pur conoscendo la vacuità dell’universo, continua a “spingere la sua pietra”, nascondendo sotto l’ironia un conflitto interiore irrisolto.
Eppure, anche nel cuore del nichilismo, la serie lascia spazio a brevi, ma intensi, squarci di umanità. Episodi che trattano il lutto, i legami familiari, il bisogno di connessione e il terrore della solitudine. Sono momenti rivelatori: frammenti di verità emotiva che sfuggono al controllo razionale e ci ricordano che, nonostante tutto, desideriamo ancora essere amati.
Disincanto e satira: la famiglia come farsa in Rick and Morty
Uno degli aspetti più corrosivi e affascinanti di Rick and Morty è la sua spietata decostruzione della famiglia tradizionale. La serie abbandona ogni idealizzazione e mette a nudo le fragilità, le contraddizioni e le nevrosi che si annidano tra le mura domestiche.

I personaggi secondari non sono semplici spalle, ma archetipi sovvertiti in chiave grottesca e cinica:
- Jerry è un padre passivo, codardo, infantilmente dipendente da tutto e da tutti;
- Beth è una madre brillante e ambiziosa, ma perennemente insoddisfatta, incastrata tra il rimpianto e l’autocompiacimento;
- Summer rappresenta il cinismo e l’adattamento adolescenziale in un mondo privo di punti fermi;
- Morty, forse l’unico personaggio inizialmente “puro”, è il più tragico: trascinato episodio dopo episodio nel baratro morale dello zio Rick, fino a perderne l’innocenza.
“Mi spiace deluderti, ma quello che chiamano amore è solo una reazione chimica che fa accoppiare gli animali. Colpisce duro, Morty, e poi lentamente si spegne e ti incastra in un matrimonio fallito. Lo ha fatto con me, lo farà con i tuoi, rompi il cerchio Morty, vai oltre, concentrati sulla scienza”, dice Rick.
In questo microcosmo disfunzionale, la famiglia non è né rifugio né sicurezza, ma un campo di battaglia emotivo: un nucleo instabile dove ogni legame è segnato da egoismo, frustrazione e competizione sotterranea.
Proprio in questa rappresentazione spietata e surreale delle relazioni familiari, la serie trova la sua forza satirica. Rick and Morty si pone come l’anti-sitcom definitivo, demolendo ogni retorica borghese e ogni illusione di armonia domestica, per mostrarci qualcosa di molto più vero (e scomodo).
L'impatto culturale di Rick and Morty: culto, meme e merchandising
Dal suo debutto nel 2013, Rick and Morty è diventato un fenomeno culturale globale. La sua estetica psichedelica, i personaggi grotteschi e i dialoghi taglienti hanno alimentato una community vivace e iperattiva, fatta di meme virali, fan art, cosplay, teorie online e un merchandising sconfinato.
Alcuni momenti sono diventati leggenda pop, trascendendo lo show stesso. L’episodio dedicato alla Szechuan Sauce, ad esempio, ha scatenato una vera e propria caccia globale alla misteriosa salsa di McDonald’s, costringendo il colosso del fast food a riproporla nel 2017 per pochi giorni. Il risultato? Lunghe code, proteste e scene surreali nei ristoranti — tutto per una gag. Questo episodio dimostra il potere memetico e virale della serie, capace di influenzare la realtà a partire da un elemento marginale della trama.
Ma l’impatto culturale di Rick and Morty va oltre il marketing o l’intrattenimento. La serie ha influenzato direttamente altri prodotti animati come Solar Opposites, Inside Job e The Midnight Gospel, contribuendo alla nascita di un nuovo modello di narrazione animata per adulti: un mix esplosivo di cultura nerd, filosofia esistenziale, ironia dissacrante e trash surreale.
Oggi, Rick and Morty è anche uno statement identitario: chi lo guarda e lo ama spesso si riconosce in un certo tipo di sensibilità — anticonformista, cinica e intellettuale, ma giocosa. È una bandiera per chi cerca nella serialità animata qualcosa che vada oltre il semplice intrattenimento, verso la provocazione, la riflessione e il paradosso.
Conclusione – Ridere davanti all'abisso

Rick and Morty non è una serie per tutti… e non cerca di esserlo. Il suo umorismo nero, la complessità narrativa e il disprezzo per ogni morale convenzionale possono risultare disturbanti, perfino respingenti. Ma è proprio in questa scomodità che si cela la sua grandezza.
Lo show ride davanti all’abisso e ci invita a fare lo stesso. Tra portali interdimensionali, cloni falliti e risate isteriche, ci ricorda una verità scomoda, ma liberatoria: la vita non ha un senso preconfezionato e, proprio per questo, merita di essere vissuta con lucidità, ironia e un pizzico di follia.
Che sia con una pistola per portali o con una confezione di Szechuan Sauce stretta in mano, Rick and Morty ci spinge a guardare nel vuoto cosmico… e riderci sopra.
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