Daisy Jones And The Six, ecco perché dovresti assolutamente guardare la serie

La nuova serie televisiva disponibile su Prime Video

Daisy Jones And The Six ecco perché dovresti assolutamente guardare la serie

Daisy Jones And The Six – basata sul romanzo bestseller di Taylor Jenkins Reid - è la nuova miniserie disponibile su Prime Video dal 3 marzo 2023. Questo interessantissimo mockumentary, ambientato negli anni ’70, racconta la storia di una band. Scopriamo subito perché dovresti assolutamente guardare questa nuova serie televisiva.

Daisy Jones And The Six, perché guardarla?

  1. Per la trama;
  2. Perché è ambientata negli anni ’70;
  3. Per la fantastica colonna sonora;
  4. Per il cast;
  5. Perché i mockumentary sono spesso affascinanti.

Daisy Jones And The Six, la trama

La trama di questa serie televisiva è estremamente coinvolgente: gli spettatori vengono trasportati nei coloratissimi anni ‘70. Daisy Jones & The Six è un gruppo rock diventato leggendario: con i loro concerti sono riusciti a riempire gli stadi di tutto il mondo. Il 12 luglio 1979, dopo un memorabile concerto, il gruppo si è sciolto. Per circa 40 anni, nessuno ha mai saputo il perché. Oggi, gli ex musicisti, i manager, i giornalisti e i famigliari hanno deciso di raccontare la verità. Scopriamo un’ascesa folgorante, un’alchimia apparentemente perfetta e una fine misteriosa.

Daisy Jones And The Six racconta la storia di alcuni ragazzi che inseguono un grande sogno, ma che dovranno presto confrontarsi con le proprie fragilità, difficoltà e incomprensioni. La coinvolgente storia di finzione (esatto, i Daisy Jones And The Six non esistono realmente) rappresenta una delle caratteristiche più interessanti di questa favola rock.

Daisy Jones And The Six, ecco perché dovresti assolutamente guardare la serie
I protagonisti della serie televisiva Daisy Jones And The Six. Crediti: Lacey Terrell/Prime Video.

Gli anni ’70, il decennio di libertà e trasgressione

Ci sono epoche leggendarie, momenti storici che – anche dopo tanti anni – continuano ad affascinare indistintamente tutte le generazioni. L’arte di Andy Warhol ispirata alla vita e alla quotidianità, la musica pop e rock, i figli dei fiori che inauguravano un nuovo stile di vita e il primo microprocessore nella storia dell'informatica cambiava il mondo: gli anni Settanta sono stati un momento cruciale per la nostra civiltà.

Dal punto di vista musicale, i primi anni ’70 hanno visto la nascita di numerosi generi e artisti di fama internazionale. Basti pensare che il primo marzo 1973, i Pink Floyd pubblicarono l’indimenticabile The Dark Side of the Moon, nel 1975 nacquero i Sex Pistols, nel 1976 gli U2 e nel 1975 uscì Bohemian Rhapsody dei Queen. Come dice un personaggio di Daisy Jones And The Six, “non potevi vivere in un’epoca migliore se ti piace la musica”.

La serie televisiva ricrea perfettamente il clima degli anni ’70, accompagnando il pubblico in un inedito viaggio in un passato che continua ad affascinare. Questo periodo storico è stato trattato anche in altri prodotti audiovisivi, tra cui Vinyl, la serie creata da Mick Jagger, Martin Scorsese, Rich Cohen e Terence Winter.

Daisy Jones And The Six, la colonna sonora

Una componente fondamentale di Daisy Jones And The Six è la musica. Nella serie possiamo ascoltare alcuni brani inediti scritti e prodotti da Blake Mills, un cantautore e compositore americano. Questo musicista ha collaborato anche con Jenny Lewis, Band of Horses, Cass McCombs, Julian Casablancas, Lucinda Williams, Conor Oberst, Kid Rock, Weezer, The Avett Brothers, Paolo Nutini, Norah Jones, Carlene Carter, Jesca Hoop, Dixie Chicks, Zucchero, Pink, Lana Del Rey, Dangermouse, Vulfpeck etc.

Non mancano alcune canzoni che, durante i coloratissimi anni Settanta, facevano ballare e cantare gli appassionati di musica. A seguire trovi la colonna sonora dei primi tre episodi.

  • I Sit and Cry” di Violet Hall;
  • Incense and Peppermints” di Strawberry Alarm Clock;
  • Goin’ Back” di The Byrds;
  • House of the Rising Sun” di The Animals (interpretata da The Dunne Brothers);
  • 3/5 of a Mile in 10 Seconds” di Jefferson Airplane;
  • Suzy Q” di Creedence Clearwater Revival (interpretata da The Dunne Brothers);
  • Jazel Jane” di Blue Ash;
  • Bang a Gong (Get It On)” di T. Rex;
  • Last Time Round” di John Vella;
  • Have Love, Will Travel” di The Sonics (interpretata da The Dunne Brothers);
  • Want You To Stay” di Richard Lloyd;
  • Different Drum” di The Stone Poneys;
  • Revolution” di Kubla Khan;
  • Goin’ Back” di Carole King;
  • Over/Under” di The Winters (scritta da Blake Mills e Chris Weisman);
  • Stumbled on Sublime” di Wyatt Stone (scritta da Blake Mills e Chris Weisman);
  • By Myself” di Daisy Jones (scritta da Blake Mills e Chris Weisman);
  • I Feel the Earth Move” di Carole King;
  • Trouble No More” di The Allman Brothers Band;
  • Closer to Home (I’m Your Captain)” di Grand Funk Railroad;
  • Look Me in the Eye” di The Dunne Brothers (scritta da Blake Mills, Jason Boesel, Taylor Goldsmith);
  • Flip the Switch” di The Dunne Brothers (scritta da Blake Mills, Jason Boesel);
  • A Song for You” di Donny Hathaway (interpretata da Simone Jackson);
  • Silver Nail” di The Six (scritta da Blake Mills, Jackson Browne, Cass McCombs, Matt Sweeney);
  • Nobody Needs” di Daisy Jones (scritta da Blake Mills e Chris Weisman);
  • Playing with Fire” di Jay Ramsey;
  • Second Time for Me” di Pugsley Munion;
  • Son of a Preacher Man” di Dusty Springfield;
  • Life is a Beautiful Thing” di Tension;
  • I Saw the Light” di Todd Rundgren;
  • Mama Told Me To Watch Out” di Freddi/Henchi and the Soul Setters;
  • Look Me in the Eye” di The Dunne Brothers (scritta da Blake Mills, Jason Boesel, Taylor Goldsmith);
  • Nobody Needs” di Daisy Jones (scritta da Blake Mills and Chris Weisman);
  • Stumbled on Sublime” di Wyatt Stone (scritta da Blake Mills, Chris Weisman);
  • Let’s Dance” di Family Plann;
  • Naturally” di HP Riot;
  • Will It Go Round in Circles” di Billy Preston;
  • One Happy Christmas” di Tammy Wynette;
  • Look at Us Now (Honeycomb)” di The Six featuring Daisy Jones.

Il cast di Daisy Jones And The Six

Sorprendente anche il cast di questa nuova serie televisiva. Sam Claflin (conosciuto anche per Peaky Blinders, Enola Holmes, Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare, Hunger Games: La ragazza di fuoco) presta il volto al musicista Billy Dunne. Durante le finte interviste, lo vediamo invecchiato, con capelli piastrati e i segni del tempo sul viso: l’attore è riuscito a interpretare lo stesso personaggio in due momenti diversi della sua vita.

Riley Keough (Le strade del male, The Lodge, Mad Max: Fury Road, The Good Doctor) si conferma una rivelazione: la giovanissima attrice veste i panni della carismatica Daisy Jones. Nel cast troviamo anche:

  • Camila Morrone: interpreta Camila Dunne;
  • Suki Waterhouse: Karen Sirko;
  • Will Harrison: Graham Dunne;
  • Josh Whitehouse: Eddie Roundtree;
  • Sebastian Chacon: Warren Rojas;
  • Nabiyah Be: Simone Jackson;
  • Tom Wright: Teddy Price;
  • Timothy Olyphant: Rod Reyes.

Daisy Jones And The Six, ecco perché dovresti assolutamente guardare la serie
I protagonisti di Daisy Jones And The Six. Crediti: Lacey Terrell/Prime Video.

Il fascino dei mockumentary: Daisy Jones And The Six è una storia vera?

Daisy Jones And The Six non racconta una storia vera: i personaggi non sono esistiti realmente. Taylor Jenkins Reid, l’autrice del romanzo, sembrerebbe essersi ispirata alle vicende dei Fleetwood Mac (un iconico gruppo musicale anglo-statunitense) per creare una storia di finzione.

Questa serie televisiva utilizza un interessante espediente narrativo: il mockumentary (o finto documentario). Per taglio e stile sembra riprendere aspetti della realtà (in questo caso, la storia di una band), ma si tratta di fiction (eventi di fantasia). Utilizzando questi artifici narrativi, gli sceneggiatori e registi riescono spesso a trattare argomenti concreti e delicati. In Daisy Jones And The Six scopriamo le meccaniche che spesso possono nascere all’interno di una band, spezzando l’armonia e creando una frattura.

Spesso, i finti documentari presentano immagini di repertorio appositamente creati, interviste di finzione e ricostruzioni, creando degli eventi verosimili. All You Need Is Cash (del 1978) è un finto documentario che racconta la storia dei The Rutles (una band fittizia e parodia dei The Beatles). Alcuni mockumentary da non perdere sono Zelig di Woody Allen, This is Spinal Tap di Rob Reiner, Forgotten Silver di Peter Jackson, Ghostwatch di Stephen Volk, Modern Family, American Vandal, The Office e Vita da vampiro - What We Do in the Shadows.