Lovecraft Country: una rivisitazione moderna del nostalgico amore per il gotico

Lovecraft Country una rivisitazione moderna del nostalgico amore per il gotico

Halloween è stato il giorno perfetto per raccontare nuove storie dell’orrore, infatti, Sky Atlantic ne ha immediatamente approfittato mandano in onda: Lovecraft Country – La terra dei demoni. Una mini-serie prodotta da HBO che trasporta nella vita reale i demoni creati dalla penna del famoso scrittore Lovecraft; le vicende narrate, però, sono tratte dell’omonimo romanzo, pubblicato nel 2006, scritto da Matt Ruff

I 10 episodi scritti da Misha Green si aprono immediatamente sulle vicende che vedono come protagonista Atticus Freeman (Jonathan Majors), un ragazzo afro-americano appena tornato in America dal fronte della guerra in Corea. Un uomo che si è battuto per la sua patria, ma che è costretto a tornare nella città natia per seguire le tracce del padre così da poterlo ritrovare. Atticus, infatti, ha ricevuto una lettera da parte del padre – il rapporto con l’uomo non è dei più splendidi – nella quale gli veniva chiesto aiuto. Montrose Freeman (Michael K. Williams) è sparito da Chicago già da due settimane; quindi, in compagnia dello zio (Courtney B. Vance) e di un’amica d’infanzia (Jurnee Smollett) – Letitia Lewis – Atticus decide si mettersi in viaggio alla ricerca dell’uomo. La ricerca li porterà sulle tracce di Arkham, o Ardham come si vedrà nella serie, immaginaria città del Massachusetts inventata proprio dallo scrittore Howard Phillips Lovecraft

Lovecraft Country: una rivisitazione moderna del nostalgico amore per il gotico

Durante il loro cammino i 3 viaggiatori incontreranno non poche difficoltà. La loro strada è lastricata da demoni e mostri di ogni genere e forma.

Fin dai primi istanti, infatti, lo spettatore può cogliere le numerose citazioni che vengono fatte da quello che in molti considerato il padre dell’horror. Lo stesso Atticus, così come lo zio, legge i libri dell’autore vittoriano, ne divora ogni singola parola e riesce a figurarsi perfettamente i mostri nati da quella famosa penna. Il pubblico, infatti, si troverà immediatamente faccia a faccia con il mostro più rappresentativo dell’immaginario lovecraftiano: Cthulhu.

Al di la di quelle che possono essere le tematiche care alla fantasia di Lovecraft, la serie gioca molto sugli stereotipi che hanno da sempre governato le narrazioni appartenenti all’orrore. Genere e etnia vengono così ribaltati giocando su dei contrasti così frequenti da divenire, per l’appunto, archetipi narrativi. Il ragazzo di colore, infatti, generalmente è il primo a venir fatto fuori; le parodie sul genere hanno sempre calcato la mano su ciò. Mentre le donne, da sempre inquadrate sotto i vari aspetti della sfera sessuale, già negli anni ’90 avevano avuto le prime inversioni di rotta. Non a caso è diventato sempre più frequente che gli eroi degli horror fossero delle eroine, basti pensare a serie televisive come Buffy – l’ammazza vampiri.  

Lovecraft Country: una rivisitazione moderna del nostalgico amore per il gotico

Non pare, in sostanza, un caso che protagonisti di questa serie siano proprio un uomo e una donna afro-americani. Di certo, questa serie, trova terreno fertile all’indomani dei movimenti “Black Lives Matter”, parlando anche con intelligenza di un fenomeno tanto vero quanto disgustoso. Non importa, in sostanza, quanti mostri reali e tangibili ci saranno sul cammino di Atticus, i veri demoni sono gli uomini

L’horror, in sostanza, diviene il movente per sottolineare la mostruosità che si insinua nell’animo umano. Mostruosità sottile che si impregna di odio e si riversa nelle forme più subdole come quelle del razzismo. Accanto al Cthulhu, ai vampiri, e a qualsiasi altra entità, dunque, l’uomo bianco prende le distanze da ciò che considera diverso e in esso riversa tutto ciò che è mostruosamente in grado di provare. Il razzismo, come è evidente, è l’argomento principale della serie; ciò permette allo spettatore di entrare in empatia con Atticus e i suoi compagni di viaggio, provando un profondo ribrezzo nei riguardi di quel comportamento scorretto che era ritenuto normale ai tempi in cui è ambientata la serie (cioè gli anni ’50). 

Siamo davanti a un prodotto che cita, ma non emula Lovecraft; al contrario, narra con un occhio molto moderno accarezzando quel sapore nostalgico per il gotico più puro.

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