Nvidia GeForce Now: ovvero la sottile arte dell’infilare a calci cose in spazi in cui non ci stanno.

di Davide Ambrosiani

Armeggiando in modo ostinato e contorto

Qui, come fosse una ricetta, facciamo l’elenco di quello che serviva per il mio piano e di come procedere.

  • Un computer che si accende e che non detona quando si apre un browser. Check.
  • Una connessione sufficientemente performante. Meglio se arrogantemente performante. Check.
  • Una piattaforma di cloud gaming alla quale appoggiarsi. Check.

Il primo tentativo, con questi ingredienti ha dato esiti positivi, ma ha anche presentato qualche problematica. Nell specifico: il mio laptop non ha la presa di rete e il cloud gaming tramite WiFi è fattibile ma sconsigliato. Come il Cervino in infradito.

 

Inoltre, anche se volevo giocare su PC, non volevo giocare con un PC. Non volevo tornare al WASD e al mouse. Sto troppo, troppo bene con un pad in mano.

Due problematiche risolte con una certa facilità: a pochi euro ho recuperato un affarino grande come un evidenziatore che permette di connettere un cavo di rete sfruttando la porta USB C del laptop. Il risultato è estremamente soddisfacente, con una perdita di velocità rispetto alla connessione diretta assolutamente ignorabile (una connessione in fibra da 1 giga arriva al PC, passando attraverso l’adattatore, con un intorno di 900/920 mega).

 

Per il pad è bastato collegare uno di quelli che ho su Xbox, essendo dotati in partenza di Bluetooth.

 

Anche il tema audio e microfono si è risolto sfruttando l’headset già preso per Xbox che permette di gestire contemporaneamente una connessione con la console e una Bluetooth (e, corollario, solo Bluetooth a console spenta).

 

Purtroppo, con il test successivo, ho scoperto che la mia televisione, se collegata al PC come schermo secondario (duplicato o esteso che sia), presentava un importante ritardo di input, probabilmente dovuto ai tanti passaggi in essere – cloud, pc, schermo esteso – e al fatto che il tutto era comandato da un controller collegato in Bluetooth. E niente… piccola revisione del progetto.
Fortunatamente avevo un monitor secondario utilizzato per lavoro al quale ho potuto collegare il computer, arrivando comunque ai 24 pollici rispetto i 15 del laptop.

 

A quel punto, fatto salvo per una piccola incomprensione con Windows 11 che aveva deciso di negare il permesso a qualsiasi applicazione di utilizzare il microfono, tutto è filato liscio e sono arrivato al momento descritto all’inizio: io che vengo abbandonato dai miei compagni di squadra in balia di uno dei tanti fantasmi di Phasmophobia (parleremo anche di questo gioco fra non molto).

 

GeForce NOW: Tutto è bene quel che viene streammato bene?

 

All’atto pratico Nvidia GeForce Now funziona alla grande, anche su un PC non propriamente agile. Aggirati i problemi di hardware e accettato qualche compromesso, mi ritengo soddisfatto dalla soluzione messa in piedi perché mi permette di avere un ulteriore fronte aperto sul panorama del videogame. Ci sono, però, degli appunti da fare e non sono marginali.

 

In primis il prezzo: il servizio di Nvidia ha un costo che, per quanto non esagerato, non è sottile. C’è un piano gratuito, che offre ai giocatori una risoluzione standard e sessioni da un’ora di gioco (si suppone al giorno, anche se non è chiaramente specificato). C’è poi il piano Priority, costa dieci euro al mese e permette di giocare in full HD in sessioni da 6 ore con altri vantaggi quali i 60FPS – dove presenti – e RTX ON. Questo è l’abbonamento che ho utilizzato io per provare.
Infine, Ultimate costa 20 euro al mese, e mette a disposizione dei giocatori una piattaforma basata su schede RTX 3080 (che stanno venendo aggiornate alle RTX 4080) che aprono al 4K, ai 120 FPS e consentono sessioni di otto ore.

 

Gli abbonamenti possono essere rinnovati di mese in mese, o con pacchetti da sei mesi che portano anche ad una leggera riduzione del costo mensile.