Detroit Become Human

Detroit: Become Human ha finalmente ricevuto una sostanziosa dose di contenuti e piccole anteprime durante questa Games Week parigina: Quantic Dream non ha voluto badare a spese e (forse anche in occasione del proprio 20° anniversario) ha finalmente svelato numerose caratteristiche del proprio prossimo titolo. Vediamole assieme.

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Fissata per la prossima primavera, la data di Detroit: Become Human è stata accompagnata da un lungo trailer di gioco -contenente uno delle più intense scene di drammi familiari viste di recente.

Il trailer di gioco ha come protagonista Kara, un androide casalingo stanziato presso una famiglia alquanto difficile, vittima della depressione economica e dell'abbandono della figura femminile. Scene come la quotidianità di Todd e Alice, rispettivamente padre violento e timida bambina, rappresentano il catalista della ribellione di Kara durante una notte di tempesta (la Stormy Night che da il titolo all'episodio mostrato) in cui Todd perde definitivamente il senno, rischiando una escalation di violenza.

Al giocatore, come nella migliore tradizione Quantic, è lasciato il compito di destreggiarsi fra le mille decisioni di gameplay e moralità nel reagire ad una branched narrative che finalmente imbriglia il potere della ammiraglia Sony esplodendo con più di 6.000 variabili misurate lungo il corso dell'intero gioco. Ogni singola decisione del breve capitolo mostrato è pesata -dal tentare di ragionare con Todd al prediligere un approccio più schivo tentando di proteggere Alice, così come il muoversi o il parlare quando non richiesto (che faranno infuriare ulteriormente Todd, facendogli perdere ancora più rapidamente il controllo).

Detroit Become Human

Nel gameplay mostrato, ad esempio, persino lo scorrere del tempo ed il tempismo con cui effettuare certe scelte sono risultati fondamentali nell'avanzamento della narrazione; allo stesso modo, ci è stato mostrato come la narrazione ramificata possa "bucare" la quarta parete permettendo al giocatore di compiere alcune scelte (come cercare una pistola in un cassetto) solo dopo averne osservato alcuni indizi in ramificazione alternative (come, ad esempio, essersi trovati dalla parte sbagliata della stessa pistola).

Ma la decisione più importante, dal peso di un macigno, è il semplice atto di ribellione o sottomissione rispetto al comando di stare ferma, urlato dal padre violento. La storia di Detroit: Become Human è d'altronde una di singolarità e ribellione, in cui l'inerzia della programmazione robotica è resa visivamente (e meccanicamente) come un muro da infrangere per poter esercitare un completo libero arbitrio.

Inserita nel contesto degli altri due androidi Marcus (il leader della ribellione) e Connor (il negoziatore e cacciatore di androidi ribelli), la posizione di Kara rimane ovviamente in bilico -forse la proverbiale piuma che promette di spostare gli equilibri della bilancia. Quello che Quantic Dream ci ha assicurato, tuttavia, è che in Detroit: Become Human non c'è nessun "messaggio" o nessuna morale preordinata.

Solo l'esplorazione appunto dei temi di singolarità, IA e libero arbitrio, lasciata nelle mani del giocatore -per divenirne cartina tornasole della moralità o semplice puzzle da risolvere per raccontare la propria, personale versione della storia.