Alla scoperta della Gaming House LXT a Milano

Nel corso dell'incontro abbiamo scoperto dove il team LXT di Valorant fa squadra, incontrando il capitano "Effy"

Alla scoperta della Gaming House LXT a Milano

LXT è un progetto che nasce dalle società benefit Ask Advisory e Lexant Studio, legato al team eSports tutto al femminile dedicato all'FPS tattico Valorant di Riot Games e alle competizioni 5 contro 5.

Progetto molto ampio che punta alla sostenibilità a 360°: economica, lavorativa, di inclusione con attenzione ai valori sociali creando una vera e propria cultura, non ultima la formazione del gamer professionista (gestione dei rischi, possibilità di carriera), elementi che purtroppo hanno ancora poco peso nel panorama italiano.

Il progetto prevede un vero e proprio studio e analisi con monitoraggio del comportamento degli atleti, aspetto troppo spesso sottovalutato, al fine di favorire competenze e abilità per riuscire a dare il massimo durante le competizioni. I player frequentano dei corsi di formazione non solo legati all'ambito squisitamente game, ma anche in chiave lavorativa e umana: una vera e propria innovazione nel nostro Paese.

A loro è dedicato uno staff di professionisti a partire da una psicologa dello sport e mental coach, un nutrizionista e una consulente post-carriera. Quest'ultima, altrettanto innovativa, diventa importante per seguire l'atleta quando chiude con le competizioni, in genere si termina l'attività agonistica vera e propria attorno ai 26-28 anni. In tal senso non esiste una vera e propria “data di scadenza”, bensì legata al calo di rendimento. Gli sbocchi successivi sono diversi a patto di voler investire su sé stessi, diventando per esempio content creator e/o collaborando con le aziende di settore.

LXT punta sul progetto e non solo sui numeri a far da motore all'aspetto marketing, ciò ha portato al coinvolgimento e collaborazione con ACER, attraverso la sua gamma Predator, credendo nel progetto Valorant declinato al femminile. Parlare di game in rosa ancora oggi rischia di far storcere il naso, perché le ragazze sono erroneamente considerate meno capaci nelle competizioni. In certi casi costrette a inventarsi nickname maschili per evitare ripercussioni psicologiche, benché l'e-sport abbatta totalmente tali barriere, dato che non è la componente fisica a prevalere ma quella di abilità. Importante quindi che il messaggio dell'inclusività giunga forte e chiaro: la discriminazione sarebbe penalizzante e potrebbe minare la possibilità di primeggiare negli scontri.

L'incontro milanese ha consentito di incontrare dal vivo parte del team femminile, così composto (foto sotto da sinistra): il capitano Daniela “Effy” Vrabie, 23 anni; Angelica “Lia” Greco, 19, Sara “Aranel” Lippolis, 24; Giulia “Giu” Venuti, 20 anni e Regine “Regi” Cabael, 22. Insieme formano la squadra LXT, attualmente già campione d'Italia, che compete all’interno del VCT Game Changers.

Oltre a primeggiare nelle sfide nazionali e internazionali, alla base c'è il desiderio di ampliare l'ambito dell'eSport rendendolo un lavoro a tutti gli effetti, dove non contano solo le capacità sul campo di battaglia. Di fatto il programma di LXT prevede che i gamer professionisti siano coinvolti all'interno di iniziative per sensibilizzare il pubblico nei confronti di cyber bullismo, ludopatia e attività illecite come il match-fixing.

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