Il mondo dietro di te e Bussano alla porta: le tematiche, i punti in comune, la spiegazione del finale
Il mondo dietro di te, su Netflix e Bussano alla porta, su Prime Video, hanno situazioni e tematiche in comune. Scopriamoli insieme in un’analisi parallela.

Sono simili per ambientazione, tematiche e atmosfera. A cambiare è l’approccio: mettiamo a confronto Il mondo di te, il film di Sam Esmail (Mr. Robot, Homecoming) e Bussano alla porta, l’ultima fatica di M. Night Shyamalan (Il sesto senso, Unbreakable) i due film catastrofico-apocalittici in cui si riflette sul ruolo dell’uomo nella distruzione dell’ambiente e nella fine del mondo come lo conosciamo.
Due trame, un messaggio
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“Manca il finale”, ecco la critica fatta da tutti i detrattori de Il mondo dietro di te. Ma un finale c’è, nel film. Chiarissimo. Come in tutti film catastrofici/apocalittici che non mostrano esplicitamente il destino di tutti i personaggi. Una tecnica usata spesso da registi e sceneggiatori, perché il finale c’è ma sarebbe spiacevole da mostrare. Infatti, nel 99% dei casi, può finire in un solo modo: chi prima chi dopo, moriranno tutti. Chiaro. Semplice. Inevitabile.
Il motivo per cui ci si ferma prima, ne Il mondo dietro di te, è evidente. Il finale aperto illude lo spettatore di poter decidere del destino dei personaggi. È meno costoso. Soprattutto, non è deprimente come il finale in cui vedremmo morire tutti - chi prima, chi dopo. Perché in quel caso, del finale si lamenterebbero tutti.
La spiegazione del finale de Il mondo dietro di te è piuttosto semplice. La scelta di Rose di strafogarsi, per poi esplorare il bunker e guardarsi l’agognato finale di serie di Friends - mentre i suoi impazziscono non sapendo dove sia finita e il mondo è impazzito - è emblematica di quell’egoismo, individualismo e scarsa considerazione del valore della vita altrui di cui parlavamo prima.
Meglio rifugiarsi in una serie TV che amiamo piuttosto che affrontare il messaggio in cui si dice che moriranno tutti coloro che non hanno un bunker come il tuo a disposizione. “Tuo” perché ci sei capitata per caso, ma ti guardi bene dal condividerlo con la tua famiglia. In ogni caso sappiamo che Archie, il fratello di Rose, è gravemente malato, che suo padre e il padrone di casa, G.H. Scott (Mahersahala Ali), non sanno dove si trovi Rose ma sanno che nella casa in cui si è rifugiata c’è un bunker (l’hanno saputo da Danny, che ha rifiutato di accoglierli).

Sappiamo anche che Amanda e la figlia di G.H., Ruth (Myha’la) stavano seguendo le tracce della bici di Rose prima di assistere alla scena catastrofica sulla baia di New York. Continueranno quindi a seguire le tracce e arriveranno al bunker. Le riserve di cibo e acqua sono abbondanti, ma non tanto da mantenere 6 persone per mesi e mesi - ammesso che tutti e 6 riescano a raggiungere il bunker. E in ogni caso, prima o poi le provviste finiranno e dovranno uscire. Fuori, sappiamo già cosa troveranno.
I cervi che circondano Ruth e Amanda non hanno intenzioni pericolose: si limitano a fissarle, come già accaduto precedentemente. La natura chiede conto all’uomo delle sue azioni, che stanno distruggendo anche la casa dei cervi e di tutti gli altri animali. Un po’ come le piante chiedevano conto all’uomo, però ribellandosi e colpendolo, in E venne il giorno di Shyamalan, film dalla forte tematica ambientalista che sia Bussano alla porta (sono le catastrofi naturali a colpire duramente) sia Il mondo dietro di te, come abbiamo appena visto, condividono.
Entrambi i film fanno un passo in più rispetto a E venne il giorno. Perché gli uomini non si tolgono la vita come accadeva nel film più disturbante di Shyamalan, si colpiscono l’un l’altro. Anche volontariamente, come Leonard e gli altri che credono fermamente nelle visioni. O come gli autori dell’attacco a New York. L’uomo distrugge. E si autodistrugge. Sembra essere il suo istinto più forte e radicato, l’unico che non riusciamo mai a sconfiggere (semmai, a rimandare).
Ecco quindi che il finale di Bussano alla porta ci mostra come il sacrificio, alla fine, abbia fermato la fine del mondo, ma non perché. Né perché fossero Eric e Andrew a doverlo fare. Né perché, fra le persone giunte alla loro porta, ci fosse anche colui che aveva causato loro tanto dolore in passato.
Non ci sono spiegazioni sulle visioni o sulla loro origine. Ci sono solo fede e sacrificio. Allo stesso modo, non ci sono spiegazioni alla fine de Il mondo dietro di te, ci sono solo certezze - il caos regna sovrano e non saranno due famiglie a fermarlo - sul destino del mondo e dei protagonisti, ma nessuna spiegazione. Né sequenze che mostrino l’ineluttabile destino. Meglio rifugiarsi in qualcosa. Meglio estraniarsi dalla realtà. Meglio continuare a guardare serie TV mentre il mondo è impazzito. Almeno, quando arriverà la fine, sapremo come sarà andata fra Ross e Rachel. Mentre la sigla di Friends (di cui abbiamo parlato anche nello speciale di Ma sei serial?) recita “Ci sarò per te”, a suggellare quella tematica di collaborazione e condivisione alla base del film.






















