Resident Alien: la recensione della stagione 2

All'avvio sembra inferiore alla stagione 1, ma a conti fatti resta ai suoi livelli

Resident Alien la recensione della stagione 2

La seconda stagione di Resident Alien, disponibile su Netflix, è per forza di cose molto diversa dalla prima. Se il primo ciclo di episodi aveva il compito di presentarci l’alieno che prende le sembianze del dottor Harry Vanderspeigle (Alan Tudyk, Firefly), cercando di mimetizzarsi in mezzo alla comunità di Patience, cittadina del Colorado, ora la trama ha bisogno di proseguire.

Resident Alien: la recensione della stagione 2

La prima stagione ci lasciava con la scoperta da parte di Asta (Sara Tomo, C’era una volta) della vera natura di Harry. Oltre al piccolo Max (Judah Prehn), il figlio del sindaco, ora a Patience anche Asta e suo padre conoscono il segreto di Harry. La cui missione, come ricorderete, era distruggere il pianeta…

Ma nella stagione 2 di Resident Alien ci sarà qualcun altro intenzionato a fare la stessa cosa.

E stavolta gli schieramenti saranno diversi.

La trama di Resident Alien 2

Resident Alien: la recensione della stagione 2

Harry ha un nuovo piano: vuole tornare a casa. Ma, mentre Asta aiuta D’Arcy (Alice Wetterlund, People of Earth) ad affrontare i suoi problemi. Nel frattempo, mentre lo sceriffo Mike Thompson (Corey Reynolds, The Closer) continua a dispensare le sue teorie strampalate e il sindaco Ben Hawthorne (Levi Fiehler, The Fosters) ha un nuovo, controverso progetto per la città di Patience, la vicesceriffo Liv Baker (Elizabeth Bowen, Michelle’s) si convince che in città ci sia un alieno. Ne è convinta anche il generale McCallistar (Linda Hamilton, Terminator), che arriva a Patience determinata a trovarlo e catturarlo per rinchiuderlo nella sua base segreta…

Nuova stagione, nuovi focus

Resident Alien: la recensione della stagione 2

In questa stagione viene data maggiore attenzione agli altri personaggi di Patience, oltre che a Harry e Astra: affronteremo i problemi personali e famigliari di Ben e della moglie Kate (Meredith Garretson, The Offer); come anticipato conosceremo molto meglio D’Arcy e la sua complessità, oltre a parte del suo passato; impareremo di più su Max e Sahar (Gracelyn Awad Rinke, Legends of Tomorrow) e capiremo anche le ragioni del comportamento bizzarro dello sceriffo. Sia Harry che Asta si troveranno a dover affrontare questioni famigliari, diciamo così, in concomitanza con una nuova minaccia.

Tra momenti comici e drammatici, come sempre ben alternati, la stagione 2 esplora il percorso di Harry verso una maggiore comprensione dell’umanità, mettendolo di fronte a scelte difficili e a un passato che continua a tormentarlo.

I nuovi episodi sembrano partire in modo meno brillante rispetto alla stagione 1 ma, quando il disegno narrativo inizia a emergere, la serie torna perfettamente alla sua natura. Con molta più azione, ma con la stessa pungente ironia. La seconda stagione richiedeva un evidente cambio di marcia, per spingere la storia in una direzione più complessa e dinamica.

Nuovi nemici

Resident Alien: la recensione della stagione 2

Se nella prima stagione Harry era il principale pericolo per l’umanità, nella seconda la minaccia si moltiplica: qualcun altro ha intenzione di portare a termine la missione distruttiva contro la Terra. Il che, naturalmente, cambia completamente la prospettiva dell’intera storia rimescolando le alleanze e obbligando il protagonista a prendere posizione scegliendo da che parte stare.

Uno degli elementi più interessanti della seconda stagione è la crescita dei personaggi e l’approfondimento delle loro relazioni. Harry non è più soltanto un alieno che fatica a comprendere l’umanità: ora inizia a sviluppare legami più profondi con le persone di Patience, in particolare con Asta. Il loro rapporto diventa centrale per la storia, con momenti di grande intensità emotiva che si alternano alle consuete situazioni comiche.

Come dicevamo, anche i personaggi secondari hanno archi narrativi più articolati che li rendono maggiormente tridimensionali, come si dice in sceneggiatura. Inoltre, la serie riesce a gestire abilmente il passaggio tra toni differenti: un momento si ride per l'assurdità delle situazioni in cui si trova Harry, il momento dopo si avverte il peso delle sue scelte e delle loro conseguenze.

Rispetto alla prima stagione, questa seconda parte aggiunge una dose decisamente più consistente di azione, soprattutto nella seconda parte, senza però perdere il tocco leggero e sarcastico che rende Resident Alien così speciale. E che ha decretato il successo della serie. Le sequenze più movimentate sono ben bilanciate e funzionali alla trama, senza mai tradire il cuore della serie, che rimane quello di una commedia sci-fi capace di sorprendere e divertire.

Basta proseguire con la visione per ritrovare, anche nei nuovi episodi, tutto ciò che ci aveva fatto innamorare della storia di questo alieno così particolare.

Resident Alien

Rating: TBA

Nazione: USA

7.5

Voto

Redazione

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Resident Alien

Resident Alien 2, disponibile su Netflix, conferma la qualità della serie, riuscendo a portare avanti la storia in modo convincente. Dopo un avvio forse meno brillante, la stagione trova il suo ritmo e si sviluppa in modo coerente, senza perdere la sua unicità. Alan Tudyk continua a brillare con la sua straordinaria capacità di rendere Harry un personaggio al tempo stesso buffo, inquietante e incredibilmente affascinante.

Il finale lascia spazio a nuove domande e possibilità, aumentando la curiosità per ciò che verrà dopo.

Mentre ai personaggi secondari, dallo sceriffo al sindaco, da D’Arcy a Max, viene concesso molto più spazio che ci permetterà di approfondire la loro conoscenza. Ci saranno anche delle new entry, prima fra tutte la Linda Hamilton di Terminator in un ruolo chiave.  Se amate le storie che sanno mescolare ironia e fantascienza con un tocco di umanità, questa stagione non vi deluderà.

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