Ransom Canyon su Netflix: più soap che selvaggio West, ma con confezione patinata
Alla scoperta della nuova serie di Netflix

Grazie al successo - meritatissimo - di Yellowstone, il western contemporaneo sta vivendo una nuova epoca d’oro. Sono tante le produzioni che provano a sfruttare l’interesse del pubblico per quel genere classico ambientato ai giorni nostri, inclusa Ransom Canyon. Con i suoi 10 episodi e una prima stagione che lascia molte questioni in sospeso in vista di un prosieguo, la serie di Netflix con Josh Duhamel (Las Vegas) e Minka Kelly (Parenthood) è però molto diversa dal capolavoro di Taylor Sheridan.
La trama di Ransom Canyon
Basata sui romanzi di Jodi Thomas, la serie è ambientata nel Texas Hill Country e segue le vicende di
Staten Kirkland (Josh Duhamel), allevatore e proprietario del vasto KK Ranch. Dopo la tragica perdita della moglie, Staten cerca di trovare un nuovo equilibrio ma una nuova tragedia è in agguato. Come se non bastasse, il progetto di un imponente oleodotto minaccia la sua terra. Staten trova conforto solo nelle premure dell’amica storica Quinn O’Grady (Minka Kelly), che conosce fin dal liceo e che era la migliore amica della sua defunta moglie. Quinn è la proprietaria della sala da ballo locale, che gestisce insieme a Ellie Estevez (Marianly Tejada, One of Us is Lying), profondamente legata dall’affetto al vecchi e burbero ranchero William “Cap” Fuller (James Brolin, Life in Pieces). In città arriva un giovane sconosciuto che si avvicina a Cap, e anche a Ellie, mentre Staten cerca di gestire l’ostilità con il cognato Davis Collins (Eoin Macken, La Brea), allevatore e diretto concorrente di Staten che pensa di vendere alla società dell’oleodotto…
Più Dallas che Yellowstone
Fin dall’aspetto patinato, dal tipo di intrecci e dalla mancata cura per la vera “anima” western (a cavallo in molti casi ci vanno le controfigure, non il cast, tanto per intenderci), Ransom Canyon si dimostra fin dal principio come una serie con un impianto narrativo molto più simile a quello di Dallas che alla saga familiare di Yellowstone.
Tutto è in qualche modo attutito, affrontato dal punto di vista romantico - con il tira e molla fra Staten e Quinn, che in 25 anni non sono stati in grado di chiarire i reciproci sentimenti - e drammatizzato come accade nelle soap (con un alto budget, sia chiaro).
Ciò premesso, se quello che cercate è un intrattenimento non impegnativo, Ransom Canyon fa per voi: si lascia guardare, senza costringerci a seguire con troppa attenzione perché i concetti e le situazioni vengono ripetuti svariate volte - ed ecco in cosa consiste il meccanismo narrativo in stile soap - e le occasioni romantiche o di scontro vengono create facilmente dal nulla.
Gli interpreti sono ben calati nella parte, la Kelly è indubbiamente adorabile e Duhamel con quell’aspetto e quel carattere ruvido cerca di far dimenticare il Danny McCoy che cadeva sempre in piedi (e bellissimo) che aveva lanciato la sua carriera in Las Vegas accanto al grande James Caan nell’ormai lontano 2003. E se credete a chi lo intervistò più volte all’epoca, Duhamel caratterialmente è decisamente più vicino a Staten che a Danny. Del resto, il vero punto di forza e interesse della serie è lui, e resta tale per tutti e 10 gli episodi.
Fra teen drama e romance
Imponente anche la componente da teen drama della serie, con le vicende del nipote di Staten - figlio di Davis - in mezzo a un triangolo amoroso con il rivale Lucas Russell (Garrett Wareing, Manifest) e Lauren Brignam (Lizzy Greene, A Million Little Things), figlia dello sceriffo locale Dan Brigman (Philip Winchester, Law & Order SVU), che ha a sua volta il suo bel da fare in campo sentimentale.
Mettiamoci anche il bel tenebroso che arriva da fuori città, Yancy Grey (Jack Schumacher, Top Gun: Maverick), che attira subito l’attenzione della bella Ellie e passa più tempo sullo schermo senza camicia che con e abbiamo il quadro della situazione.
Ransom Canyon è un prodotto pensato espressamente per il pubblico femminile, che sfrutta l’attrattiva del western contemporaneo per raccontare principalmente intrighi famigliari e storie d’amore. La messa in scena è curata e il cast è azzeccassimo, quindi funziona. A patto che sappiate cosa aspettarvi.
Voto
Redazione

Ransom Canyon su Netflix: più soap che selvaggio West, ma con confezione patinata
Sulla scia del successo di Yellowstone, anche Ransom Canyon su Netflix con i 10 episodi della prima stagione prova a cavalcare l’onda del western contemporaneo, ma lo fa con un’impostazione ben diversa: più vicina al melodramma patinato di Dallas che alla crudezza epica della saga firmata da Taylor Sheridan. Basata sui romanzi di Jodi Thomas e ambientata nel Texas Hill Country, la serie con Josh Duhamel e Minka Kelly punta su intrecci romantici, tensioni familiari e conflitti di terra, restando sempre su un registro da soap di lusso. Nonostante la trama prevedibile e l’attenzione più rivolta ai cuori che alle pistole, il cast funziona e l’intrattenimento è assicurato, soprattutto per un pubblico femminile in cerca di storie d’amore, drammi adolescenziali e un pizzico di atmosfera country. Basta non aspettarsi il vero spirito western.